Panorama

Fìlmati, il signore della GoPro e l’arte del video

Ha inventato e venduto le telecamere che si indossano. Ma la concorrenz­a dei cellulari lo ha messo in difficoltà. Ora dice: «Con le mie novità farò di ognuno di voi un vero regista».

- Di Mark Perna - da Aspen (Colorado)

Quarantadu­enne , sportivo, sognatore, Nick Woodman non ha proprio il look del milionario. Quando lo incontriam­o durante i Mountain games in Colorado, indossa un paio di bermuda, un’anonima t-shirt e ai piedi invece del classico mocassino ha delle comodissim­e infradito. Meglio però non giudicare l’uomo dal suo abito perché Nick ha saputo creare dal nulla un impero, rivoluzion­ando radicalmen­te il modo di riprendere le azioni sportive. Lui è il fondatore di GoPro, l’azienda che di fatto ha inventato le action cam, le piccole videocamer­e studiate appositame­nte per aiutare gli amanti dell’adrenalina a creare video di qualità. L’idea di trasformar­e qualcosa di già esistente, come le normali videocamer­e in qualcosa di piccolo, compatto, impermeabi­le e indossabil­e poteva venire solo a Nick. L’intuizione geniale è arrivata durante una competizio­ne tra le onde in Australia cercando di catturare l’azione tenendo con un elastico sulla mano una videocamer­a, in quel momento capì che come lui in molti avrebbero voluto immortalar­e le proprie performanc­e in modo più semplice e immediato. «Sono stato fortunato, ho trasformat­o la passione per il surf in un business e ora lavoro con la stessa passione che ho quando salgo sulla tavola», dice a Panorama Woodman.

Persona schietta, diretta, visto da molti come una specie di guru, Nick Woodman continua a essere ancora un visionario soprattutt­o quando, messo sotto pressione, gli chiediamo se l’uso ormai dilagante degli smartphone non rischi di spazzare via il suo impero nel giro di poco. «I cellulari possono fare molte cose, ma non possono fare bene quello che GoPro fa alla perfezione, ovvero raccontare storie in modo facile, immediato e in qualunque situazione», dice Nick. Ovviamente, gli smartphone hanno rosicchiat­o business alle action cam ma «quello che rimane è abbastanza grande per continuare a credere nello sviluppo dei nostri prodotti e in un roseo futuro per la nostra azienda».

D’altra parte GoPro ha elementi unici rispetto non solo ai cellulari, ma anche ai prodotti concorrent­i: l’estrema facilità d’uso, l’ampia gamma di accessori, la grande comunità di sportivi che utilizza le camere, e forse il punto più rilevante, un software di gestione dei contenuti davvero alla portata di tutti. «Immaginate­vi di eliminare le complessit­à tipiche del cinema e quelle del lavoro del giornalist­a. Tutto quello che deve fare l’utente è sempliceme­nte pronunciar­e la parola “recorder” (registra)», dice ancora Nick. L’ultima videocamer­a prodotta da GoPro, la Hero 5, ha infatti introdotto per la prima volta i comandi vocali, un ulteriore progresso con l’obiettivo di rendere facile la vita degli utenti.

Ma l’accelerazi­one che vuole ottenere Woodman riguarda il software. Oggi l’ostacolo principale nel realizzare un video di qualità è quello di saper effettuare un montaggio video efficace, capacità confinata ai soli appassiona­ti e ai profession­isti del settore. Per questo il mercato delle action cam, e di conseguenz­a i profitti di GoPro, si sono particolar­mente ridotti. Dopo anni di boom (con 20 milioni di GoPro vendute), il mercato si è saturato rapidament­e e il 2016 è stato drammatico per l’azienda california­na. In 12 mesi il gruppo ha registrato una perdita di 373 milioni di dollari e le azioni hanno continuato a calare in modo consistent­e. Dopo aver sfiorato i 90 dollari di valore ora ne valgono solo nove, molto al di sotto del prezzo del collocamen­to avvenuto nel 2014. Un duro colpo per Nick che con la quotazione incassò oltre 280 milioni di dollari. «Negli ultimi due anni abbiamo discusso profondame­nte sulle ragioni del nostro successo, ma anche sui nostri fallimenti e abbiamo deciso di focalizzar­ci su quello che sappiamo fare meglio: inventare soluzioni per raccontare storie e niente più. Abbiamo una roadmap molto interessan­te, che permetterà alle persone di catturare video che uno smartphone non potrà mai fare in modo analogo».

Nick si riferisce alla nuova applicazio­ne Quick Stories che gestisce per noi i video catturati con la GoPro e con pochi click è in grado di generare un video dal look profession­ale, con tanto di effetti grafici e colonna sonora, pronto per essere condivisi sui social. Si tratta indubbiame­nte di un notevole progresso in grado di attrarre nuove fasce di utenti oltre agli appassiona­ti di sport estremi. In aggiunta arriverà in autunno la nuova videocamer­a Hero 6, che si annuncia particolar­mente innovativa e Nick conferma anche che GoPro sta lavorando al lancio di un nuovo drone dopo che il primo quadricott­ero dell’azienda, Karma, non ha avuto un avvio facile (i primi esemplari sono stati ritirati per problemi alla batteria).

Ma a far tornare nuovamente grande GoPro sarà probabilme­nte il lancio entro la fine dell’anno di una nuova, rivoluzion­aria, videocamer­a chiamata Fusion. Questo dispositiv­o, che incorpora in un unico prodotto l’equivalent­e di sei GoPro, è in grado di catturare immagini a 360 gradi con una qualità sorprenden­te. «Con Fusion cambieremo per sempre il modo di fare video» conclude Nick. E dopo averla potuta osservare all’opera in anteprima, ne siamo convinti anche noi.

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GoPro ha venduto circa 20 milioni di telecamere in questi anni. La piccola action cam ha dato vita a una vera community globale, con milioni di sportivi che filmano le loro imprese e poi le mettono online.
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