Alla ricerca del PARADISO
L’imperfezione del PARADISO è un puro ossimoro, come “una lucida pazzia”. Metamorfosi nel 2004 riesce a essere credibile con la propria visione del PARADISO, ultima parte della Divina Commedia di Dante Alighieri. Enrico Olivieri (tastiere) e Jimmy Spitaleri (voce) nel 1972 iniziano la trilogia dantesca pubblicando INFERNO (stampato a fine anno ma distribuito nei primi giorni del 1973). Successivamente evitano di seguire la scansione temporale dantesca, così iniziano a comporre il capitolo finale. Purtroppo durante quell’anno Metamorfosi si scioglie e il progetto rimane congelato per più di 20 anni; riprende vita solo nel 1995, quando la band decide che è giunto il momento di rimettere mano all’ormai leggendaria trilogia. Nel 2004 esce questo PARADISO estremamente umano, dove si parla in modo poetico ma duro, dove non si nascondono i problemi legati all’abuso di religioni, ideologie e bassezze umane: dove non si perde mai la speranza del cambiamen- to, da cercare anche attraverso una lotta umana e culturale. Lo stile sinfonico di Metamorfosi non arretra di un millimetro; la passione di Enrico e Jimmy viene supportata dalla sezione ritmica (Fabio Moresco alla batteria e Leonardo Gallucci al basso), potentemente rock ma in possesso della dovuta tecnica per entrare nelle pieghe dell’anima, quando le emozioni hanno bisogno di chiaroscuri e non della luce accecante. Nel 2016 esce PUR
GATORIO per chiudere la lunga avventura: ora Metamorfosi può pensare a un nuovo album “libero” da Dante Alighieri: ovviamente PROG!
Enrico, Jimmy e Fabio ci raccontano un po’ di storie su PARADISO e dintorni…
PARADISO è stato pubblicato in Cd nel 2004, poi ristampato nel 2019 per le edicole con copertina differente, ancora in Cd dalla Mondadori e poi in vinile dalla De Agostini per la collana “Prog Rock Italiano” (tutte le edizioni sono uscite con etichetta Progressivamente e numero di catalogo GMP 003). Riascoltando l’album ci è venuta voglia di parlarne, mentre Metamorfosi sembra essere al lavoro per un nuovo disco.
Tanti tasti nel destino
EO: Nel 1955, all’età di tre anni, canto con mio padre, appassionato di musica, mentre lui fa girare un 78 giri dopo l’altro. A cinque comincio a prendere lezioni di pianoforte fino a 13. Chiedo al mio paziente genitore di vendere il pianoforte e di acquistare un organo elettronico Farfisa a quattro ottave, per entrare in un gruppo di coetanei con chitarra, basso e batteria. Ci esibiamo nelle feste di fine anno presso la scuola media Tozzi, quartiere Monteverde a Roma.
Dai primi gruppi a Metamorfosi
EO: Nel 1967 con alcuni amici fondo Gli Ultimi, che nel 1969 diventano I Frammenti. Eseguiamo cover dei gruppi più popolari fra i giovani e ci esibiamo, soprattutto la domenica pomeriggio, nei locali romani, che sono grosse cantine adattate allo scopo. Formazione con batteria, basso, due chitarre, organo e voce solista. Nel 1971 conosco Jimmy Spitaleri e insieme decidiamo di cambiare il nome in Metamorfosi, iniziando a comporre brani originali da includere nell’album di esordio. La formazione perde uno dei chitarristi. Segue a breve distanza di tempo INFERNO, opera rock ispirata alla Divina Commedia di Dante Alighieri, dove il gruppo decide di non usare più la chitarra.
Concerti dopo INFERNO
EO: Nel 1972 cominciamo a esibirci nei locali, che nel frattempo sono diventati luoghi più idonei per la musica dal vivo. Ricordo con piacere il tour in Veneto con Flea, RRR e Garybaldi. Il concerto più importante è al Palasport di Roma, insieme a molti altri artisti, con un pubblico di circa 15.000 persone. Dovevamo partecipare al Be In Festival, organizzato a Napoli nel giugno 1973 dagli Osanna, ma l’eccessiva lunghezza dei concerti precedenti fece saltare la nostra esibizione.
