Prog (Italy)

Un fascino particolar­e

- Testo: Paolo Carnelli

«PIÙ CHE LA DOTAZIONE TECNICA ALLA EMERSON, LAKE & PALMER, EMERGE LA SOTTILE INQUIETUDI­NE TIMBRICA CHE FARÀ LA FORTUNA DEI GOBLIN»

Ho sempre avuto un debole per UOMO DI PEZZA. A partire dalla copertina di Walter Mac Mazzieri (un olio su tela del 1972 intitolato Garbo di neve) con quelle figure sinuose e irreali, a metà strada tra Alice nel Paese delle Meraviglie e una versione fumettisti­ca de L’urlo/grido di Munch, da cui mutuano quasi la posa. Pur non essendo dichiarata­mente un concept, l’album propone sette brevi storie al femminile, sette schizzi di donne (ma la donna potrebbe anche essere una sola) tradite dagli uomini e abbandonat­e dalla società, rincorse dai fantasmi di un passato doloroso che non può essere dimenticat­o. Donne tenute in scacco da paure quasi insuperabi­li (Una dolcezza nuova, La porta chiusa), che affondano le loro radici in traumi e violenze adolescenz­iali (Gioco di bimba, Figure di cartone, Aspettando l’alba). Donne risucchiat­e e perse in una sorta di vertigine spazio-temporale (Alienazion­e), esseri al cui cospetto l’uomo si rivela ancora fatalmente e drammatica­mente immaturo. La colonna sonora di questi racconti è, in pieno stile Orme, un’alternanza di vuoti e di pieni, un’altalena di dinamiche che vanno dal sussurrato al fortissimo, in cui spesso sembra far capolino, più che la dotazione tecnica di Emerson, Lake & Palmer, la sottile inquietudi­ne timbrica che farà la fortuna dei Goblin.

L’iniziale Una dolcezza nuova chiarisce subito il concetto che sarà portante anche per gli altri brani: dalla potente apertura organistic­a di Pagliuca (una citazione de La Chaconne di J.S. Bach), il pezzo si scioglie nei liquidi arpeggi pianistici di Gian Piero Reverberi (vero e proprio quarto membro aggiunto del complesso) chiamati a sostenere la voce limpida di Tagliapiet­ra. L’atmosfera è intima e morbidamen­te crepuscola­re, come in un romanzo di Flaubert. La successiva Gioco di bimba alimenta l’ambiguità di un disco che sa parlare all’ascoltator­e su diversi piani narrativi: l’andamento deliziosam­ente cantilenan­te del brano, organizzat­o su un tempo ternario dall’incedere medievaleg­giante, permetterà alla canzone di scalare le classifich­e italiane, nonostante il testo tratteggi la storia di una violenza minorile. Il disco ha il suo fulcro nei sette minuti di La porta chiusa, dominata dall’hammond emersonian­o di Pagliuca e dalla ritmica possente di Michi Dei Rossi, ancora con un alternarsi di vuoti e di pieni che creano una sensazione di incertezza e di attesa. Nella seconda facciata guadagna maggiore spazio la chitarra acustica di Tagliapiet­ra, ma non per questo cala la tensione: dagli arpeggi obliqui di Breve immagine, squarciata da una violenta apertura di Mellotron, si passa all’incedere beat di Figure di cartone, fino al cul de sac ipnotico di Aspettando l’alba. Lo strumental­e Alienazion­e chiude il disco con la ferocia del serial killer: dopo l’assalto iniziale, su una ritmica tribale e ossessiva sono ancora il Moog e l’hammond di Pagliuca a farsi portavoce, attraverso le dissonanze e la quasi cacofonia, di tutte quelle paure che spesso sono destinate ad accompagna­rci, indelebili, per l’intero arco della nostra vita. Non a caso, una nuova versione di Gioco di bimba è stata utilizzata come sigla per il serial tv Il mostro di Firenze, trasmesso nel 2009 su Fox Crime.

 ?? ?? Consegna del disco d’oro per FELONA E SORONA (1973). Oltre a Le Orme, ci sono Daniele Piombi, a destra della copertina, e Gian Piero Reverberi (accosciato sotto Piombi e vicino a Tagliapiet­ra). L’ultimo a sinistra è Lanfranco Frigeri, pittore che realizzò la cover.
Consegna del disco d’oro per FELONA E SORONA (1973). Oltre a Le Orme, ci sono Daniele Piombi, a destra della copertina, e Gian Piero Reverberi (accosciato sotto Piombi e vicino a Tagliapiet­ra). L’ultimo a sinistra è Lanfranco Frigeri, pittore che realizzò la cover.
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