Panorama

«Non vedo l’ora di rivedere la mia città e la mia scuola nuova e più bella di prima»

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Ore 3,36 24 agosto 2016

Sera d’estate con gli amici a divertirsi… All’improvviso, buio totale e le mie gambe nel letto cominciano a tremare, mentre continuavo a chiedermi cosa stesse accadendo; il terremoto. Da quel momento tutto per me cambia. La casa, il mio punto di ritrovo con gli amici, le abitudini. Il mio primo pensiero, dopo aver saputo che tutta la mia famiglia stava bene, è andato ad Amatrice, alla scuola, ai miei amici. Appena fatto giorno mi sono resa conto dei danni creati da quella scossa terribile. Con il passare delle ore sono venuta a conoscenza della perdita di tante persone, tra cui anche un mio compagno di classe. Nonostante tutto, l’anno scolastico ha rispettato il calendario di apertura grazie alla Regione Trentino che a tempo di record ha costruito per noi un edificio sicuro per fare in modo di farci stare uniti in una situazione così drammatica. Durante l’anno ci hanno fatto visita persone e associazio­ni da tutto il mondo per portarci la loro solidariet­à. Tra le tante persone che sono venute a trovarci quella che non scorderò più è stato il l Papa. È venuto nella nostra scuola, è stato davvero emozionant­e. Abbiamo anche partecipat­o a gite e manifestaz­ioni organizzat­e per noi per farci distrarre, uscendo dal nostro territorio. Hanno anche pensato di aprire per noi ad Amatrice, un centro aggregativ­o, Save the children, che ci ha permesso di stare insieme anche dopo l’orario scolastico svolgendo attività di ogni tipo oltre ai compiti assegnati, perché la maggior parte di noi non aveva più una casa. È passato un anno e anche se ho 12 anni ho capito che in pochi secondi la vita può cambiare. La cosa più importante è rimanere uniti e credere che col tempo, tutto può tornare come prima e anche meglio. Ludovica, 2a media, Amatrice

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