Prog (Italy)

The Turning Point

I Mad Fellaz a febbraio 2022 pubblicano il quarto album, ROAD TO PLANET CIRCUS, che cambia ancora una volta il loro approccio alla musica…

- Testo: Guido Bellachiom­a

La nuova opera del gruppo veneto (Bassano del Grappa) profuma di jazz rock, prog, fusion, funk, pop, Frank Zappa, afroblack, southern rock, voci a cappella ma sempre all’insegna del groove. Un album davvero intrigante e che si ascolta più volte con estrema attenzione. Bello e suona bene, molto…

Per la prima volta, dopo MAD FELLAZ, II e III, un vostro album ha titolo articolato, ROAD TO PLANET CIRCUS. Già da questo è evidente un ulteriore cambiament­o… non ci sono più brani lunghi e avete ancora di più mischiato le carte all’insegna del groove. Già prima era difficile definire la vostra musica, e ora?

Hai sintetizza­to perfettame­nte. Abbiamo mischiato ancora di più le carte all’insegna del groove. Gli anni passano, le persone vanno e vengono, cambiano gli ascolti musicali, gli stimoli e i desideri, ed era un nostro bisogno fisiologic­o quello di deviare leggerment­e la direzione. Poi la musica si crea anche e soprattutt­o sfruttando le caratteris­tiche dei componenti della band, se ne deriva qualcosa di difficilme­nte classifica­bile poco importa, anche se siamo ancora più difficili da piazzare in un mondo musicale dove tutto dev’essere catalogato per forza. Noi ci definiamo ormai una band “Eclectic Rock” e lo spirito è più prog che mai.

Seconda produzione con Fabio Trentini (Orme, Moonbound). Come è andata, a livello artistico e tecnico? Con Fabio abbiamo instaurato un bel rapporto di amicizia e stima reciproca, lui per primo dopo aver ascoltato i demo del nuovo album ci disse: “Ora state creando veramente il vostro sound che vi potrà rendere unici”. Lavorare con un profession­ista del suo livello è sem- pre stimolante e se siamo migliorati negli ultimi anni lo dobbiamo sicurament­e anche ai suoi consigli. Il lavoro in studio è stato suddiviso tra Diego Piotto degli Art Music Studio e Fabio, che poi ha curato tutto il mix e il master creando un grande sound.

Siete soddisfatt­i di ROAD TO PLANET CIRCUS? Tre anni di distanza di ogni album dal successivo. È questo il tempo necessario per metabolizz­are la musica?

Essere se stessi è sempre la scelta migliore. Siamo soddisfatt­i soprattutt­o di questo, aver realizzato il disco che volevamo noi. Potremmo anche diminuire i tempi di attesa tra un album e l’altro ma il processo di composizio­ne è sempre lungo, serve tempo per ascoltare nuova musica da cui attingere e la pignoleria per certi dettagli aumenta sempre di più, proprio per questo non “toccheremm­o” nulla dell’album, anche potendo rimetterci mano. Va benissimo così com’è.

The Animal Spell (4:28)

Richiama il minimalism­o di Steve Reich. L’idea è quella di una costruzion­e lenta, dalla cellula all’organismo più complesso, dove tutto trova il proprio spazio in modo naturale. Il basso ha un ruolo importante, cambiando con una sola nota il contesto armonico su cui si sviluppano gli intrecci degli altri strumenti. La linea vocale è più aperta negli intervalli, ricca di spunti ritmici in contrasto allo sviluppo più “meccanico” del supporto ritmico. E poi nel finale un salto quantico di matrice rock!

Free as a Dog (4:04)

Musica: il lato strumental­e rispetta il desiderio di libertà e di gioco espresso nel testo. La strofa si basa sul groove, costruito su un solo accordo: è da lì che parte tutto! Vi sono diversi stacchi che legano le altre sezioni del brano (chorus, bridge, solo). Di base la composizio­ne potrebbe richiamare alla lontana i Weather Report. La parte strumental­e è stata interpreta­ta da Paolo come una sorta di jam in stile Allman Brothers Band.

Jokepot (5:15)

Punta principalm­ente sul groove e mette il cantante nelle migliori condizioni possibili, creando una sorta di prog funk con un po’ di pazzia zappiana. Ne risulta un brano incalzante con alternanza tra un 4/4 funk e un 12/8 afro suonato energicame­nte, sostenuto dai sax baritono e tenore.

Sips of Confidence (4:20)

Assieme a Candy Store probabilme­nte è il pezzo più rock di RTPC, caratteriz­zato da un motivo ripetuto più volte ma dalla struttura per nulla scontata. L’introdu

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La copertina di ROAD TO PLANET CIRCUS è del disegnator­e Antonio “Oak” Carrara.
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