Trieste e Udine: due cuori e una Regione
Una regione aperta. Alla cultura, alla scienza, alla diversità. Con un’imprenditoria forte e innovativa, profondamente radicata nel territorio. Il Friuli-Venezia Giulia si è presentato così a «Panorama d’Italia». E le sue due città simbolo, Trieste e Udine, tanto diverse quanto complementari, hanno risposto con entusiasmo a tutti gli eventi proposti. Il presidente della regione, Debora
Serracchiani, è orgogliosa del lavoro svolto: «Quando sono arrivata, in molti mi hanno criticato. Perché non sono nata qui, perché sono donna, perché sono stata molto a Roma. Ma credo che abbiamo lavorato bene a vantaggio di tutti».
Del turismo, innanzitutto: nove milioni di presenze e un trend in crescita confermano il forte interesse per una regione che ha tanti tesori da scoprire. Lo ha detto chiaro e forte Vittorio Sgarbi nella
sua lectio magistralis, trascinando il pubblico nel cuore dell’arte novecentesca triestina: «Qui gli artisti hanno lasciato il segno come in poche altre zone d’Italia».
E se, come ha sottolineato Sgarbi, «la letteratura, il pensiero, la filosofia, l’arte sono parte di Trieste», a Udine è la capacità di fare impresa il tratto forte anche se, ha lamentato Massimo Blasoni, fondatore di Sereni Orizzonti, «la burocrazia e l’alta tassazione rendono tutto più difficile». Di certo è un territorio ricco di nuove imprese e iniziative, come la rinascita di Portopiccolo che ha visto, grazie a 350 milioni di investimenti, la valorizzazione di una zona costiera abbandonata; o come il sostegno di Lottomatica ad Aquileia, con Generazione Cultura, aiutando i giovani a inserirsi nel mondo del lavoro («nei prossimi mesi due neolaureati entreranno a far parte della Fondazione Aquileia che gestisce il sito archeologico»).
La tutela del territorio è uno dei fiori all’occhiello della regione. Il Friuli-Venezia Giulia è una delle più virtuose, con meno infrazioni accertate nella gestione del ciclo dei rifiuti. «E questo» precisa Clau
dio De Persio, direttore operativo di Cobat, il Consorzio nazionale per la raccolta e il riciclo «nonostante sia una terra di confine, più a rischio per i traffici illeciti».
Ma il Friuli Venezia Giulia è in cima alla classifica anche per l’innovazione. «Trieste e il Friuli» spiega Massimo Zocche, director manufacturing 4.0 di Bip «rappresentano un polo molto importante per capire i trend della digitalizzazione a supporto delle imprese, a partire dal suo tessuto industriale, fatto in larga parte da aziende di medie dimensioni, cioè la tipologia a più alto tasso di crescita stimata per gli anni a venire». E Luca Altieri, nella sua veste di director of marketing, communications and citizenship di Ibm Italia, ribadisce che digitalizzare è indispensabile per una veloce ripartenza: «La tecnologia sempre più accessibile e il fenomeno dei big data, la grande quantità di informazioni oggi disponibili, rappresentano il nuovo “petrolio” per le aziende».
C’è chi lo ha capito molto bene come Claudio Sponchioni che con la sua Job4u mette in contatto scuola, università e centri per l’impiego con l’obiettivo di accompagnare il candidato nella ricerca di un lavoro. Job4u è la start up vincitrice delle semifinali del concorso nazionale «Eureka, l’idea diventa impresa», promosso da «Panorama d’Italia», da sempre attento ai temi dell’innovazione e della formazione professionale. Anche a Trieste, infatti, decine di ragazzi hanno potuto trascorrere una giornata con i capi del personale di grandi aziende italiane grazie alla collaborazione con Hrc Group, la community italiana dei responsabili delle risorse umane.
Ed è nel capoluogo giuliano che Generali aprirà la sua Accademia per l’alta formazione delle sue risorse umane. Lo ha raccontato al direttore di Panorama, Giorgio Mulè, il presidente Gabriele
Galateri di Genola in un faccia a faccia durante il quale ha tracciato le strategie del Gruppo («il futuro è in Asia e in Sudamerica») e, nelle sue vesti di presidente dell’Istituto italiano di tecnologia, ha promesso che «nel 2018 partirà il tecnopolo di Milano».
Altro ospite d’eccezione è stato il generale Mario Mori, al centro della presunta trattativa Stato-mafia, che ha raccontato la serie infinita di processi e assoluzioni che dura da 24 anni, con l’ultimo procedimento ancora in corso su accuse di intermediazione con la mafia: «Il mio più grande rammarico? Non essere riuscito a trasformare la cattura di Totò Riina in un colpo decisivo a Cosa Nostra».
Dalla giustizia all’economia, pubblico folto e attentissimo ovunque. Anche sul tema del sottoutilizzo dei farmaci equivalenti, oggetto di un convegno con Teva Italia («Bisogna investire in prevenzione moderando le prescrizioni e i consumi eccessivi»); ed è naturalmente accaduto con Focus e i suoi appuntamenti scientifici che hanno coinvolto i triestini in dibattiti sui cambiamenti climatici, sull’alimentazione corretta e sulle ultime scoperte spaziali.
E se al palato del pubblico di Panorama d’Italia hanno pensato gli showcooking di ben due chef stellati, Andrea Berton ed Ema
nuele Scarello, a curare l’anima e lo spirito è toccato alla musica di L’Aura, ai divertenti racconti dell’attore Lino Guanciale, e alla forza di una friulana doc come Dalila Di Lazzaro, che nel libro presentato nella sua Udine, La vita è così, racconta di «passioni e virtù per uscire dalle crisi».