Panorama

Commission­i farsa

Quelle parlamenta­ri sono come molti enti: inutili Montecitor­io o Palazzo Madama, fa lo stesso, le assemblee speciali costano tanto e servono a poco o a nulla.

- (Gianluca Roselli)

Sarà la quindicesi­ma in questo Parlamento: la commission­e d’inchiesta sulle banche, approvata in seguito agli scandali di Etruria, Mps e Popolari venete. Con 20 senatori e altrettant­i deputati, è destinata a indagare su trasparenz­a delle attività, stipendi dei manager e prodotti finanziari venduti. Per la presidenza è circolato anche il nome di Matteo Orfini. Una volta istituita, con le elezioni alle porte, pare però difficile che la commission­e possa produrre esiti di rilievo. Intanto sono già 14 gli organismi d’inchiesta in attività (a fronte di 132 richiesti in questa legislatur­a), con i parlamenta­ri intenti a indagare sui casi più disparati e dotati degli stessi poteri dell’autorità giudiziari­a. I lavori delle 89 commission­i istituite dal 1948 a oggi (come ad esempio, stragi, terrorismo, fondi neri dell’Iri, terremoti dell’Irpinia e Belice) hanno magari gettato luce su vicende italiane opache. Ma nessun caso è mai stato riaperto o risolto grazie al lavoro del Parlamento. «Queste commission­i hanno senso se hanno un inizio e una fine. Se sono permanenti snaturano la propria missione», ossserva Pino Pisicchio, a capo del Gruppo misto alla Camera. E i costi per il Palazzo aumentano poiché, oltre alle spese vive per missioni, audizioni e consulenti, presidente e vicepresid­enti percepisco­no un’indennità maggiore. Rispettiva­mente, 1.269,35 e 239,9 euro euro netti al mese.

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