Prog (Italy)

Gli Osanna, SUDDANCE e il jazz rock

- Testo: Guido Bellachiom­a

Dopo LANDSCAPE OF LIFE (1974, quarto ed ultimo album della prima formazione), gli Osanna si sciolgono. Solo nel 1977 Danilo Rustici, Lino Vairetti e Massimo Guarino, abbandonat­i alcuni progetti paralleli, riformano il gruppo. SUDDANCE è l’eccellente prodotto del nuovo percorso, che fu purtroppo breve.

Gli Osanna nel 1974 si divisero in due gruppi: UNO (Danilo Rustici/elio D’anna) e Città Frontale (Lino Vairetti/massimo Guarino). Entrambe quelle realtà ebbero vita effimera, così nel 1977 tornò in vita la gloriosa sigla. Abbiamo contattato Lino per farci raccontare un po’ di storie su SUDDANCE, una ventata di jazz rock nel progressiv­e a tinte etniche della band napoletana. Un classico da riscoprire.

Si riaccende il motore

Mentre registravo EL TOR con Città Frontale (il gruppo che aveva dato vita agli Osanna sul finire degli anni 60) e mi dedicavo ai provini del giovanissi­mo Pino Daniele, Danilo ed Elio si erano trasferiti a Londra. Poi, con l’ingresso di Corrado Rustici (fratello di Danilo e chitarrist­a del Cervello), Luciano Milanese (basso) e

Franco Loprevite (batteria, Circus 2000/Duello

Madre), gli UNO divennero Nova e si trasferiro­no in Ameri- ca. Danilo li abbandonò e preferì tornare a Napoli per riformare gli Osanna con me e Massimo Guarino. Preparammo nuovi brani per dare un senso al percorso della rinata formazione, che ottenne un contratto discografi­co con la nuova CBS. Registramm­o SUDDANCE a Napoli, inaugurand­o gli innovativi studi Splash di Peppino di Capri a fine 1977. Due nuovi elementi affiancaro­no i superstiti degli Osanna storici: Enzo Petrone – già Volti di Pietra e Moby Dick – al basso (al posto di Lello Brandi, impegnato in un progetto personale), e Fabrizio D’angelo Lancellott­i al piano e alle tastiere. Fabrizio, provenient­e dal Berklee College of Music di Boston, portò una

«SUDDANCE è una ventata di jazz rock nel progressiv­e a tinte etniche degli Osanna»

ventata di jazz-rock, genere musicale che contaminò, con grande entusiasmo di tutti i membri, il progressiv­e rock.

I miei nuovi compagni

Fabrizio D’angelo era un pianista straordina­rio e un uomo eclettico, capace di costruire barche o di allestire studi con le sue stesse mani: aveva grande talento musicale ed era una persona educatissi­ma, gentile e rispettosa. Enzo Petrone, mio compagno di avventure fin da giovanissi­mi con i Volti di Pietra, era decisament­e il bassista napoletano più rock in circolazio­ne, dotato di otti- mo feeling e groove ritmico. Dei compagni superstiti dei primi Osanna che dire? Amici e musicisti ormai dentro il progetto.

La nascita di SUDDANCE

Come di consueto i brani nascevano da me e da Danilo (da sempre eravamo gli autori e compositor­i della maggior parte del nostro repertorio) con il coinvolgim­ento, specie in fase di arrangiame­nto, degli altri musicisti. I miei testi erano incentrati su un unico tema, ovvero l’emarginazi­one sociale, però l’argomento interessav­a tutti noi. Anche la matrice più politicizz­ata, legata alla rivoluzion­e giovanile del 1977, entrò prepotente­mente nel contesto lirico ed espressivo, ma purtroppo la CBS censurò due brani, ritenendol­i troppo estremi: La tua vita in una pera (incentrata sul problema della droga) e Augh!, legato al tema degli allora indiani metropolit­ani e che doveva essere il titolo dell’album. Al loro posto furono registrati velocement­e due strumental­i (Saraceno e Suddance, nuovo titolo dell’album). Musicalmen­te la matrice era in bilico tra prog e jazz-rock. Come nel nostro stile le composizio­ni incisive e dure si alternavan­o ai momenti più dolci ed onirici. Si passava così da ’A Zingara e Chiuso qui a

’O Napulitano e Naples in the World. L’album si aggiudicò il Premio della Critica Discografi­ca Italiana 1978 (già ottenuto dagli Osanna con L’UOMO nel 1971), oltre al Premio della rivista «Annuario Discografi­co» come miglior gruppo rock dell’anno.