La fine degli anni 70 e la ricostituzione del 1995
EO: Ci separiamo nel 1974 perché la Vedette, nostra casa discografica, non ci supporta più e ciascuno di noi sceglie strade diverse. Nel 1995, io e Jimmy, dopo l’incontro con Guido Bellachioma, giornalista, produttore e organizzatore di concerti, riprendiamo l’attività musicale. Componiamo e registriamo Mururoa, brano contro gli esperimenti nucleari francesi nell’omonimo atollo del Pacifico. Il brano risente positivamente del lungo periodo di inattività, vero concentrato di situazioni e intrecci musicali che poco avevano a che fare con le nostre precedenti opere. Lo eseguiamo una sola volta al Progressivamente Festival (6 settembre 1996, nostro primo concerto dopo più di un ventennio). Quella sera suoniamo tutti i brani di INFERNO: il pubblico reagisce in mondo entusiastico, spingendoci a proseguire e riprendere in mano il PARADISO, perché molti brani erano già stati concepiti negli anni settanta.
Alla ricerca del PARADISO?
EO: Trentuno anni separano INFERNO da PARADISO, mentre PURGATORIO, titolo leggermente scomodo per un’opera rock, viene lasciato per ultimo. Nonostante il tanto tempo trascorso la modalità di realizzazione è la stessa, ovvero un lungo periodo di prove, durato circa tre anni, durante il quale sono state apportate modifiche alle prime stesure dei brani, effettuate prove e verifiche in corso d’opera. Per PURGATORIO, ad esempio, dalla composizione siamo passati direttamente agli arrangiamenti, preparati al computer; solo successivamente abbiamo utilizzato gli strumenti “veri”. In entrambi i casi la preparazione è stata molto lunga. Le ambientazioni musicali, celestiali o celebrative, si trasformano in sonorità più dure e dark: in alcuni brani cantiamo il PARADISO con la voce di chi non lo ha potuto ottenere e quindi soffre (Cielo di Saturno). Gli strumenti a tastiera della struttura base sono rimasti invariati: pianoforte acustico, organo Hammond, sintetizzatore monofonico analogico (il prototipo costruito per me da Mario Maggi nel 1971, sempre lo stesso!). Poi ho aggiunto la Synthex, tastiera polifonica analogica, anche questa concepita da Mario, mio compagno di scuola, da cui ho estratto tappeti sonori, morbidi e carichi di effetti, che ben si sposavano con parte dell’ambientazione. Il sintetizzatore Oberheim Matrix 1000 è stato usato per creare solo effetti e per eseguire parti soliste. La Yamaha DX7 (Cielo di Saturno) serve per ottenere il suono del clavicembalo. La batteria Gretsch, il basso elettrico Alembic e la chitarra acustica Yamaha Apx (Cielo di Venere) completano la gamma gli strumenti utilizzati. PARADISO è stato eseguito dal vivo nel 2004 allo Stadio Centrale del Tennis al Foro Italico di Roma, nella Rassegna Musica Rock a Trieste, al Nearfest di Philadelphia. Da segnalare il concerto nella Chiesa di Santa Galla a Roma, dove abbiamo utilizzato un organo con 5000 canne a trazione meccanica, uno dei pochi al mondo ancora funzionanti, progettato dal Formentelli. In quest’ultimo caso l’arrangiamento è stato cambiato per organo a canne, voce, chitarra acustica e percussioni elettroniche (il concerto, 20 dicembre 2014, è uscito in Cd nel 2011, LA CHIESA DELLE STELLE).
Introduzione
EO: Effetti elettronici e tappeto di tastiere. Jimmy declama le prime due terzine del Paradiso di Dante. Questa scelta, assente in INFERNO, viene ripetuta in PURGATORIO.
