GENTILONI JUNIOR PONTIERE VERSO IL CANDIDATO FAVORITO
Tra Nicola Zingaretti e Paolo Gentiloni c’è un altro Gentiloni. Nei giorni in cui si aprono le grandi manovre per costituire le alleanze in vista del congresso, i retroscena raccontano - quasi stupiti - della convergenza tra il governatore del Lazio e l’ex presidente del Consiglio. Ma dietro questo feeling, come spesso capita c’è (anche) un nome che unisce i due dirigenti del Pd. Quello di un Gentiloni (Umberto), nipote di Paolo, che in questi mesi è diventato un trait d’union importante tra suo zio e il principale candidato alla segreteria del partito. Pochi ricordano infatti che Umberto Gentiloni è uno degli amici di vecchia data di Zingaretti. Nel lontano 1987, quando Nicola era segretario della Fgci romana, per esempio, Umberto era il responsabile della sua organizzazione più importante, la Lega degli studenti medi. Quando Zingaretti divenne segretario nazionale della sinistra giovanile, Gentiloni divenne segretario della Lega studenti medi nazionale, primo uomo della sua segreteria. Poi Umberto lasciò la politica e divenne professore universitario, ottenendo una cattedra in storia contemporanea. Ma senza perdere il legame con il suo ex segretario e amico. Infatti, quando Zingaretti è diventato presidente della Regione Lazio, Umberto - che di Paolo, zio senza figli è il nipote primogenito prediletto - divenne consulente della Pisana. Serio (un tempo boccoluto, oggi rasato come il suo mentore) piglio rigoroso da intellettuale organico, studioso dei partiti politici, Gentiloni jr. è uno degli anelli di congiunzione che può aiutare il «Montalbano dem» (Nicola è il fratello di Luca, l’attore) ad arruolare lo zio-conte (nel senso araldico) che fu pupillo di Matteo Renzi. E che invece oggi, come recita Maurizio Crozza, dopo le telefonate di insulti successive alla sconfitta «nun lo po’ più vede’». Anche se alla manifestazione del 30 settembre Matteo - per tentare di recuperarlo alla causa delle primarie - ha ostentato amicizia verso Paolo, i sentimenti di quest’ultimo verso Renzi restano freddi. O meglio, gelidi.