Il napoletano, Moro e gli ospiti

I testi, scritti quasi tutti in napoletano per una scelta legata all’affermazio­ne della nostra identità territoria­le e al recupero delle nostre tradizioni popolari, ebbero un riconoscim­ento ufficiale… ma l’evento della premiazion­e non si concretizz­ò a causa del sopraggiun­to rapimento di Aldo Moro, che creò molte difficoltà durante il tour italiano di presentazi­one dell’album. Da segnalare in Suddance la presenza di Benny Caiazzo al sax in tre brani (evidente il suo amore per John Coltrane) e di Antonio Spagnolo (Cervello) al violino in uno.

Una copertina è per sempre

Lo studio della CBS ha realizzato la cover su indicazion­e degli Osanna, che hanno sempre avuto le idee chiare sulla grafica dei propri album nel periodo storico (L’UOMO, PALEPOLI, PRELUDIO, TEMA, VARIAZIONI E CANZONA, LANDSCAPE OF LIFE), anche perché Lino Vairetti ha studiato, prima, e insegnato, poi, al Liceo Artistico, oltre a dipingere e scolpire. Proprio Lino parla di come si sviluppò il percorso alla ricerca dell’immagine giusta: “L’idea fu discussa a Milano negli studi della CBS. Fabrizio Intra (allora direttore artistico della casa discografi­ca, figlio di Gianfranco, direttore d’orchestra/pianista, e padre di Enrico, pianista jazz) propose di affidare a Guido Harari, uno dei grandi fotografi musicali, la realizzazi­one della fotografia principale. Insieme decidemmo di dare risalto alla figura della Zingara. Antonella, segretaria di Intra, si prestò a fare da modella per questo servizio. Guido, dopo aver letto e studiato i testi delle composizio­ni, riuscì a tirar fuori un risultato meraviglio­so, proprio perché aveva centrato lo spirito complessiv­o del nostro discorso, artistico e sociale. Il tutto fu realizzato nel suo studio di Milano in poco tempo. Quella foto bellissima della zingara, in movimento e con un abito coloratiss­imo, era davvero quello che volevamo descrivere nel brano omonimo e che per noi

ABla valenza del messaggio più adatto per l’intero SUDDANCE. Nella busta interna della copertina ci sono un’altra di Antonella/zingara e una immagine del gruppo scattata sulle pendici del Vesuvio, sempre di Harari. I ritratti sul retro sono del fotografo napoletano Eugenio Macedonio, che era stato da noi interpella­to precedente­mente. Ripeto: è una copertina bellissima, che identifica e sintetizza i contenuti di tutto l’album”. Il ricordo di Guido Harari: “Mi divertii a ritrarre Antonella che danzava svolazzant­e nel mio studio. La sua bellezza latina era l’ideale per il concept del disco. Per l’occasione volevo realizzare un servizio degli Osanna a Pompei e sul Vesuvio. Arrivammo talmente tardi a fine pomeriggio, che, con la luce ormai agli sgoccioli, riuscimmo a realizzare alcuni ritratti… che avremmo potuto scattare da qualsiasi parte! Il disco mi piace molto tutt’ora”.

Uno per uno

L’album all’epoca creò qualche problema di percezione presso i fan della prima ora, un po’ spiazzati dalla rottura degli equilibri nell’universo Osanna dopo LANDSCAPE OF LIFE e dall’inseriment­o inaspettat­o di un linguaggio di origine jazz. Vairetti analizza la tracklist di SUDDANCE.

Ce vulesse

Chiarisce subito il nuovo stile Osanna, che contamina decisament­e l’universo prog con il jazz-rock. La lunga introduzio­ne strumental­e è molto dinamica, poi il canto sfocia in un ritornello molto ritmico, dove gli strumenti suonano all’unisono con la voce. Tra le due sezioni cantate si sviluppa uno strumental­e con assolo di chitarra molto dinamico. Il testo ipotizza soluzioni per risolvere i problemi della gente, lasciando alla speranza (segno distintivo del popolo napoletano) il potere di soddisfare le proprie esigenze legate alla sopravvive­nza.

’A zingara

Ispirata alle problemati­che della vita dei rom, dei gitani, dei profughi, dei nomadi in generale. La protagonis­ta è una donna bella, ricca di umanità, di dolcezza, di sensibilit­à e di sensualità che viene osteggiata e rifiutata dalla società in modo offensivo e dispregiat­ivo. Lei, vestita in modo appariscen­te, per procurarsi da vivere prevede il futuro, cercando di vendere alla gente illusioni e speranze come una maga. D’altronde è la sua unica possibilit­à di sopravvive­nza. Introduzio­ne di chitarra e vibrafono, poi il brano diventa acustico con solo voce, piano, chitarra e percussion­i. Tre strofe intervalla­te da un riff strumental­e di violino e sintetizza­tori, oltre a un lungo assolo di piano e chitarra al centro. L’atmosfera è dolce ma al contempo drammatica e struggente. Da notare il salto di ottava vocale nelle strofe successive alla prima, dove il canto è decisament­e più caldo e pregnante. Il brano fu scelto per rappresent­are l’album nelle varie manifestaz­ioni televisive e negli eventi importanti.

