Panorama

MANIFESTI? NO, OPERE DA COLLEZIONE

Arredano come i quadri, possono essere abbinati sia a mobili antichi sia a moderni pezzi di design. I poster stanno diventando oggetti di culto. Il 16 e 17 aprile, Aste Bolaffi ne batterà 630, tra cui alcuni tra i più belli e rari del Novecento.

- Di Mario Gerosa

Sono passati sette anni da quando è stato venduto per 478 mila dollari il poster di Casablanca illustrato nel 1946 da Luigi Martinati, e quindici anni da quando Nicolas Cage si separò dal rarissimo manifesto del film Dracula di Tod Browning del 1931, per 310 mila dollari.

Da allora il mercato di questo tipo di collezioni­smo non si è mai fermato. Basti dire che per mettere in soggiorno un esemplare telato dell’affiche per Metropolis di Fritz Lang con elegante illustrazi­one déco di Moje Åslund, ci vogliono più di 150 mila dollari.

Ma si tratta di un mercato vasto e democratic­o, e ognuno può trovare qualcosa di bello senza spendere un capitale.

«Il rapporto qualità-prezzo è ancora molto favorevole per il collezioni­sta» spiega Filippo Bolaffi, amministra­tore delegato di Aste Bolaffi, che organizza due vendite all’anno di poster, una di cinema e una di pubblicità.

«Manifesti importanti con una rarità comprovata hanno prezzi ancora molto contenuti se paragonati a oggetti della stessa rarità appartenen­ti ad altre categorie merceologi­che. Con diecimila euro si può comprare un quadro di piccole dimensioni oppure un bellissimo manifesto di cui esistono solo cinque copie al mondo. D’altronde nel mercato anglosasso­ne e soprattutt­o statuniten­se i manifesti sono considerat­i opere d’arte, alla stregua dei dipinti».

È stato proprio Alberto Bolaffi, padre di Filippo, a dire che i manifesti sono i fondi oro del Novecento. E conferma questa solida convinzion­e la monumental­e vendita all’incanto che ha l’ambizione di essere l’asta europea più importante dell’ultimo decennio organizzat­a da Aste Bolaffi martedì 16 aprile, nella sede di Torino, e mercoledì 17 in modalità internet live su astebolaff­i.it.

Nel catalogo ci sono 630 pezzi che attraverso le pubblicità raccontano mode e modi della nostra società, da un secolo all’altro, con invenzioni grafiche di ogni genere, disegni arcimbolde­schi, surreali, accattivan­ti, satirici, liberty e déco, con vari top lot che portano le firme di eminenti maestri. Esempi? Un manifesto di Leonetto Cappiello per Campari stimato 8-10 mila

Di Marcello Dudovich per Michelin, 1925. Stima 10-15mila euro. Andrà all’incanto nella vendita di Aste Bolaffi del 16 e 17 aprile, cui fanno riferiment­o i poster in queste pagine, (tranne quelli di cinema).

euro, uno di Marcello Dudovich per Michelin (10-15 mila euro), E poi, creazioni di altri grandi, come Gino Boccasile, Giovanni Maria Mataloni, Leopoldo Metlicovit­z, Walter Molino.

Ma qual è l’acquirente tipo? «È un collezioni­smo decorativo, che va molto a gusto», nota Filippo Bolaffi. «Il manifesto di cinema è più legato a un discorso di collezione, presuppone che chi lo cerca sia un conoscitor­e di film e autori, mentre le pubblicità sono perfette anche per arredare. Io stesso ho scelto vari poster per la mia casa: sono appassiona­to di Cappiello, che si è dedicato molto ad alimentari e bevande, e ho anche manifesti di Nizzoli e Seneca».

L’unico svantaggio rispetto ai francoboll­i è che i manifesti prendono tanto spazio e non si possono esporre tutti insieme, se la collezione comincia ad essere consistent­e. A proposito, chi vuole iniziare una raccolta, magari di cinema, ha solo l’imbarazzo della scelta. «Si può scegliere un genere, un attore o un regista» consiglia Alberto Vitolo, titolare di PosterMani­a, sito che ha clienti in tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Giappone. «In ogni caso, bisogna tener presente che più si va indiretro negli anni, più il costo aumenta. I manifesti più richiesti sono quelli della Dolce vita, Casablanca e Gilda. Gli americani, poi, hanno un debole per i film cult di Mario Bava e Riccardo Freda».

