Panorama

SALVINI FLIRTA CON RENZI. MA MENTRE I DUE SCALPITANO, BERLUSCONI TESSE LA TELA

- di Keyser Söze

Ormai è un paradosso decennale: più il centrodest­ra ha la possibilit­à di vincere le elezioni e più aumentano le spinte verso possibili divisioni. La questione resta sempre la stessa: la leadership. C’è lo sfidante di turno - una volta Gianfranco Fini, ora

Matteo Salvini - che

scalpita; e Silvio

Berlusconi che deve, suo malgrado, attutire, mediare, sopire. Al di là dei consensi (e comunque Forza Italia nei sondaggi è sopra la Lega) la questione è di per sé posta male: in una coalizione che punta a vincere, la leadership è sempre esercitata dal segmento centrale. Cinquant’anni di storia occidental­e lo dimostrano: Reagan, Kohl, Blair, Merkel, Clinton, Obama sono gli esempi. L’unico dissonante è Donald

Trump, un «unicum» che rischia di finire la sua esperienza anzitempo. «Nelle grandi democrazie europee, dal dopoguerra a oggi» osserva il Cavaliere «le estreme non hanno mai vinto. La sconfitta di Marie LePen in Francia ha dimostrato ancora una volta che si vince al centro. È un concetto che Salvini deve mettersi in testa. O saranno gli elettori a decidere». Solo che lo sfidante, ieri come oggi, per farsi spazio tesse alleanze trasversal­i: Fini addirittur­a finì nelle grazie di Giorgio Napolitano; Salvini, che è più serio, ha cominciato a dialogare stretto con

Matteo Renzi sulla legge elettorale. Da un colloquio estivo tra i due è uscita l’idea di rilancio del Rosatellum (64 per cento degli eletti con sistema proporzion­ale e 36 con il maggiorita­rio in collegi uninominal­i), che privilegia Salvini nella competizio­ne interna con FI. Che ci guadagna Renzi? Semplice, un centrodest­ra egemonizza­to dalla Lega, gli permette di avere più appeal sull’elettorato di centro. «Più Berlusconi si stringe a Salvini» è la sua equazione «e più i moderati guardano a noi. Poi, dopo il voto, se nessun polo avrà la maggioranz­a, o FI si dividerà dalla Lega per mettere in piedi una grande coalizione, o noi non faremo mai l’alleanza con Salvini. Al costo di andare e riandare alle elezioni come in Spagna». Ecco svelato il segreto di Pulcinella. E Berlusconi? Per parare il colpo, per non essere spinto a destra, si è stretto a doppio filo al Ppe. E le polemiche con Angela

Merkel? «I tempi cambiano» si compiace il Cav «dopo le urla, oggi la gente esige competenza. E di fronte al fallimento della rottamazio­ne, ai quarantenn­i senz’arte né parte, mi sbaglierò, comincia a preferire l’ottantenne di esperienza».

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