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DI TUTTO E DI PIÙ…

“ER SECCO”, COME VENIVA CHIAMATO AFFETTUOSA­MENTE PIERLUIGI CALDERONI, CON FRANCESCO HA CONDIVISO I VIAGGI CON LE ESPERIENZE, IL BANCO DEL MUTUO SOCCORSO E ALCUNI MOMENTI NEGLI INDACO.

- TESTO ✪ Pierluigi Calderoni

Che dire di un fratello maggiore, di un compagno di viaggi con il quale ho condiviso la mia vita per più di cinquant’anni? Se non ci fosse stato chissà che fine avrei fatto perché dava sempre consigli su quello che dovevo o non dovevo fare. Durante gli incredibil­i viaggi per raggiunger­e i posti dove avremmo suonato parlavamo a lungo un po’ di tutto, ogni tanto mi soffermavo a pensare alla saggezza che scaturiva dalle sue parole; insomma un compagno di viaggio unico, sempre al mio fianco mentre i chilometri scorrevano inesorabil­i, ma alla fine giungevamo sempre a destinazio­ne. Insieme abbiamo condiviso bellissimi momenti durante il nostro girovagare per il mondo e Dio solo sa cosa non farei per tornare indietro e godermi di nuovo quei momenti. Vi voglio raccontare un paio di situazioni che ci sono capitate. Eravamo ad Acireale, dove facevamo sempre tappa quando andavamo in Sicilia. Big era diventato amico di un rigattiere che vendeva di tutto, dato che aveva un debole per le ceramiche. Ebbene con la nostra 2500 Superpanor­ama Fiat, dopo averla caricata fino all’inverosimi­le con piastrelle siciliane firmate, credo un centinaio e due orci di terracotta enormi, dove ci sarei potuto entrare anche io, abbiamo affrontato il viaggio di ritorno verso Roma. La macchina per il peso stava in posizione obliqua, ma noi con la nostra voglia di avventura siamo partiti ugualmente. In Calabria, dopo un “botto” di chilometri a raccontarc­i stronzate, ridevamo talmente tanto che ci siamo dovuti fermare in una piazzola di emergenza. Che momenti ragazzi. Ci sarebbe da scrivere un libro. Dopo un paio di giorni che se ne era “andato”, l’ho sognato. Parlavamo e io gli chiedevo: “France’ come se sta lassù. Come te la passi, che fai durante il giorno?”. E lui: “A Secco, io sto da Dio. La mattina me svejo e prendo er giornale, poi prendo er caffè e lo leggo seduto sotto un bell’albero al fresco. Qui la temperatur­a è sempre ottimale. Dopo comincio una lunghissim­a passeggiat­a per questi vialoni immensi, pieni de bancarelle dove te danno de tutto e de più. Te serve un paio de scarpe? Basta chiedere e te le danno. Hai fame? Basta chiedere e te danno tutto quello che voi, tutto gratis. Niente più bollette o tasse. Insomma questo è un enorme catering dove hai tutto ciò che ti serve e anche di più”. Poi il sogno è finito, ma sono sicuro che mi ha raccontato tutte queste cose per farmi stare tranquillo. ANCORA UNA VOLTA SI È COMPORTATO DA FRATELLO MAGGIORE. Ciao Francesco

 ?? ?? Sui gradini del bar Capolea (16 febbraio 1971). Da sinistra, Francesco, Rodolfo Oricchio, Marcello Chiaretti (amico storico, tecnico e fonico agli inizi del Banco). In piedi Pierluigi Calderoni.
Sui gradini del bar Capolea (16 febbraio 1971). Da sinistra, Francesco, Rodolfo Oricchio, Marcello Chiaretti (amico storico, tecnico e fonico agli inizi del Banco). In piedi Pierluigi Calderoni.

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