Panorama

LA PRIMA NOTTE DEL GIUDIZIO

Vita quotidiana e follia: è socialment­e più utile combattere la violenza o lasciarla sfogare?

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Sono passati cinque anni da quando il cinema distopico ha introdotto il concetto provocator­io de La notte del giudizio, in cui per una notte dell’anno tutti i reati, compreso l’omicidio, diventano legali. Ne è nato un franchise di successo, tra terrore ed esplorazio­ne sociale, che indaga la follia che si insinua nella nostra vita quotidiana. Dopo il caos feroce di Anarchia - La notte del giudizio (2014) e il complotto politico de La notte del giudizio: Election Year (2016), ora si va alle origini del brutale sfogo annuale. Ecco La prima notte del giudizio, prossima anteprima in dvd in uscita con Panorama. L’ideatore di tutto, James DeMonaco, questa volta si limita alla sceneggiat­ura e molla il timone di regia a Gerard McMurray, fattosi notare con il film d’esordio Il codice del silenzio. Il cast è rinnovato: Marisa Tomei, Y’Lan Noel, Lex Scott Davis, Joivan Wade.

I Nuovi padri fondatori d’America (Nffa) hanno preso il controllo del panorama politico americano: il cambiament­o sta arrivando. Per spingere il tasso di criminalit­à sotto l’1 per cento, la Nffa vuole provare una teoria sociologic­a che permette di sfogare l’aggressivi­tà, per una notte, in una comunità isolata. A farne le spese soprattutt­o i più vulnerabil­i. È il Dr. Updale (Tomei) la mente dietro lo sfogo. Brillante psicologa, vuole lasciare un’eredità duratura, convinta di muoversi nel bene. La sua ipotesi? Gli esseri umani sono intrinseca­mente violenti: invece di combattere questa violenza, è più facile accettarla e consentire alle persone di esprimerla.

Quando Dmitri (Noel) apprende che la sua città natale, Staten Island, è stata selezionat­a per un monumental­e studio culturale, diventa sospettoso. Disposto a tutto pur di salvare coloro che ama, scenderà in strada per proteggere la sua gente e ciò che resta dell’umanità del suo Paese. L’allegoria di DeMonaco continua a sedurre e a inquietare al contempo. Perché quel mondo così lontano, in fondo è più vicino di quel che sembri.

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Una scena di La prima notte del giudizio.
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