In Italia basta un gol per farci campionissimi
Ehilà, abbiamo steso la Polonia. E giocando pure bene. Infatti. Chi se lo poteva immaginare? Fortissimi! Non ci ferma più nessuno. Eh? Nessuno, ho detto, non ci ferma più nessuno. Fai pure tu il telecronista alla Rai? Sei scemo? Sai com’è, dal tono mi pareva. Che tono avrei, scusa? Oh niente, solo tipo: abbiamo spezzato le reni alla Grecia, siamo gli eredi dell’Impero, otto milioni di baionette... Vabbe’, mi parevi come quei due là della telecronaca, che c’era da nascondersi solo a sentirli. Ai cronisti sportivi Rai, per Natale, andrebbe regalato il metro, il litro, o il chilogrammo del museo di Parigi, tanto perché prendano confidenza con l’esistenza della misura. Dici, eh? E dico sì: li hai sentiti o sei sordo? Erano contenti, dài. Ma che contenti, sono saliti sul carro del vincitore in un nanosecondo. Una squadra di schiappe, di scapoli o ammogliati, di incapaci insomma, che sarebbe andata senz’altro incontro alla retrocessione, dopo la prima azione venuta bene è diventata di tutti Messi, tutti Pelé, di undici Maradona guidati nemmeno da Mancini, bensì dal Conducàtor Mancini. Che manco Alessandro Magno in marcia verso l’India. Una traversa e l’Europa era già nostra. Quei due davano i numeri, dai retta a me. O forse no, forse così è l’Italia. Te la posso dire una cosa? Ci mancherebbe. Ma che ti frega? Ti posso rispondere? Ci mancherebbe. Mi frega. Finisci il caffè, che spiego. Fatto, professore, proceda pure. Abbiamo segnato al 92°. Okay? Donnarumma ha fatto una parata che levati. Okay? L’Italia aveva giocato comunque bene. Giusto? Metti ora che avesse perso. Uno normale dice: be’, è andata male ma la squadra s’intravede, i ragazzi ci hanno messo cuore e non sono nemmeno troppo schiappe, no? Esatto. Esatto un cavolo, invece! Se perdeva ci raccontavano il disastro, quei due in tivù! Niente anima, niente spirito, niente tecnica, Mancini come il parroco della canonica. Niente di niente. Ma un gol al 92° e spezziamo le reni al Brasile. Che te lo dico a fare? Non sono quei due, è l’Italia. Ma pure i nostri Salvini e Di Maio dovrebbero stare all’occhio. Anche la politica, mo’? A rovescio del calcio. In che senso? Siamo volubili e sempre furbetti, dalle nostre parti. Navigano col vento in poppa i due vicepremier, oggi come oggi. Falli inciampare su una cosa, fai che scivolino un po’, e sai quanti ne troverai di cronisti politici pronti a usare il metodo dei due colleghi sportivi della Rai di Italia-Polonia? Un mare. E sai quanti tifosi sfegatati saranno pronti a sfegatarsi al contrario, fischiando i loro beniamini di ieri? Un oceano. Posso farti una domanda? Certo. Ma che ti frega? Posso darti una risposta? E come no? Molla il maritozzo, fatti un fernet.