Sfera di fuoco
EO: Tra il Paradiso Terrestre e il primo cielo del Paradiso la luce del Sole appare come una sfera di fuoco. Questa situazione viene interpretata con un frenetico
movimento di pianoforte, intercalato da stacchi di batteria, mentre le tastiere approdano a un largo celebrativo, anticipando il Cielo della Luna.
Cielo della Luna
EO: È il cielo meno luminoso, perché è il più lontano dal centro del Paradiso (“l’umiltà di un Paradiso spento”). Il panorama è nebbioso e il volto delle anime è sfocato (“volti diafani e pallidi”). Brano lento ed espressivo, che offre comunque spazi celebrativi. Io utilizzo l’organo Hammond e il synth monofonico.
Salita a Mercurio
EO: Dante e Beatrice, lasciato il Cielo della Luna, salgono verso quello di Mercurio fra splendori fiammeggianti, che danzano e cantano. L’alternanza di ritmi incalzanti interpreta l’ansia di Dante, che si fonde con la rassicurante figura di Beatrice.
Cielo di Mercurio
EO: Strumentale che descrive la bramosia di onore, nonché della fama terrena delle anime. Largo utilizzo di tastiere, fra le quali troneggia il synth monofonico di Maggi.
Salita a Venere
EO: Dante e Beatrice, sempre più luminosa, si avviano verso il Cielo dell’amore. Brano strumentale diviso in tre parti: la prima e la terza, caratterizzate da un inquieto movimento pianistico, racchiudono il morbido e classicheggiante tema centrale, che anticipa la dolcezza e la grandezza di questo sentimento.
Cielo di Venere
EO: Morbida e coinvolgente melodia per voce, chitarra acustica e tappeto di tastiere. Descrive l’amore in tutte le sue forme, anche quello dei “fottuti eroi, bastardi e poeti bellissimi”.
Il Cielo del Sole
EO: Celebrazione della stella che governa l’intero sistema solare. Ben nove tracce di tastiere elettroniche si fondono per creare un mondo regale, privilegiando il suono dell’organo a canne da cui emergono i possenti bassi della pedaliera.
Cielo di Marte
EO: È Il cielo dei guerrieri. Il brano è suddiviso in due parti, ognuna contenente una strofa e un assolo di synth analogico. Il ritmo marziale delle strofe muta in un 4/4 rock quando canta il synth. Nella prima parte abbiamo i beati, che combatterono per la Fede, nella seconda si condannano tutte le guerre che ancora oggi affliggono l’umanità.
Cielo di Giove
EO: Il posto dei saggi e dei giusti. Le anime dei beati formano la figura di un’aquila, simbolo di forza e giustizia. Brano prevalentemente strumentale e ritmicamente mosso. Si apre nella parte centrale con una melodia larga, dedicata alla figura dell’aquila. Un assolo di basso, molto veloce, richiama da vicino la pastorale n° 147 di J.S. Bach.
Cielo di Saturno
EO: È il cielo dei contemplativi, che salgono e scendono sopra una scala dorata, come il suono di un clavicembalo elettronico, ottenuto da un synth digitale, che percorre una scala di DO minore per tutta la durata del brano. ‘Sia dannata’ è il grido degli uomini che, in quel tempo, non condividevano il comportamento della Chiesa, più attenta al potere che alla spiritualità.
Stelle fisse
EO: Rappresenta il cielo delle anime trionfanti. San Pietro, il ‘guardiano delle anime’, interroga Dante sui temi della fede. In evidenza le percussioni acustiche mentre il synth imita la cornamusa.
Empireo
EO: Strumentale caratterizzato dalle ambientazioni eteree, aggressive o trionfalistiche. Siamo alla fine dell’immaginario viaggio. Il poeta è immerso in una intensissima luce e sale fino ad arrivare vicino a Dio. Non riesce a vederlo perché la luce che Lui emana è accecante. Un crescendo musicale approda al pieno finale, che rappresenta la salita verso Dio e la sua celebrazione. In evidenza la presenza delle tastiere.