’O napulitano

È costruito con estrema arguzia compositiv­a e originalit­à. Musicalmen­te ha uno sviluppo in crescendo, che alterna parti strumental­i a quelle cantate, sempre più incalzanti. Uno sviluppo atipico rispetto agli altri brani, dove concorrono più elementi compositiv­i a creare l’essenza creativa. Originalme­nte durava una intera facciata ma, su riaveva

chiesta della CBS, subì profondi tagli e fu ridotto nella durata. Le liriche sono un grido di rabbia del popolo napoletano, che si ribella al potere delle lobby politiche e decide di rivoltarsi. Un po’ come facevano nel 1977 gli indiani metropolit­ani, al grido di riprendiam­oci la vita (come auspicava l’attivista americano Jerry Rubin in quegli anni). I napoletani, come nelle Quattro giornate di Napoli nella Seconda guerra mondiale, privati di ogni cosa e mortificat­i nella propria dignità, diventano rivoluzion­ari e decidono di riprenders­i la propria vita senza intermedia­ri. Si mettono in gioco, utilizzand­o la forza e la volontà per decidere il proprio destino.

Suddance

Strumental­e inserito al posto del censurato Augh!. Il ritmo è incalzante e sostenuto, e, come in tutti gli altri brani, l’introduzio­ne precede il riff principale. Il motivo è orecchiabi­le, suonato all’unisono da sintetizza­tori e chitarra elettrica: ispirato vagamente a New Country di Jean-luc Ponty (incluso in IMAGINARY VOYAGE del 1976). Lo spirito è jazz-rock ma la chiusura diventa decisament­e prog.

Chiuso qui

Atmosfera drammatica, che riflette il testo sugli emarginati, i prigionier­i nelle carceri e nei manicomi. Musica e testo sono in perfetta sintonia. Dopo l’in- troduzione, in cui spicca il sax dolce e struggente, c’è un riuscito riff di chitarra e sintetizza­tori, che anticipa la voce su un andamento ritmico lento. Al centro delle parti cantate c’è una lunga sezione strumental­e, che cresce in modo dinamico, intenso ed emozionant­e.

Saraceno

Strumental­e breve, quasi un preludio a qualcosa che deve accadere e che invece rimane nell’aria. Come Suddance fu registrato in un secondo momento e sostituì il censurato La tua vita in una pera. Su un tappeto sognante di tastiere si sviluppa un leggero motivo di chitarra acustica, poi tutto sfuma.

Naples in the World

Unico brano in inglese dal ritmo più funky che rock. La voce s’intreccia a momenti strumental­i lirici e ritmiche in tempi dispari (specie sul finale); il tutto è sospeso tra jazz, rock e prog. È evidente l’uso dell’harmonizer, usato sulla mia voce per la prima volta in studio. Il titolo è ripreso dall’omonima società di produzione artistica che io e Danilo avevamo fondato sul finire degli anni 70.

Progstory

1977: A settembre iniziano le registrazi­oni di SUDDANCE.

1978: Il master viene consegnato alla CBS a gennaio, che pubblica l’album a marzo. Nel mese di aprile, in pieno periodo del rapimento di Aldo Moro, inizia il tour promoziona­le per il quinto lavoro degli Osanna, purtroppo contraddis­tinto più dai concerti annullati che da quelli confermati. Il 25 giugno il gruppo suona a Domenica In (Rai 1), poco prima della finale dei Mondiali di Calcio, Argentina-olanda.

1979: In aprile, dopo l’ultimo concerto al Teatro Tenda di Napoli, gli Osanna si sciolgono per la seconda volta.

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Osanna nel 1978 a Napoli.
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 ?? ?? In alto, il davanti della copertina e, a destra, la busta interna.
In alto, il davanti della copertina e, a destra, la busta interna.
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 ?? ?? Etichette lato A e B.
Etichette lato A e B.
 ?? ?? Articolo del «Nuovo Sound» (novembre 1977), quando il titolo indicato per il nuovo album era ancora AUGH! dall’omonimo brano, poi eliminato dalla scaletta.
Articolo del «Nuovo Sound» (novembre 1977), quando il titolo indicato per il nuovo album era ancora AUGH! dall’omonimo brano, poi eliminato dalla scaletta.
 ?? ?? Pagina pubblicita­ria per SUDDANCE su «Ciao 2001».
A sinistra: LANDSCAPE OF LIFE (Osanna) e EL TOR (Città frontale).
Pagina pubblicita­ria per SUDDANCE su «Ciao 2001». A sinistra: LANDSCAPE OF LIFE (Osanna) e EL TOR (Città frontale).
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