Il prete che dice messa zappando
Danilo Ferrari ha conosciuto un prete eccezionale, padre Stefano. Nella sua parrocchia ad Aci Catena, in Sicilia, lui e i ragazzi dell’oratorio hanno realizzato un mini paradiso su un terreno abbandonato da anni dove diserbare, piantare, coltivare. Fare f
Iricercatori del Rush University Medical Center di Chicago hanno scoperto che più odori si riescono a identificare, più è probabile che si viva a lungo. E dove è possibile trovare un concentrato di odori? In un vivaio, direte voi? No, in un orto! È proprio lì che vi aggirerete tra profumi di aneto, basilico, borragine, camomilla comune, cappero, cedrina, cerfoglio, coriandolo, cumino, dragoncello, erba cipollina, finocchio selvatico, lavanda, maggiorana, origano, melissa, menta, rosmarino, salvia, timo, timo limonato: tutte cresciute e accudite dall’amorevole lavoro del contadino.
Per Papa Francesco la vocazione del prete è realizzare tra gli uomini la «missione di maestro, sacerdote e pastore» affidatagli da Gesù. Io conosco un uomo che volge il suo sguardo al cielo e alla terra: guardando il cielo ha capito che voleva dedicare la sua vita a cibare le anime degli uomini, guardando la terra ha capito che si poteva arrivare alle anime degli uomini coltivando. Io conosco un prete intelligente, Padre Stefano Panebianco, che ha portato la casa di Gesù nell’orto insieme ai ragazzi dell’oratorio: coltivando dà vita al verbo di Dio, dando concretezza alle parole di Papa Francesco che ha ricordato che «senza l’esempio di una vita coerente la parola non serve». Per realizzare questo progetto ha chiesto al suo Vescovo di poter utilizzare un terreno di 6.400 metri quadrati, di proprietà della diocesi ma abbandonato da anni.
Padre Stefano appartiene alla Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri e parroco di San Nicolò frazione di Aci Catena (Catania). Lui, che è anche agronomo, ha proposto ai ragazzi di impegnarsi su quel terreno, e così tanti giovani dedicano il loro tempo a zappare, irrigare, diserbare, piantare agrumi e verdure di stagione. Fatica dopo fatica, metro dopo metro, una selva incolta è diventata un oratorio nell’orto, e assorbendo l’uno dall’altro è nato «l’Orat-Orto».
Da giugno 2015 i giovani della parrocchia hanno messo faccia, mani, schiena in quella che per padre Stefano è «un’avventura più che un’idea». Insegna amore per la natura, per i prodotti della terra, formando anche al lavoro. I prodotti coltivati dai ragazzi sono messi in vendita nel «Mercato del contadino», che si svolge la domenica in parrocchia. Ciò che non viene venduto è trasformato in marmellate e frutta candita siciliana. Padre Stefano spera che anche i comuni limitrofi si impegnino nella distribuzione dei prodotti. In parrocchia, poi, esiste da tempo un Centro Stampa digitale: i ragazzi producono etichette, volantini promozionali e locandine che aiutano a promuovere al meglio i prodotti.
Il 19 marzo sono stato invitato alla Festa dell’albero, evento fortemente voluto da padre Stefano in occasione della messa a dimora di un nuovo albero di agrumi. I protagonisti sono stati i ragazzi, che ci hanno mostrato i risultati del loro faticoso lavoro: davanti a noi si estendevano file di alberi liberi dalle erbacce, innestati, ricchi di germogli di zagare. Nei loro sguardi e in quello di padre Stefano, l’orgoglio di aver fatto un buon lavoro: per i primi con gli alberi, per il secondo con gli uomini.