La Chiesa delle stelle
EO: Preghiera rivolta a Dio con la coinvolgente melodia cantata sull’accompagnamento del pianoforte acustico. Segue un assolo di synth, poggiato sulla robusta sezione ritmica, che lascia intendere l’imminente fine del brano. Il ritmo del bolero, seguito dall’organo a canne, riprende la melodia principale per concludere l’opera.
Ritmi progressivi
Fabio Moresco, membro di Metamorfosi dal 1995, è anche il batterista del Banco del Mutuo Soccorso, con cui ha inciso l’album TRANSIBERIANA nel 2019 e ora sta lavorando a L’ORLANDO FURIOSO. L’amore per il rock progressivo è evidente dalle sue parole.
FM: Negli anni 70 ascoltavo molto prog italiano, specialmente Metamorfosi,
Banco del Mutuo Soccorso e Museo Rosenbach. Amavo, chiaramente, anche Gentle Giant, Yes, Genesis, King Crimson e Camel. Quando ho conosciuto Gianluca Herigers, il batterista di INFERNO, dotato di eccezionale tecnica, drumming potente e veloce, mi sono innamorato dell’album. L’ho ascoltato così tante volte che ho imparato le parti di batteria a memoria.
Il PARADISO di Fabio
L’album è stato realizzato con i criteri del ventiquattro tracce analogico, almeno per basso e batteria. Provavamo un paio di volte i brani e poi registravamo in diretta. “Buona la prima”. Questa è la forza e l’impatto dell’album. Oggi ci toglierebbero il saluto! Chiaramente prima di arrivare alla stesura finale è stato fatto un lungo percorso di prove in “cantina”, interpretando insieme le parti che Enrico aveva preparato. In qualche concerto prevedevamo di mettere in scaletta, magari come bis, un paio di brani nuovi così da poterli testare. Sapevamo che ripartire dopo gli anni Settanta poteva essere difficile, ma l’album ha riscosso critiche positive e, nei concerti, avvertivamo che il pubblico cercava questa “rinascita”. Ricordo che al Nearfest presentammo INFERNO e PARADISO in versione integrale. Rob Laduca, direttore artistico del festival, quando tornò per i ringraziamenti finali piangeva per l’emozione che gli aveva suscitato l’album della ricostituzione.
Ognuno di noi cercava di dare il massimo. Avvertivo che il pubblico voleva ascoltare qualcosa di nuovo, magari un fill diverso, un tempo suonato per metà chorus con l’hi hat e l’altra metà con la campana del piatto, come in Cielo di Marte, magari qualche accento diverso nei fill del Cielo di Mercurio. Tante cose sperimentate nei concerti sono rimaste nell’album come marchi indelebili. È stato importante per me l’apprezzamento del pubblico per il nuovo lavoro. L’uscita di un album di Metamorfosi dopo trent’anni mi ha permesso di godere pienamente delle emozioni che cercavo e volevo dalla musica e dal mio strumento: la passione, l’amore… la mia vita.
Dall’eterno gelo dell’inferno al Paradiso
Jimmy Spitaleri è, anche visivamente coi suoi lunghi capelli, una delle icone più rappresentative del rock progressivo italiano, apprezzato anche fuori del circuito Metamorfosi grazie alla voce inconfondibile, ricca di grinta e melodia. Jimmy ancora oggi vive pienamente il sogno pro
gressive e le sue storie sono sempre appassionate.
