Ho ritratto tutta Hollywood
Ha creato le locandine dei più celebri film americani, da Casablanca a Via col Vento. Oggi, a 94 anni, Silvano Campeggi ricorda i divi di cui faceva il ritratto: Marlon Brando, «un posone». Liz Taylor, «una morbidona». E Marylin Monroe «che rimase in mut
Così il bed & breakfast regolare è tassato il doppio
«Attualmente l’imposizione fiscale sulle entrate del bed & breakfast che abbiamo aperto 15 anni fa in casa nostra, destinando tre stanze agli ospiti, è praticamente doppia rispetto a quanto previsto con la cedolare secca del 21 per cento. Per questo potrebbe rappresentare un regime fiscale molto interessante se si parlasse di un’estensione ai b&b» sostiene il titolare di una struttura veneta che per numeri, esigenze soddisfatte e strumenti di lavoro vive una situazione simile a chi affitta camere a casa propria attraverso le piattaforme di Airbnb e Booking dove, tra l’altro, la struttura è presente per garantirsi un introito aggiuntivo a fine mese senza che questo costituisca un’attività d’impresa.
Le case vacanza restano fuori
Prima di tutto c’è da chiarire a quale tipo di contratti si riferisca la norma. La legge prevede che la «tassa Airbnb» si applichi alle locazioni brevi tra privati (locatore e clienti) che, peraltro, possono servirsi d’intermediari o di portali per agevolare la stipula di contratti di locazione di durata inferiore ai 30 giorni. Ma la stessa destinazione turistica, snodo cruciale delle locazioni brevi, potrebbe destare più di un interrogativo. «Le attività ricettive extra-alberghiere sono definite dalle norme regionali, in quanto la competenza in materia turistica è demandata a ogni Regione e non esiste una normativa omogenea sul territorio nazionale. Di solito rientrano nel campo applicativo delle attività ricettive extra-alberghiere e pertanto non sono interessate dalla normativa, l’attività di case e appartamenti per vacanza e le attività di affittacamere se svolte in forma imprenditoriale» spiega Bettanin di Rentopolis. Ma l’applicazione della norma ai bed & breakfast è controversa. «I b&b rientrano nelle attività ricettive extra-alberghiere anche se si considerano svolte in forma non imprenditoriale. In questo contesto si discute se rientrino o meno nelle locazioni turistiche e se siano interessate o meno dalla norma. La mia opinione è che non lo siano». Districarsi in questo labirinto per definire l’applicabilità o meno del sostituto di imposta è difficile. La soluzione? Probabilmente i portali chiederanno un’autocertificazione agli host che definisca la loro posizione: se operano come privati o come gestori di immobili.
Su che cosa si paga la cedolare
La cedolare secca del 21 per cento si applica sul lordo, ovvero sul solo canone di locazione breve corrisposto all’host, al netto delle commissioni dei portali (Airbnb incassa il 3 per cento dai proprietari e il 10 dai clienti) e della tassa di soggiorno che, se prevista dal Comune (anche in questo caso manca una armonizzazione sul territorio), è applicata direttamente sull’ospite e trattenuta dai portali o dalle agenzie d’intermediazione. La legge prevede che il contratto di locazione breve possa includere anche la pulizia dell’appartamento (e non della camera) e il cambio di biancheria ma solo all’uscita o all’ingresso dell’ospite. Se tali servizi fossero ripetuti si rientrerebbe nell’attività ricettiva extra alberghiera, mentre tutti gli altri servizi (come i pasti o i tour proposti dai portali insieme alla struttura), non rientrano nel perimetro della normativa.
Ma chi sono i privati?
Problematica la definizione di privati richiesta per l’applicazione della normativa sia per i locatori che per i clienti. «Ogni Regione legifera in autonomia, anche se tendenzialmente si definisce attività d’impresa quella realizzata con più di tre strutture all’interno dello stesso Comune» sottolinea Bettanin. Nella nuova normativa non ci sono indicazioni al riguardo, ma è probabile che i portali chiederanno una certificazione apposita ai proprietari delle case.