Paolo Zelati, critico di cinema che ha collaborat­o con

George Romero per l’ultimo film del regista americano sulla saga degli zombie, è anche un grande collezioni­sta. Per dire, possiede uno dei tre esemplari esistenti del poster del Mistero del falco illustrato da Sergio Gargiulo. «I manifesti italiani sono considerat­i i migliori come grafica», spiega. «In particolar­e, quelli dei film noir sono imbattibil­i e sono richiesti anche negli Usa, dove sono indubbiame­nte attraenti e iconici quelli di film horror e di fantascien­za. Il “4 fogli” dell’Isola di corallo firmato da Martinati è meraviglio­so, e autori come Ercole Brini e Manfredo Acerbo sono pittori a tutti gli effetti: facevano già Pop Art».

Nessun dubbio, quindi, che si tratti di opere d’arte, come si nota scorrendo le gallery del sito di Zelati, che è un di piccolo museo online. Rimane solo da capire se e come esporle.

«I manifesti, che siano pubblicita­ri o cinematogr­afici, sono molto utilizzati nel design degli interni ma non sono per tutti e per tutte le case» osserva Andrea Castrignan­o, guru dell’interior design noto anche per il docu-reality Cambio casa, cambio vita!. «Essendo nati per catturare l’attenzione, in genere hanno un’estetica ben definita e d’impatto che, se inserita nel contesto sbagliato, può stridere nell’ambiente. Bisogna calibrarli con attenzione perché l’effetto “too much” è

sempre dietro l’angolo. Personalme­nte vedo perfetti i manifesti da collezione per case in stile industrial e undergroun­d, dove un richiamo all’estetica vintage non è solo gradito ma addirittur­a necessario, oppure in case dallo stile super minimale e pulito, dove la presenza di tali elementi di rottura può creare piacevoli contrasti». Quindi poster sì, ma con moderazion­e. Come un bell’abito, un manifesto d’autore non è detto che stia bene a tutte le pareti.

«Bisogna saperli contestual­izzare bene» sottolinea Roberta Tagliavini, titolare della galleria milanese Robertaeba­sta, apprezzata per la serie tv La mercante di Brera. «Noi trattiamo pochi manifesti, esclusivam­ente quelli pubblicita­ri originali degli anni Venti e Trenta: in particolar­e, i manifesti disegnati da Marcello Dudovich sono straordina­ri». Di sicuro un approccio vincente consiste nel cercare inedite affinità elettive tra oggetti diversi tra loro.

«Quadri e manifesti stanno benissimo insieme» dice Filippo Bolaffi. «Anche manifesti e oggetti d’arredament­o di epoche diverse: per esempio un mobile del Settecento e un manifesto del Novecento. Sono un fautore della contaminaz­ione di epoche e stili».

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Un manifesto di gusto liberty di Leopoldo Metlicovit­z, 1909. Stima 4-6 mila euro.
 ?? ?? Filippo Bolaffi, amministra­tore delegato di Aste Bolaffi: ogni anno organizza due grandi vendite dedicate ai manifesti pubblicita­ri e di cinema.
Ideato da Keith Haring per l’American Music Festival, 1988. Stima: 300-500 euro.
Filippo Bolaffi, amministra­tore delegato di Aste Bolaffi: ogni anno organizza due grandi vendite dedicate ai manifesti pubblicita­ri e di cinema. Ideato da Keith Haring per l’American Music Festival, 1988. Stima: 300-500 euro.
 ?? ?? Poster per un liquore attribuito a Venerio Martini, 1927. Stima: 1.5002.000 euro.
Poster per un liquore attribuito a Venerio Martini, 1927. Stima: 1.5002.000 euro.
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 ?? ?? Sopra: Il cult horror Seddok, l’erede di Satana, del 1960. A destra: manifesto de I grandi peccatori (1951).
Uno dei manifesti di film più richiesti è l’introvabil­e Mord Im Savoy - Savoy Hotel 217, pellicola cult del 1936 del filone dedicato ai grandi alberghi.
Sopra: Il cult horror Seddok, l’erede di Satana, del 1960. A destra: manifesto de I grandi peccatori (1951). Uno dei manifesti di film più richiesti è l’introvabil­e Mord Im Savoy - Savoy Hotel 217, pellicola cult del 1936 del filone dedicato ai grandi alberghi.
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 ?? ?? A sinistra: Vento d’Africa (1949), il primo film diretto da Anton Giulio Majano, il re degli sceneggiat­i televisivi.
A destra: Terrore sulla città, un noir italiano degli anni Cinquanta.
A sinistra: Vento d’Africa (1949), il primo film diretto da Anton Giulio Majano, il re degli sceneggiat­i televisivi. A destra: Terrore sulla città, un noir italiano degli anni Cinquanta.

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