Anche i sogni vanno fatti a regola d’arte
Sempre in viaggio tra aste e collezionisti, Mariolina Bassetti, presidente di Christie’s Italia, svela i suoi luoghi e le sue passioni. Sulle quali svettano Proust. E il salame.
A24 anni stava per dire no a Renato Diez, allora responsabile del reparto di Arte moderna in Italia, che la voleva come sua assistente. Convinta a restare, Mariolina Bassetti intraprese «questa meravigliosa avventura nel mondo dell'arte» senza più fermarsi. Tutta casa (d'aste), marito e tre figli, ha scalato i vertici di Christie's: oggi ne è presidente per l'Italia e direttore internazionale del dipartimento Post-War e Contemporary Art. La sua missione: promuovere la nostra arte nel mondo. Un settore in forte espansione da una decina d'anni. Prossimo appuntamento il 6 ottobre a Londra: Thinking italian, in coincidenza con Frieze, Frieze masters e Pad, manifestazioni dove tutto il mondo dell'arte sfoga le sue ossessioni dopo l'astinenza estiva, è un'evoluzione dell'Italian sale, che ha imposto l'arte italiana sul palcoscenico internazionale. Pezzo forte: un prezioso quadro di Lucio Fontana della celebre serie Le Venezie: Concetto spaziale. In piazza San Marco di notte con Teresita, del 1961. La dicitura «stima su richiesta» prelude a cifre stellari. Arte come cultura e arte come business sono conciliabili? È il cuore della passione per il mio lavoro. Cerco di diffondere l'arte italiana del XX secolo abbinando le vendite a cataloghi didattici, collaborazioni con musei, promozione di mostre e sponsorizzazioni. Non è un caso se l'Italian sale ha raggiunto 43 milioni e 500 mila sterline, da 5 milioni e 500 mila. Quanto è importante in un'asta il battitore? È fondamentale. Può variare il risultato finale anche del 20 per cento. Jussi Pylkkänen, global president e principale battitore di Christie's, il migliore che ci sia, ha orchestrato serate di aste storiche. Di lui si dice che toglie anche l'ultimo centesimo dalla tasca. Consigli per investire nel mondo dell'arte? Acquistare opere che emozionano senza pensare di fare un investimento. Visitare mostre per affinare l'occhio. Studiare la storia dell'arte. A livello di collezionismo, suggerisco un 80 per cento di artisti storicizzati e un 20 per cento di giovani. Uno di loro potrebbe diventare una star. Che artista inviterebbe a cena? Maurizio Cattelan, irriverente e profondo interprete dell'arte. Come sogno irrealizzabile, invece, inviterei Pino Pascali, scomparso a soli 32 anni. Le sue opere erano d'avanguardia assoluta per gli anni Sessanta. Musei da visitare e da rivedere? Da vedere, il National museum of art di Osaka e
il Museo d'arte contemporanea di Tokyo. Il MoMa di New York è invece il mio preferito tra quelli già visti. Un’opera che l’ha commossa? Il Cannone bella ciao, proprio di Pino Pascali. Quando fu spedito a New York feci per caso il viaggio sullo stesso volo. Dietro istruzioni dell'assistente di Pascali lo rimontai da sola nelle sale di Christie's. Un libro che vorrebbe leggere? Mi rimprovero di aver letto solo i primi due volumi di Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust. Quando avrò tempo affronterò i restanti cinque. Che musica preferisce? Quella di Bruce Springsteen. Sono andata a otto suoi concerti, ma ne vedrei uno al giorno! Pochi artisti sono capaci come lui di tenere viva l'attenzione di spettatori di tutte le età per quattro ore. La sua città del cuore? Istanbul. Ci tornerei almeno una volta all'anno. Mi incanta il Caffè Pierre Loti, dove lo scrittore francese si rifugiava per scrivere. Lei è sempre in viaggio, il suo hotel di riferimento? Il Un Dukes, ristorantea Londra. imperdibile? L'Eea a Ponza. Semplice e buono, con panorama sul porto. Per me un luogo di memorie. L’aperitivo dei momenti di vacanza? Il mojito del bar Maga Circe, sempre a Ponza. Il piatto a cui non sa resistere? Non resisto a qualsiasi tipo di salame. La meta preferita per un weekend di relax? Casa mia, a Roma. Quando posso prendo un aperitivo alla Terrazza San Pancrazio, al Gianicolo. L’accessorio che porta sempre con sé? Un cornetto di corallo rosso, regalo di un caro amico. Di quale riconoscimento va più fiera? Sono felice quando i miei figli mi dicono che sono orgogliosi di me e qualcuno che stimo mi dice che ho contribuito a diffondere la conoscenza dell'arte italiana nel mondo.