Ecco la task force etica di Giggino
Preoccupa la piega paternalista che sta prendendo il reddito di
cittadinanza. Fonti autorevoli di Palazzo Chigi segnalano infatti che il vicepremier e ministro Luigi Di Maio sta pensando di allestire una task force utile a stabilire il campionario delle spese possibili per gli utenti del futuro reddito. Insomma, pensa a comporre un pool di «esperti della sopravvivenza minima», che dovrebbe indicare a 6 milioni d’italiani come spendere i soldi erogati dal governo. Addirittura già circolano i primi nomi. Della task force potrebbe far parte, per cominciare, un esperto di diritti dei consumatori come Giuseppe D’Ippolito, deputato del Movimento 5 stelle. Anche se successivamente ridimensionato nei toni, resta dunque fermo il principio enunciato da Di Maio agli albori della presentazione del Def: «Autorizzeremo solo le spese morali». Superenalotto, sigarette e vino sono già stati messi al bando. E così - pare - le palestre. Più in generale, il comitato, nel definire il perimetro dei prodotti che sarà possibile acquistare senza sporcarsi la coscienza, dovrà distinguere quello che è superfluo da quello che non lo è.
Però, in pratica, stabilirà anche ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, quasi fossimo in Unione sovietica. Alcuni esempi. Il team dovrà decidere se i presunti poveri avranno diritto, oltre che ai beni alimentari e ai farmaci, anche a un cellulare (low cost, per carità), se si meritano il frigorifero (nel caso il vecchio si rompa), un paio di scarpe ogni tanto o persino l’abbonamento al wifi (è utile per cercarsi un lavoro o lo si usa per guardare siti iti sconvenienti?). Dall’entourage dei Cinquestelle assicurano però che e ci saranno delle sorprese: «Non sarà una task force di bacchettoni». Da un lato bisognerà dimostrare che il reddito di cittadinanza ttadinanza non è un sussidio all’italiana, dall’altro ltro bisognerà far ripartire i consumi. Buon lavoro. voro. (Francesco Bisozzi)