Da Assisi alla ricerca della buona novella
La comunità dei frati francescani della cittadina umbra, da sempre ponte tra le diverse religioni, promuove una quattro giorni di dibattito tra donne e uomini credenti e non. Filosofi, religiosi, politici, artisti, giornalisti e manager insieme per confro
Determinati a camminare nel solco tracciato da frate Francesco, ostinati nel cercare di costruire ponti piuttosto che alzare muri, pronti a rilanciare da Assisi - luogo del silenzio mistico e della parola che attraversa i tempi - la sfida di una umanità che si vuole incontrare, che vuole dialogare e che si vuole mettere comunque in cammino. E «in cammino» è proprio la parola d’ordine, il tema del Cortile di Francesco, una quattro giorni promossa dalla comunità francescana di Assisi - dal 14 al 17 settembre prossimi - di incontri e confronti fra donne e uomini di sensibilità, cultura e fede diverse, credenti e non credenti.
Ci saranno filosofi, religiosi, politici, artisti, giornalisti, manager, tutti portatori di proprie esperienze, pensate e vissute individualmente, e ugualmente convinti del valore dell’entrare in rapporto con gli altri. Perché non è questo - in un mondo attraversato da fenomeni nuovi, originali per la loro complessità e difficoltà, come la globalizzazione, le tecnologie, le migrazioni, che stanno modificando radicalmente la vita di ognuno mettendola in crisi - il momento di facili contrapposizioni e di sterili rivendicazioni. L’urgenza di rispondere alle sfide e alle emergenze dei nostri tempi non ce lo consente. Perché - ci ricorda Mahatma Gandhi - «la vita non è aspettare che passi la tempesta, ma imparare a ballare sotto la pioggia».
E non poteva che essere Assisi, oggi, il luogo dell’incontro, del dialogo e del cammino sotto la pioggia. Da qui frate Francesco partì - in tempi di crociate, violenze e miserie - per andare a incontrare il sultano d’Egitto Malik al-Kamil nel tentativo di fermare quella guerra. Qui, ad Assisi, Francesco formò i suoi frati alla missione per un dialogo sincero e sereno con il mondo e con le altre religioni. Qui, nella Basilica di San Francesco si sono tenuti, dal 1986, gli incontri dei leader delle religioni per invocare la pace nel mondo.
La comunicazione contemporanea, nelle sue varie modalità - carta stampata, radio, televisione, internet - ci restituisce quasi quotidianamente una realtà dura, costellata di violenze, steccati, egoismi e sopraffazioni. È la regola d’oro del giornalismo: «Bad news, good news». Non si può certo darle torto. Eppure, se il cronista scavasse con attenzione, se gli uomini tenessero gli occhi e il cuore aperti, ci si accorgerebbe che ci sono anche altri fatti, altre esperienze «good», che potrebbero essere anche delle «good news».
Come quel forno di Betlemme gestito da religiosi che dà aiuto alle persone più deboli, contribuendo a rafforzare i legami fra cristiani e musulmani. E altre opere gestite dai francescani nella città, come una scuola, un orfanotrofio, che sono frequentate da cristiani e musulmani e vi lavorano cristiani e musulmani. La domanda, allora, sorge spontanea: quanti altri forni - cioè esperienze vere di vita in comune fra persone di religione diversa - esistono anche accanto a noi e non ne siamo a conoscenza? Spetta a ognuno di noi - cronista o semplice uomo di buona volontà - il compito di portarli alla luce.
La nostra parola d’ordine è allora: «Stupite incontrandovi».