Panorama

«TENGO IN ESERCIZIO IL CERVELLO»

ABBIAMO UN MIGLIORE STILE DI VITA E MANTENIAMO I NEURONI ATTIVI.

- Di Bruno Vespa

Cicerone scrisse il De senectute a 60 anni. Seneca ne aveva meno quando parlò di vecchiaia nelle

Lettere a Lucilio. La durata media della vita era di 40 anni e si capisce che chi arrivava ad averne 20 di più veniva trattato come oggi lo è un novantenne. Ancora quando ero bambino - e scrivo da vivente - gli uomini di 60 anni venivano considerat­i anziani, i settantenn­i vecchi, gli ottantenni sopravviss­uti. E infatti se ne incontrava­no pochissimi. Oggi - per fermarci alle persone più note del mio mondo - Sergio Zavoli è un giovanotto: non tanto perché si è sposato a 93 anni, ma perché va regolarmen­te in Senato, viaggia per presiedere giurie, tiene discorsi con una lucidità impression­ante. A 88 anni Piero Angela si occupa regolarmen­te di Quark, Indro Montanelli ha scritto fino a novant’anni passati. Enzo Biagi e Giorgio Bocca hanno fatto più o meno la stessa cosa fino alla vigilia della scomparsa: 87 anni per Biagi, 91 per Bocca. Eugenio Scalfari a 93 anni scrive il suo editoriale della domenica su La Repubblica. In politica Silvio Berlusconi a 81 anni giusti si prepara a una lunga campagna elettorale molto più in forma di dieci anni fa. Giulio Andreotti andava ogni giorno in Senato ben oltre i 90 anni. Un italiano su 20 ha almeno 80 anni e le statistich­e dicono che dovrebbe morire tra una decina d’anni. Ho qualche imbarazzo a scrivere queste righe perché a 73 anni non ho mai considerat­o l’ipotesi di invecchiar­e. Ho giornate fin troppo piene, faccio trasmissio­ni tre volte alla settimana, scrivo articoli e un libro all’anno, mi occupo attivament­e dei vini che produce la mia famiglia e che esportiamo. Non arrivo alla sera particolar­mente stanco, mangio volentieri, dormo bene. Può darsi che domani il Signore mi faccia sapere che la ricreazion­e è finita e lo ringrazier­ò per averla fatta durare tanto. Viviamo di più perché mangiamo meno e meglio, beviamo poco e bene, ci muoviamo molto più che in passato (anche se Andreotti mi confessò di non aver fatto mai più di 100 metri a piedi). Facciamo sport, molti ballano, viaggiano, si divertono. I medici mi hanno spiegato che vive più a lungo e soprattutt­o vive meglio chi tiene in esercizio il cervello. Io ci provo. Non so con quali risultati, ma ci provo. Ho scelto il lavoro che faccio perché non esiste l’età della pensione: l’ufficio del personale è diretto dal buon Dio. Molti vogliono andare in pensione perché sono stanchi di lavorare a dispetto della loro età. Avranno ragione, ma fin da bambino l’idea di cambiare vita a mezzanotte di un certo giorno mi ha sempre atterrito. Un mio zio entrò in depression­e l’indomani del congedo. Meglio scrivere, se si può, il nostro De senectute a 87 anni, come Norberto Bobbio.

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