Ufficio complicazioni affari semplici
Si chiama «Analisi di impatto della regolazione» e dovrebbe evitare che la nostra vita venga ingolfata da leggi inutili. Ma il regolamento approvato dal governo Gentiloni dimostra che l’Italia è un Paese fondato sulla burocrazia.
Nel sesto canto del Paradiso, l’imperatore Giustiniano si presenta a Dante come colui che dalle leggi tolse «il troppo e il vano». Non è certo per questo che il sommo poeta lo colloca nel cielo di Mercurio, tuttavia il fatto che l’imperatore si annunci prima di tutto come il padre della razionalizzazione del diritto romano è indice dell’importanza che già Dante percepiva dello sforzo compiuto in tal senso dall’imperatore.
L’essenzialità e la chiarezza delle regole costituiscono il primo passo per assicurare i cittadini dall’iniquità, dall’incertezza, dall’arbitrio e quindi dall’ingiustizia. Da ormai trenta anni la Corte costituzionale ha riconosciuto in diritto penale - il diritto che più limita la libertà individuale - l’esistenza dell’ignoranza inevitabile come scusante di una condotta penalmente rilevante (sent. 364/1988).
L’eccesso caotico di regolazione, insomma, è una sindrome ben nota, fin dai tempi remoti. «Ammassi di leggi» e «labirinti di giurisprudenza» erano gli epiteti delle regole di diritto già dal XVIII secolo (Muratori).
Eppure, non è stata ancora trovata una cura risolutiva, forse perché non se ne vuole riconoscere l’eziologia.
Ci hanno provato, con sempre maggior insistenza, accademici - giuristi ma anche linguisti -, istituzioni nazionali, europee e internazionali, come l’Ocse. Paradossalmente, sembra che più gente si occupi di come ridurre e migliorare la legislazione, più questa aumenti come pasta lievita nelle mani di chi la manipola.
Un ultimo esempio viene dal nuovo decreto sull’Analisi e la Valutazione di impatto della regolazione (Air e Vir), entrato in vigore alla fine del 2017.
L’analisi di impatto della regolazione è stata introdotta in Italia nel 1999 in via sperimentale, e poi nel 2005 in via definitiva, quando sotto il governo Berlusconi la cosiddetta taglia-leggi stabilì l’obbligo per il governo di accompagnare i suoi atti con l’analisi dei loro effetti presunti, come strumento di contenimento della legislazione. Una norma inutile può infatti essere ben più dannosa di una mancante.
Ridotto ai minimi termini, il nuovo regolamento
approvato invece dal governo Gentiloni, prevede, in linea con il precedente: il coinvolgimento di ogni amministrazione; il coinvolgimento del Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi della presidenza del Consiglio (Dagl); l’approvazione di una direttiva del presidente del Consiglio dei ministri che indichi contenuto, metodi di analisi e modelli di utilizzare; l’apertura di una fase di istruttoria sull’analisi costi/ benefici in capo a ogni amministrazione; l’apertura di una sottofase di consultazione con le parti sociali; la conseguente redazione dell’Air secondo contenuti di impatto economico e regolativo predeterminati;