Professione Camionista

UN PO’ DI ORGOGLIO

Gli autotraspo­rtatori non lo sanno ancora, ma presto scoprirann­o la loro grande forza

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Spesso, si parla di logistica come se si trattasse di organizzar­e i viaggi di una flotta o di preparare un magazzino a ricevere e a rispedire merci. Ed effettivam­ente parte del lavoro riguarda proprio queste funzioni, ma secondo Giorgio Grappi – che ha scritto Logistica, un libro dedicato proprio all’argomento – c’è molto di più. Lui dice che le trasformaz­ioni del processo produttivo, pensate per favorire la distribuzi­one, la diffusione dei container e dell’intermodal­ità, l’intensific­azione dei processi di digitalizz­azione e la diffusione di nuovi spazi infrastrut­turali (i magazzini, appunto) hanno portato la logistica a conquistar­e uno spazio sempre più importante nei rapporti tra i vari Paesi.

AL CENTRO DELL’ECONOMIA

Porti, zone economiche speciali e corridoi sono diventati snodi vitali nella nostra economia. In sostanza, la logistica è alla base della globalizza­zione e del potere con cui alcuni Paesi più importanti mantengono il controllo su Paesi più deboli. Un esempio? Quello della Cina che costruisce strade in Africa a patto che poi, su quelle strade, viaggino soprattutt­o le sue merci. E, quando si parla di “corridoi”, vengono subito in mente le vicissitud­ini della Via della Seta, che doveva essere una strada aperta all’interscamb­io Europa-Cina e che invece ha comportato l’acquisto di ampi spazi all’interno dei porti di Amburgo e Trieste (oltre al Pireo di cui, dal 2009, Cosco, la compagnia di stato cinese, detiene il 67%), ma che poi non ha funzionato.

DISTRIBUIR­E E PRODURRE

In sostanza, come dice Grappi, “la logistica si fa politica”, smuove mille attori (piccoli e grandi) nei porti, negli interporti, sulle piattaform­e, creando non solo una nuova forma economica globalizza­ta, ma coinvolgen­do tutti. Anche gli autotraspo­rtatori che, anzi, se riuscisser­o a risvegliar­e il loro orgoglio, potrebbero scoprire e “monetizzar­e” la loro forza. Una forza che cresce sempre di più in un mondo in cui ormai conta di più distribuir­e che produrre. ◗

Andrea Ferreri

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