La metamorfosi di Metamorfosi
JS: Il 30 gennaio 1973, dopo circa otto mesi dal nostro primo 33, fu distribuito INFERNO, un cambiamento radicale rispetto all’esordio. È una grande opera rock ancora oggi, riconosciuta ovunque come una delle più importanti del prog sinfonico, non solo italiano. Nel 1973 non mi sentivo più tanto figlio dei fiori. Noi giovani non volevamo più essere buoni, cristiani, predicare l’amore e prendere schiaffi. Intanto ero diventato un ragazzo padre, arrabbiato per quello che accadeva nel mondo perché c’era chi stava cercando di farlo saltare in aria: Vietnam, USA, Unione Sovietica, blocchi contrapposti, potenze nucleari che dominavano la Terra, la potenza ecclesiastica corrotta. Poi la droga, la mafia, lo sfruttamento di chi non poteva ribellarsi, il razzismo. Era la condanna di tutti i colpevoli dei peccati più infami che avvelenavano il mondo; oggi nulla è cambiato, quindi butterei quasi tutti giù nell’abisso dei dannati ancora una volta.
La presentazione, la fine, la danza ricomincia
JS: La presentazione di INFERNO avvenne al Piper Club di Roma, ottenendo notevoli consensi come anche i concerti seguenti. La band si sciolse all’inizio del 1974, dopo solo due anni di attività, anche se le esperienze andavano alla velocità della luce. L’avventura Metamorfosi ricominciò nel 1995 quando incontrai nuovamente Enrico Olivieri. Il primo concerto (6 settembre 1996 al Progressivamente Festival) sancì il grande ritorno perché la nostra musica aveva ancora forza e vitalità pazzesche. L’emozione commosse i 4000 spettatori intervenuti al Testaccio Village e noi stessi. Metamorfosi era tornata!
Dante e Jimmy
JS: Dopo la ricostituzione fu subito chiaro che la via era quella di proseguire sulle orme di Dante Alighieri, scegliendo l’ultima parte della Divina Commedia. Il progetto era definito, ma la chiave per realizzarlo no. In definitiva bisognava nuovamente “toccare” la più importante opera letteraria di sempre, però già da qualche tempo sia io che Enrico avevamo le idee chiare e anche brani su cui lavorare. Considerando la difficoltà del lavoro non passò tanto tempo per finire l’opera, che fu presentata dal vivo in vari concerti con estremo consenso del pubblico. Insomma piaceva molto, dopo i concerti tutti mi chiedevano: “Quando uscirà il PARADISO?”.
Mistero
JS: Suonavamo l’opera in concerto ma non andavamo in studio a registrarla. Ci aveva attanagliato una misteriosa lentezza. Alla fine ci vollero sei anni prima della pubblicazione: spesi bene perché PARADISO è un grande album.
Inside album
JS: Ci sono testi e significati liberamente ispirati al pensiero dantesco, vedi Sfera di fuoco, Salita a Mercurio, Cielo di Giove o Cielo di Saturno. I brani strumentali (Introduzione, Cielo di Mercurio, Empireo) seguono la personale ispirazione di Enrico nella connessione coi testi. Infine ci sono i miei pezzi, che nascono da visioni premonitrici con cui convivo da sempre, come Cielo di Venere. Questo ha come protagonisti musicisti, poeti bellissimi e maledetti (dagli uomini ma non da Dio), sono talmente innamorati e prigionieri della propria arte e della musica nella vita terrena che rifiutano il pensiero di essere morti, di avere avuto il dono di trovarsi in Paradiso, tra gli angeli che cantano… e ripensano all’amore terreno, che vive e che spera. Cielo di Marte è stato composto nel 1999, quindi doveva ancora accadere l’11 settembre con le Twin Towers. Eppure ho scritto: “Schiere di uomini di fronte alle bandiere, le mezze lune al vento, a morte gli infedeli. Pregate il vostro Dio da emiri mascherati, farà tremare il grido dei cavalieri alati”. Non sono mai riuscito a spiegarmelo. Infine La chiesa delle stelle, che è una preghiera dove mi trovo al cospetto di Dio, percepisco la sua presenza, il suo respiro; può amarti o annientarti, ma alla fine ti perdona. A quel punto mi addormento per sognare di svegliarmi nudo, e tornare sotto quel cielo nero che avevo lasciato. Nulla è cambiato.