L’AMOUR C’EST PAS GRAVE. PAROLA DI GUAPPECARTÒ
Da Perugia a Parigi, passando per Venezia, la carovana dei «guappi gentili» aggiunge a ogni sosta un nuovo pezzo del suo racconto musicale cosmopolita.
Se la musica è un fluido in divenire, ebbene l’itinerario di questi cinque musicisti non poteva essere più felice. Tenuto a battesimo a Perugia nel 2004 da una madrina d’eccezione quale Madeleine Fischer, l’ensamble dei Guappecartò è nato sotto la buona stella della fiaba. Da Uròboro, versione postmoderna della fiaba di Cappuccetto Rosso, all’Alice nel “Paese delle Meraviglie” raccontata in un audiolibro insieme alla voce di Daniele Fior, il sound dei Guappecartò è il perfetto compagno di viaggio e di scoperta di un mondo sensibile e fantastico.
Le immortali suggestioni del libro di Lewis Carroll, dunque, ma anche il miracolo tutto napoletano di Gatta Cenerentola, il film d’animazione ispirato al classico di Basile che li ha visti calcare il red carpet della 74° edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Il risultato della miscela tra narrazione e mondo musicale dei Guappecartò è sorprendente, così come lo è l’armoniosa coesistenza di atmosfere tzigane e mediterranee, di valzer, di tango e di tradizione popolare. Culture e generi ereditati dalle strade e dalla gente di tutta Europa che dal 18 novembre s’incontrano sul palco del Prisme di Elancourt, in Francia, con un nuovo concerto teatralizzato. In scena la loro è una presenza goliardica, che sfocia con impressionante naturalezza nel virtuosismo, una presenza complessa e popolare, italianissima e internazionale. Inquadrarli in un genere rischia di essere un puro esercizio di stile: la loro musica è una fiaba gentile, in grado di cullare e stupire. www.guappecarto.com