AQUALUNG 50th ANNivERSARy
DOPO L’ESORDIO DEL 1968 E IL SUCCESSO DEI DUE ALBUM SEGUENTI, I JETHRO TULL DANNO ALLE STAMPE IL LAVORO CHE LI CONSACRERÀ DEFINITIVAMENTE NELLA STORIA DELLA MUSICA PROG E NON SOLO…
Il 1970 dei Jethro Tull si era chiuso con due eventi di fondamentale importanza. Innanzitutto, il concerto del 15 novembre del 1970 alla State University di New York aveva rappresentato l’ultima performance del bassista Glenn Cornick con la band. Mentre gli altri musicisti erano in procinto di tornare in Inghilterra, Cornick venne licenziato nella caffetteria dell’aeroporto dal manager della Chrysalis, Terry Ellis, su precisa richiesta di Ian Anderson: il frontman e leader del gruppo imponeva infatti a tutti i membri dei Jethro Tull una ferrea disciplina fuori dal palco, priva degli eccessi tipici delle rockstar dell’epoca, cioè droga, alcool e donne, tutte cose cui il buon Glenn non voleva rinunciare. Per sostituirlo nel più breve tempo possibile, nel dicembre del 1970, Anderson richiamò il suo vecchio compagno della Graham School Jeffrey Hammond (al cui cognome, per gioco, venne aggiunto un secondo Hammond rafforzativo), già membro, dal 1963 al 1966, prima dei Blades e poi della John Evan Band, in cui aveva militato insieme agli stessi Ian Anderson, John Evan e al batterista Barrie Barlowe. Con l’arrivo di Hammond, finalmente, si riesce a dare un volto a quell’enigmatico Jeffrey che compare nei titoli delle canzoni dei primi tre album dei Jethro Tull: A Song For Jeffrey su THIS WAS, Jeffrey Goes To Leicester Square su STAND UP e infine For Michael Collins, Jeffrey And Me su BENEFIT, a testimonianza della stima e dell’affetto che Ian Anderson ha sempre nutrito nei confronti di quello che di lì a poco sarebbe diventato una figura carismatica e fondamentale all’interno del gruppo. Inizialmente, però, Jeffrey fece un po’ rimpiangere il tecnicamente ben più dotato Glenn Cornick e pare che Martin Barre si fosse irritato perché per fargli imparare a dovere il repertorio furono necessarie molte prove.
Il mio amico Aqualung
Nonostante queste iniziali difficoltà – ecco il secondo evento cruciale di fine 1970 – dal 13 al 20 dicembre i Jethro Tull entrano in sala di incisione, gli Island Studios di Londra, con John Burns come tecnico del suono, per regi
«AQUALUNG contiene molti tra i miei pezzi preferiti. Non avevo nessuna idea di fare un concept album» Ian Anderson
strare le prime versioni dei brani del loro quarto album. Oltre alle undici tracce che lo comporranno, vengono registrate anche Pancake Domesday (brano a oggi ancora inedito) e una prima versione di Up The Pool, pubblicata nel maggio del 1971 nell’Ep Life’s A Long Song, e poi, il 31 ottobre del 1972, sul quarto lato della doppia antologia LIVING IN THE PAST. Tra i brani incisi in quelle sessioni, segnaliamo anche Lick Your Finger Clean, che inizialmente sarebbe dovuta essere pubblicata come singolo, ma che poi non trovò posto neanche nell’album. Nel 1974, però, grazie a un diverso arrangiamento, più scanzonato e meno frenetico, arricchito dalla fisarmonica e dal Minimoog di John Evan e dal sax soprano suonato da Ian Anderson, verrà pubblicata con il titolo di Two Fingers nell’album WARCHILD. La versione originale, quella registrata nel dicembre del 1970, vedrà la luce solo diciotto anni dopo, nel cofanetto antologico 20 YEARS OF JETHRO TULL del 1988. Nel febbraio del 1971, proprio nei giorni successivi alle due date italiane di Milano (1, teatro Smeraldo) e Roma (2, teatro