I RICORDI DI MARCELLO TODARO (GENNAIO 2022)
La mattina del concerto, arrivati a Mestre, trasportammo il materiale (strumenti, audio, luci ecc) dal camion su una chiatta, visto che era praticamente impossibile portare il tutto via terra. Una fatica mica da poco. Fortunatamente quel venerdì di marzo su Venezia splendeva un tiepido sole… mi gustai quel tragitto fluviale, come fosse un viaggio di piacere. Arrivati a destinazione, con nostro disappunto, scoprimmo che per portare l’attrezzatura nel teatro Malibran c’era una specie di argano a mano… e con quello si doveva issare l’attrezzatura dal livello del canale al palcoscenico!!! Comunque, dopo la sfacchinata e il montaggio, ci fu il soundcheck, che andò bene. In questa occasione non ero più sul palco come musicista, ma di fronte in veste di sound engineer e per il concerto la postazione mixer era situata nella galleria. Ricordo che Stewart Young, che era seduto dietro me, mi disse una frase in inglese… che, ovviamente, non ricordo… ma sono trascorsi quasi 50 anni! Finito il concerto ci dirigemmo tutti all’hotel Danieli per un brindisi o qualcosa del genere, dopo giornate simili è difficile tenere la mente a fuoco.