FIGLI COLPEVOLI, PADRE SENZA VERGOGNA
Imiei figli faranno due o tre anni di carcere poi usciranno puliti, si potranno fare una famiglia e vivere tranquilli». La dichiarazione choc di Mohamed ( foto
sopra), il padre dei due minorenni marocchini arrestati per il brutale stupro di Rimini del 25-26 agosto, è il segno tangibile che ha perfettamente compreso come funziona la giustizia in Italia: i suoi figli effettivamente rischiano poco. Lo ha imparato di persona, Mohamed. A 51 anni, da 30 è in Italia e da lunghi mesi si trova agli arresti domiciliari: fino all’aprile del 2018 deve scontare un cumulo di pene definitive per furto e per essere rientrato in Italia illegalmente dopo un’espulsione. Lui e la moglie hanno il permesso di soggiorno scaduto dallo scorso gennaio e quindi avrebbero dovuto essere rispediti in Marocco, ma il Tribunale dei minori di Pesaro ha bloccato l’espulsione proprio «a tutela» dei quattro figli, nati e cresciuti in Italia. Per paradosso, due di loro (15 e 16 anni) facevano parte del «branco» dei violentatori della turista polacca e della transessuale peruviana. Si tratta di un evidente circolo vizioso che è lo specchio di quella che in Italia continuiamo a chiamare «giurisprudenza», ma a volte sarebbe meglio definire «giurisdemenza».