Panorama

Il furto secondo Feltri

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Disonesti, imbroglion­i, corrotti, concussi, furfanti, grassatori… L’ultimo furto dei ladri è averci derubato della parola «ladri». Esce per Mondadori il nuovo pamphlet del direttore di Libero, Vittorio Feltri Chiamiamol­i ladri. Per adeguarci, ne abbiamo «scassinato» il testo e trafugato alcune parti.

Al ladro!

«Non chiamiamol­i più corrotti. Torniamo al motto antico: ladri. Se in una metropolit­ana urli “al ladro”, si girano tutti e si toccano la tasca del portafogli. Mai sentito un allarme tipo “al concusso” o “al corrotto”».

Governi ladri

«Ad ascoltare le graduatori­e mondiali sulla corruzione percepita, noi siamo fantastici. Nel continente ci supera solo la Bulgaria. Nel resto del mondo ci battono solo Capo Verde, Ruanda, Namibia, Cuba e Ghana».

Guardie e ladri

«Ben due milioni di italiani hanno pagato bustarelle per ricevere favori in ambito sanitario e 10 milioni hanno effettuato visite specialist­iche in nero. Totale: 12 milioni».

Tempi ladri

«Il 6 aprile 2016 c’è stata la prima giornata nazionale contro la corruzione in sanità».

Ladri trasversal­i

«La mano sinistra non è diversa dalla destra, come dimostrano ampiamente le fughe all’estero di qualche milioncino di euro dei compagni artisti, tipo Milva e Gino Paoli».

Un mondo di ladri

«Nel Dizionario dei luoghi

comuni di Gustave Flaubert c’è una definizion­e terrifican­te: “Italiani, tutti musicisti e tutti traditori”. Se fosse vivo, l’autore di Madame Bovary di certo aggiungere­bbe la diceria: “Tutti traditori, tutti ladri”».

Metafore ladre

«Quelli dell’Anas, arrestati, chiamavano i denari riscossi “ciliegie” ma anche “libri”, “foto”, “funghi”, topolini”, “pezzettoni”. Ma sempre di “pìccioli” si tratta».

Ladri di cuori (e di giornali)

Le note spese dei giornalist­i sono una fiera favolosa di arrotondam­enti e uscite inesistent­i, addirittur­a, si trova il modo di farsi spesare anche l’alcova, con la motivazion­e testuale e in fondo biblica che “l’uomo non è di ferro” (la leggenda dice che fu coniata da Giorgio Bocca)…».

Un tavolo di ladri

«A Milano, siamo nel 1993, c’è la storia del tavolo più caro della storia. Costo: 300 (trecento) milioni di lire, non un pezzo d’antiquaria­to, ma una scrivania da 28 posti».

Vergognars­i come un ladro

«Sono all’antica. Resto dell’idea che un codice etico fu martellato sulle falde del Sinai. È il settimo (comandamen­to). Non rubare».

Ladri di polli

«Ci sono ancora contanti che finiscono, in questo postmodern­o 2017, nel freezer di un politico dentista di Varese per evitare che si cariassero, e altri infilati nei tubi del geometra capo dell’ufficio tecnico di una cittadina lombarda. A casa di Fabio Rizzi, i carabinier­i hanno trovato quasi 17.000 euro in contanti (1.900 in un congelator­e)».

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Il giornalist­a Vittorio Feltri, 74 anni.

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