Stessa forma, diversa funzione
Monasteri trasformati in centri benessere, stazioni che diventano musei e prigioni che si tramutano in hotel. Dall’Europa agli Usa sono tanti i luoghi che cambiano destinazione d’uso, giocando sul passato e creando nuove suggestioni nel presente.
Succede, e succede sempre più spesso, che alcune architetture nate con una funzione, poi si trasformino in altro. Tecnicamente si definisce «cambio di destinazione d'uso», in realtà si tratta di edifici che acquistano incanto cambiando intento ma non pelle, giocando su un passato da raccontare e un futuro da reinventare. Nascere e rinascere, trasformarsi in un divenire che gioca sulla riconversione architettonica e la deviazione delle funzioni.
Tanti gli esempi e gli azzardi, tra i primi quelli dell'imprenditore di origini canadesi Peter Gatien, conosciuto come il re dei night club di New York. La sua discoteca Limelight, nella Grande Mela, fu aperta nel 1983 all'interno di una chiesa sconsacrata sulla sesta avenue. Qualche anno dopo Gatien fece il bis a Londra dove il Limelight trovò sede in un'ex chiesa presbiteriana del 1754 in Shaftesbury Avenue.
Da allora però l'idea di convertire ex edifici di culto, caselli ferroviari, fari, fabbriche e perfino mattatoi in hotel, locali e centri culturali ha preso piede in tutto il mondo, arrivando anche nel nostro Paese.
Certo, secondo gli ultimi dati catastali disponibili, i fabbricati a destinazione speciale (dagli opifici, ai teatri, alle banche) rappresentano lo 0,11 per cento del totale di quelli esistenti in Italia. Ma proprio la rarità di questo tipo di costruzioni li rende molto appetibili sia a chi cerca un luogo dove creare nuovi business, sia a chi vuol passare una serata all'insegna di stile e originalità.
Il mondo dell'architettura si interroga da tempo se sia più giusto reinventarsi luoghi preesistenti, o piuttosto abbattere e ricostruire nel segno della modernità. Ma come ha detto nel corso di una Ted conference Michael Murphy, il fondatore di Mass Design Group (leader mondiale nella public interest architecture), «l'architettura può guarire le fratture» e riannodare un legame col passato è fondamentale. Non per dare un nuovo aspetto al divertimento, ma per una poetica riscrittura.