Brancaccio), e cioè nella settimana compresa tra il 5 e il 12, sempre agli Island Studios, i brani dell’album vennero registrati nuovamente nelle loro versioni definitive, tranne Up To Me, la cui versione finale risale invece alla sessione del 20 dicembre 1970. Curiosamente, i grandi classici della band, Aqualung, My God e Locomotive Breath, vennero registrati tutti lo stesso fatidico giorno: il 12 febbraio. Durante la registrazione dell’assolo di chitarra di Aqualung, sembra che fosse presente in studio anche Jimmy Page, che in un’altra sala degli Island Studios stava registrando con i Led Zeppelin il loro storico quarto album. Una prima versio
« Aqualung è un brano intenso per le emozioni contrastanti che racconta: compassione, paura, imbarazzo» Ian Anderson
ne di My God, invece, era stata registrata precedentemente, con Glenn Cornick al basso, ai Morgan Studios di Londra, nelle sessioni dell’11 e 12 aprile 1970, insieme alla dolcissima Just Trying To Be, una sorta di ninna nanna in cui la voce e la chitarra acustica di Ian Anderson vengono accompagnate da John Evan alla celesta, un antico strumento a tastiera che riproduce il suono di un carillon. Il 21 giugno del 1970, sempre con Glenn Cornick al basso, che a distanza di anni lo eleggerà suo brano preferito tra tutti quelli da lui suonati nei Jethro Tull, venne registrata una versione primordiale di Wond’ring Aloud, dal titolo Wond’ring Again, pubblicata anch’essa sulla raccolta LIVING IN THE PAST. Oltre alla struttura musicale, più lunga e articolata, anche il testo era differente: se la prima parte, infatti, conteneva una caustica denuncia contro la società moderna in rovina, insensibile nei
confronti della povertà nel mondo e dei problemi ambientali – “Le risorse naturali si vanno esaurendo e nessuno invecchia più, e quelli che non hanno una casa dove andare, per favore, si scavino la fossa da soli” – nella seconda parte (quella che diventerà Wond’ring Aloud) si accennava invece alla nascita di un figlio cui trasmettere le proprie preoccupazioni sul futuro. Insomma, un testo molto più in linea con la sensibilità ecologista di oggi rispetto a quanto non lo fosse nel 1971.
Il titolo
Il significato del titolo “Aqualung” può avere diverse interpretazioni: le più interessanti sono “acqua nei polmoni”, e quindi “soffocamento”, oppure “autorespiratore”, in quanto il rantolo emesso dal barbone raffigurato in copertina, protagonista della prima traccia dell’album, secondo la spiegazione fornita dallo stesso Ian Anderson, sarebbe simile al rumore prodotto da un respiratore subacqueo
(“deep sea diver sounds” nel testo della canzone). Il titolo, perciò, indicherebbe sia l’impossibilità di vivere in condizioni non congeniali (l’acqua nei polmoni) che la possibilità di farlo (grazie all’autorespiratore). Curiosamente, al tempo dell’uscita dell’album esisteva – ed esiste ancora – un’azienda francese chiamata Aqua Lung International, divisione del gruppo francese Air Liquid, che produceva attrezzature subacquee; sembra che l’azienda avesse inizialmente pensato di intentare una causa contro i Jethro Tull per l’uso improprio del marchio registrato, ma poi tutto si risol
se amichevolmente. Il nuovo disco, in realtà, si sarebbe dovuto chiamare “My God”, ma la contemporanea presenza sul mercato clandestino di un bootleg dallo stesso titolo, contenente una delle prime versioni dell’epico brano, fece virare la scelta verso AQUALUNG, tanto per non indurre i fan a comprare il disco sbagliato.
