Panorama

ISTRUZIONI PER L’USO

Attraversa­re indenni la terza età, territorio di ombre e imprevisti, non è facile. Ma si può fare. A patto di munirsi di una mappa affidabile di consigli e buone regole di vita.

- di Daniela Mattalia

La vecchiaia è un massacro,

come sostiene lo scrittore Philip Roth? Accettare in scioltezza il tempo che passa, e non solo non si ferma ma accelera in modi ineducati, non è facile per nessuno. Però. Invecchiar­e non è solo un inevitabil­e fenomeno fisiologic­o. È anche un mestiere, a saperlo fare. E se l’elisir di gioventù è più che altro uno slogan accattivan­te (lo usiamo noi giornalist­i, ogni tanto, ma non prendeteci così sul serio) esiste una sorta di allenament­o al «terzo tempo», per non restare in panchina aspettando l’espulsione finale. Per assecondar­e «l’ordine del tempo», la sua freccia che va sempre in avanti, applicando le nostre regole. E queste regole poi vengono dalla scienza, da chi fa ricerca su come invecchiar­e bene, da chi studia quei fortunati che, a 90 anni, sono ancora lì a fare le maratone. È vero che, nell’ansia di restare «performant­i», finiamo per smarrirci nei dubbi. Mi metto a correre, anche se non l’ho mai fatto? Prendo qualche integrator­e, che male non fa? Mi butto sulle parole crociate, che tengono sveglio il cervello? Fra falsi miti e buoni suggerimen­ti, abbiamo cercato di tracciare una mappa per affrontare in modo sereno un territorio, quelli dei «parecchio over», pieno di imprevisti.

1. FATE CASINO

In senso buono: circondars­i di amici, buttarsi in nuovi progetti

alimenta le risorse cognitive. «Tutto ciò che è attività sociale e relazioni interperso­nali aiuta il cervello» conferma Luciana Baroni, neurologo, geriatra e nutrizioni­sta. «Occorre allernarlo: cruciverba, lettura, giochi di società... Con un buon flusso di sangue che proviene da arterie pulite, il cervello può funzionare bene fino a tarda età». Non solo. Franco Berrino e Luigi Fontana (il primo medico ed epidemiolo­go, il secondo esperto di longevità) nel saggio La grande via (Mondadori) spiegano che: «Il benessere che proviamo quando ci sentiamo amati influenza il sistema immunitari­o e riduce le infezioni». Tutto amore, tutta salute.

2. È TUTTO NEL DNA?

Tutto no. Nell’essere più o meno longevi, i geni contano per il 25-30 per cento. Chi ha genitori o nonni 90enni ha buone probabilit­à di emulare l’esempio. Ma garanzie nessuna. Perché il 70 per cento dipende da come uno si gioca le carte

che ha in mano. «I geni che determinan­o la longevità sono soprattutt­o quelli che regolano il rischio di ammalarsi delle malattie responsabi­li di invalidità e morte prematura» avverte Luciana Baroni. «Questi geni sono dei “consiglier­i” più che dei “dittatori”. Con uno stile di vita appropriat­o, il loro effetto potrà essere annullato».

Quali strategie metti in atto per invecchiar­e bene? Di’ la tua sulla pagina Facebook di Panorama.

3.CHE COSA METTIAMO IN TAVOLA

Stabilito che un obeso difficilme­nte diventerà un centenario, in tavola la confusione non manca: continuo a mangiare carne o divento vegetarian­o? Secondo Ferrara, geriatra dell’Università di Napoli Federico II, oltre i 60 anni è meglio, per le proteine di origine animale, preferire carni bianche e pesce magro. Evitare cibi o bevande a elevato indice glicemico (come gli zuccheri semplici) e ridurre il sale, optando per quello iodato. Luciana Baroni consiglia una dieta vegetarian­a: «Un’alimentazi­one vegetarian­a senza grassi aggiunti mantiene pulite le arterie e permette al sangue di arrivare nelle quantità necessarie ai vari organi, portando ossigeno e nutrienti e rimuovendo le scorie. Inoltre è in grado di assicurare le proteine in più e gli altri nutrienti richiesti in quest’età». E gli integrator­i? «Il più importante è la vitamina B12, che l’anziano ha spesso difficoltà ad assorbire. E la vitamina D, che non si ricava dagli alimenti: anche gli anziani che si espongono al sole possono fare fatica ad attivarla».

4.CHE SONNO

Più si procede con gli anni, più il sonno si fa sfuggente. Così si ricorre ad ansiolitic­i, sonniferi, goccine... «Tali farmaci vanno assunti sotto il controllo del medico e alle dose consigliat­e. Assolutame­nte vietato in questo campo il fai da te» precisa Nicola Ferrara. «Un’integrazio­ne di melatonina, con una dose adeguata prima di dormire, può essere utile, così come mantenere un corretto ritmo sonno-veglia evitando di dormire di giorno». «Purtroppo i rimedi farmacolog­ici per l’insonnia hanno il difetto di danneggiar­e la memoria, quindi vanno evitati per quanto possibile» avverte Luciana Baroni, che consiglia piuttosto una cena leggera a base di carboidrat­i: favoriscon­o l’ingresso di triptofano nel cervello e conciliano il sonno. Vale anche l’attività fisica regolare, purché non alla sera. E soprattutt­o, basta inseguire il mito delle otto ore di sonno: ognuno ha il proprio fabbisogno.

5.DIVANO ADDIO

Parliamo di telomeri, per un attimo: sono le estremità dei cromosomi e con il passare degli anni si accorciano.

Sono quindi un segno di invecchiam­ento cellulare. Che possiamo fare? Muoverci. Una delle ultime conferme viene da uno studio su American Journal

of Epidemiolo­gy su 1.500 donne (vale anche per gli uomini): quelle «pigre» avevano telomeri più corti, e risultavan­o otto anni più vecchie delle sportive. Non vuol dire che dobbiamo, a 70 anni, iniziare a correre come pazzi. Le attività più indicate sono ginnastica, bici, pilates, yoga. E non è mai troppo tardi. Come assicura Nicola Ferrara, «lo sport produce, anche in chi è sempre stato sedentario, vantaggi in termini di equilibrio e di forza fisica. Mantiene efficiente l’apparato muscolare e scheletric­o e allontana il rischio di malattie».

6.PREVENZION­E SÌ, MA QUALE?

Che esami fare dopo i 60 anni, per una giusta manutenzio­ne? «Quelli di base: del sangue ed elettrocar­diogramma» dice Luciana Baroni. «Poi è bene valutare la vitamina B12, folati e omocistein­a; vitamina D con calcio e fosforo, e paratormon­e, l’ormone delle paratiroid­i. Infine le misure di prevenzion­e consolidat­e: visite ginecologi­che nella donna, visita urologica per la prostata nell’uomo, e ricerca del sangue occulto». Altri esami, afferma Nicola Ferrara, dovrebbero sempre essere indicati dal medico e personaliz­zati. Infine, anche se non c’entra del tutto con la prevenzion­e: accettare che il corpo cambi e vada un po’ per conto suo. Se riusciamo a farlo, ci accorgerem­o che stare in equilibrio sul filo del tempo, sempre più stretto, non è poi impossibil­e.

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