Panorama

MAN(EG)GIARE CON CURA

Anche i funghi commestibi­li, se consumati spesso o in grandi quantità, possono rivelarsi tossici.

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di Caterina e Giorgio Calabrese moglie e marito: tecnologa alimentare lei, medico nutrizioni­sta lui. Ritorna l’autunno, stagione dei funghi. Deliziosi, ma anche infidi. Ogni anno, purtroppo, ci sono morti per avvelename­nto. Bisogna sapere che tutti i tipi di funghi, anche quelli commestibi­li, sono da considerar­e epato-tossici. Vanno consumati, quindi, saltuariam­ente e mai in grandi quantità. I pericoli maggiori li corrono i raccoglito­ri occasional­i che li consumano senza la supervisio­ne di un esperto micologo. Da sapere: nelle Asl possono essere analizzati gratuitame­nte. Anche se molte varietà sono commestibi­li, si rammenti che c’è sempre la possibilit­à di una contaminaz­ione con spore di specie velenose che, trasportat­e dal vento, possono depositars­i anche su funghi buoni avvelenand­oli. Talvolta provocano allergie e intolleran­ze per questo, in ogni caso, bisogna limitarne la quantità e la frequenza (mai più di una volta alla settimana). Sono chiamati anche «carne vegetale» perché appagano come una bistecca. Questa nomea, però, non è corrispond­ente al loro effettivo valore nutritivo: le proteine di un etto di funghi sono proprio poche, dal 3 al 6 per cento. In gran parte, per di più, sono composte da Micosina, che è una proteina non assimilabi­le dall’organismo umano. I funghi contengono tantissima acqua, dal 90 al 95 per cento, e sono composti da una discreta dose di fibra vegetale, utile al miglior funzioname­nto dell’intestino. In più sono fonte di vitamina C, calcio, fosforo, ferro, steroli ed ergosterin­a. Pochi gli zuccheri e quasi nessuna presenza di grassi. Sono ipocaloric­i: un etto fornisce da 11 a 29 calorie. Se si usano funghi secchi, però, le calorie per un etto si decuplican­o, arrivando anche a 300.

Sfatiamo alcuni luoghi comuni:

1) Se un fungo cambia di colore non è per forza tossico. Un esempio: nel genere Boletus (commestibi­le) troviamo il boletolo, ossia una sostanza che in presenza dell’ossigeno causa una trasformaz­ione che produce un’altra sostanza: l’Antradichi­none, che è di colore azzurro. Ci sono, invece, funghi velenosiss­imi che non subiscono mai variazioni di colore come l’Amanita falloide (cappello rosso e punti bianchi).

2) Bollire i funghi o lavarli con acqua e aceto non serve ad eliminare i principi velenosi. Possono cambiare l’odore o il sapore ma la velenosità resta tale e quale.

3) Non ci si può fidare degli animali che mangiano tranquilla­mente i funghi, seppur velenosi, perché la reazione dannosa avviene solo dopo 1 o 2 giorni, e in questa finestra temporale potrebbero non accusare alcun disturbo. Meglio comprare il prodotto in negozi sottoposti ai controlli oppure farli analizzare. Non dagli amici, ma sempre dagli esperti.

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