Panorama

Dakota Johnson: sono sexy, ma vi farò paura

Dopo la trilogia hot delle Cinquanta sfumature, Dakota Johnson si converte all’horror del nuovo Suspiria, dove balla tra sangue e streghe. Eppure, giura, è «il set più divertente» che le sia capitato.

- di Claudia Catalli

Non ho mai avuto problemi a parlare di sesso con orde di giornalist­i

A chi la definisce trasgressi­va risponde di essere «solo un’attrice che ama provocare sensazioni forti in chi la guarda». Sta di fatto che Dakota Johnson, 28 anni, superata la trilogia cinematogr­afica delle Cinquanta sfumature continua a scegliere personaggi estremi e per nulla rassicuran­ti. Come la sua ballerina Susan Bannion di Suspiria di Luca Guadagnino, ambientato in una scuola di danza della Berlino degli anni 70. Storia horror di streghe e sangue di cui lei parla con il candore di un’educanda e l’inconfondi­bile voce da gatta. Ha ereditato la sensualità da sua madre Melanie Griffith, e dopo anni di terapia oggi riesce a infischiar­sene di quanti le hanno chiesto cosa diavolo ci facesse la reginetta delle sexy sfumature in un festival d’arte come la Mostra di Venezia. «Ho capito che i pregiudizi sono un cruccio solo per chi li ha: io non ho mai avuto problemi a parlare di nulla, neanche di sesso e davanti a orde di giornalist­i che mi hanno chiesto, in questi anni, qualsiasi cosa». Sul tappeto rosso ha camminato fiera e a testa alta, dribblando le domande sulla relazione con Chris Martin e scambiando­si occhiate solidali con le colleghe Tilda Swinton e Chloë Grace Moretz. Perché quello di Suspiria, racconta a Panorama, è il set più divertente che le sia mai capitato. Anche se con Chris Hemsworth nella commedia noir Sette sconosciut­i a El Royale (che il 18 ottobre aprirà la Festa del cinema di Roma e sarà nelle sale dal 25) non si è fatta mancare risate e follie. Partiamo da Suspiria: mai temuta l’idea di trovarsi su un set di sole donne? Per niente, ho scoperto che chi parla di competitiv­ità e rivalità femminile non ci conosce a fondo. Ho avuto la chance di lavorare con artiste pazzesche, provenient­i da ogni lato del mondo, generose, ironiche, per nulla dive. Le donne tendono a capirsi molto più di quanto si dica. Non ho mai sentito nessuna inveire contro un’altra, e le assicuro che accade spessissim­o sui set. Siamo artisti, discutiamo spesso di ciò che facciamo, a volte c’è una nevrosi che si percepisce nell’aria, c’è tensione, capitano frizioni. Guadagnino, invece, è stato bravissimo a creare un gruppo di lavoro tanto ben assortito. Lo capeggiava Tilda Swinton, che lei conosce dai tempi di A Bigger Splash di Guadagnino. Che rapporto vi lega? Oramai la considero la mia sorella maggiore. La amo profondame­nte, è una carissima amica, oltre a essere a detta di tutti, ed è maledettam­ente vero, una profession­ista eccellente. Com’è stata coinvolta in Suspiria? Ero a San Sebastián con gli amici, Luca mi ha invitato a Crema per parlare del film, visto che Margot Robbie non poteva ricoprire il ruolo di Susan. Non mi sentivo pronta, ero in mood estivo vacanziero, però ero disoccupat­a e non potevo davvero dire di no a Luca, con cui mi lega un rapporto speciale di stima e affetto. Così mi sono buttata. Le scene di danza non devono essere state un problema, visti i suoi trascorsi ballerini infantili… Sa che invece hanno rappresent­ato la vera sfida del film? Dai cinque ai 15 anni ho fatto scuola di balletto, danza moderna e jazz. Ma non era la mia passione, sempliceme­nte da bambina mi chiesero che sport volessi fare e risposi: «Mi piace ballare». Non ero certo un enfant prodige, anzi a dire il vero neanche ero così portata, avevo compagne molto più brave. Quindi mi sono dovuta allenare davvero duramente. Per quanto tempo? Circa sei mesi prima di girare. Mi ha seguito un coach di danza, mi insegna-

va bene i movimenti, abbiamo studiato come Susan si sarebbe dovuta muovere. Ho lavorato molto sul suo lato animale, ma anche sul suo modo di respirare e aprire il petto. Ho lavorato sui dettagli, sull’energia, ascoltato Nina Simone e The Carpenters, provato a restituire la forza di una ballerina attratta come un magnete da queste altre donne che vedete nel film senza saperne il motivo. Poi lo scoprirà. Ci crede alle streghe? Certo, tutti possono esserlo. Le donne che alzano la voce per dire chiaro come la pensano sono streghe, così come le persone che usano la loro energia per influenzar­e il pensiero degli altri positivame­nte. Ma mi piace pensare che non ci siano streghe cattive decise a rovinare le vite altrui. Che ricordo ha delle Sfumature? Sono state una vetrina pazzesca, mi hanno richiesto tanto coraggio e comprensio­ne di come funzioni davvero l’industria cinematogr­afica. L’ho sempre vissuta come una love story degna di essere raccontata e mi è piaciuto parlarne: non ho mai evitato mezza domanda, neanche sui nudi. Ha mai pensato di dover ricreare la sua immagine, dopo? Non bado a queste cose, voglio solo fare i film che amo, non ho piani, né generi preferiti, non mi piace costruire a tavolino la carriera. A neanche 30 anni è già una star: come gestisce la pressione e come protegge la sua vita privata? Semplice: ora che ho imparato come funzionano le cose cerco di mantenere tutto il più privato che posso. Sul set con Chris Hemsworth sembrava a suo agio… Come si fa a non ridere con Chris? È il numero uno. Divertente, ironico, generoso. Fossero tutti così… E il film Sette

sconosciut­i a El Royale è una chicca. Sua madre che consigli le dà? Non parliamo tanto di lavoro, mi dà più consigli sulla vita privata. Mi ha sempre suggerito di volermi bene, di sentirmi bene con il mio corpo. Lavorare con il mio corpo è una parte del mestiere che mi piace: con Suspiria ho scoperto di riuscire a fare cose che non immaginavo, movimenti che non credevo possibili. È la magia del cinema. n

 ??  ?? DANZA MACABRA Johnson, al centro, in una scena di ballo di Suspiria.
DANZA MACABRA Johnson, al centro, in una scena di ballo di Suspiria.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy