A Sassari la Distilleria Fratelli Rau custodisce una grande tradizione, ma adesso la affianca con produzioni che promettono nuovi mercati.
L’ECCELLENZA DEL MIRTO HA QUASI UN SECOLO
Tutto è iniziato nel 1926, quando nonno Lucrezio decise di vendere il suo ottimo mirto artigianale. E tutto continua come lui ha insegnato, ma un po’ più in grande. Questa, in sintesi, la storia della Distilleria Fratelli Rau di Sassari, che oggi commercializza sul «Continente» e all’estero anche vini, tra cui i classici Vermentino e Cannonau, e poi dolci tipici sardi. La produzione si sviluppa su due stabilimenti, con una produzione di 700 mila bottiglie l’anno, 35 dipendenti e 5 milioni di ricavi, muovendosi sui mercati con il rispetto di chi custodisce una grande tradizione.
«Il mirto ha conosciuto un boom sui mercati dagli Anni ’80, con lo sviluppo del turismo locale e la grande distribuzione» racconta Pietro Rau, 46enne nipote del fondatore, oggi amministratore delegato. «In realtà noi eravamo già fornitori della Rinascente di Milano negli Anni ’60, seguendo il flusso migrato- rio sardo verso nord». Il mirto bianco viene realizzato con le foglie e quello rosso con le bacche mature. Inoltre, la raccolta del mirto svolge ancora un importante ruolo sociale. «Noi lavoriamo soltanto il mirto selvatico che matura spontaneamente» prosegue Rau «e a raccoglierlo sono un centinaio di famiglie che si fanno carico di tenere puliti i boschi pubblici e poi vanno a raccogliervi le bacche per integrare il proprio reddito prima del Natale». È una raccolta eseguita a mano, in grandi ceste, e il mirto selvatico ha grande aroma e sapore. «Il nostro liquore non ha conservanti né coloranti, come ha sempre voluto il nonno. Ma siamo anche aperti all’innovazione». Dopo un investimento da 1,2 milioni, infatti, parte quest’anno la produzione di grappe realizzate con le vinacce e invecchiate in barrique. «Saranno sul mercato fra tre anni». La raccolta del mirto, però, quella non cambierà.