La cover
Comunque sia, qualsiasi significato il titolo possa avere, esso si riferisce inequivocabilmente a quel barbone, sporco e arrabbiato, che è stato mirabilmente ritratto in copertina da Burton Silverman, pittore americano neorealista di grande talento, nato nel 1928. Stando a quanto racconta l’artista, il dipinto, eseguito con la tecnica dell’acquarello, sarebbe un suo autoritratto. Altri sostengono invece che sia ispirato a una fotografia scattata a un senzatetto da Jennie Franks, prima moglie di Ian Anderson ed ex segretaria della Chrysalis, cui viene attribuito anche il testo della titletrack. Tuttavia, se il soggetto ritratto sulla copertina, almeno nelle intenzioni iniziali, non sembra abbia avuto alcun riferimento diretto con il cantante dei Jethro Tull, nell’immaginario collettivo la figura del barbone venne istintivamente sovrapposta a quella cui lo stesso Anderson dava mirabilmente vita durante i concerti, con i capelli arruffati, la barba lunga e un cappotto a quadri rossi e neri strappato su un
lato. Ian Anderson, in seguito, forse proprio per sfuggire a questa non troppo gradita sovrapposizione, dichiarò che avrebbe preferito utilizzare la fotografia scattata dalla moglie piuttosto che il dipinto di Silverman. Anche l’illustrazione interna dell’album, con i componenti della band ritratti all’interno di una chiesa, indossando strane fogge e in atteggiamenti dissacranti, è notevole, così come il retro, con il barbone seduto sul ciglio di un marciapiede vicino a un cane. A quanto pare, attualmente le tre illustrazioni originali sono di proprietà di un collezionista. Terry Ellis pagò 1500 dollari a Silverman per il lavoro.
Il successo
In seguito alla sua pubblicazione, avvenuta il 19 marzo del 1971, per l’etichetta inglese Island Records, l’album riscosse consensi quasi unanimi, sia da parte della critica che del pubblico, raggiungendo il terzo posto della classifica inglese e il settimo posto di quella statunitense, dove venne pubblicato dall’etichetta Reprise Records il 3 maggio del 1971. Negli anni successivi, oltre a venire ristampato in tante edizioni e formati, l’album ha ottenuto vari riconoscimenti, tra cui il disco di platino in USA e quello d’oro nel Regno Unito, in Germania e Italia, mentre la rivista «Rolling Stone» l’ha inserito nella lista dei cinquecento migliori album di sempre.
Il concept
Più volte si è discusso se AQUALUNG possa essere annoverato nella categoria dei concept album, quei dischi cioè a tema unico, i cui testi raccontano un’unica storia attraverso brani differenti, mentre musicalmente alcuni temi o parti si ripetono, eventualmente con va
riazioni. Una formula questa molto in voga già dalla seconda metà degli anni Sessanta, basti pensare a FREAK OUT! dei Mothers of Invention (1966), SGT. PEPPER’S LONELY HEARTS CLUB BAND dei Beatles (1967) o TOMMY degli Who (1969). Ian Anderson, però, intervistato al riguardo, ha sempre negato di essere partito con questa intenzione: “AQUALUNG contiene molti tra i miei pezzi preferiti; si tratta di un insieme di brani che non raccontano una storia, pur avendo molti legami tra loro. Non avevo nessuna idea di fare un concept album”. Sta di fatto, però, che i personaggi che progressivamente prendono vita all’interno del disco compaiono in brani diversi, risultando collegati tra loro da molteplici rimandi interni; considerando poi che il primo e il secondo lato dell’album, non solo hanno titoli diversi, ma affrontano anche tematiche differenti, potremmo arrivare ad affermare di essere addirittura in presenza di un doppio concept album. Se da una parte, infatti, il primo lato, denominato “Aqualung”, come la prima traccia, affronta i vari aspetti di una dimensione suburbana, squallida e disumanizzata, suscitando sentimenti contrastanti a metà strada tra il disprezzo e la compassione, il secondo lato, “My God”, che prende anch’esso il nome dalla prima traccia, si focalizza invece sul difficile rapporto tra l’uomo e la religione, attaccata causticamente per le sue contraddizioni e le sue ipocrisie, in nome di una relazione più intima e sincera con il divino. Il dualismo presente nell’album non riguarda solo la parte testuale, ma anche quella musicale. Infatti, come acutamente osservato dal romanziere Craig Thomas, dal punto di vista espressivo in AQUALUNG convivono due anime, opposte ma complementari: una definita “declamazione blues e hard-rock”, l’altra “introspezione lirica e folk”. Entrambe trattano problematiche ancora attuali, riassumibili nelle seguenti coppie di opposti: società/individuo, città/ campagna, infelicità/gioia.
«Ho sempre scritto canzoni che parlano dei problemi reali della vita, come Aqualung o Locomotive Breath »
Ian Anderson