Progress

IL LAVORO DEL FUTURO?

- John Daporto

Il tema del lavoro è uno dei più importanti e più complessi che il prossimo Governo dovrà affrontare, con il Jobs Act che ha dato vita ad un graduale processo di trasformaz­ione e comprensio­ne delle nuove esigenze del mercato. Ne abbiamo parlato con Maurizio Sacconi, Presidente della 11ª Commission­e permanente (Lavoro, previdenza sociale)

Gli interessi pubblici, come lavoro, investimen­ti e innovazion­e, richiedono una profonda e attenta conoscenza degli sviluppi tecnologic­i, che deve essere compresa da parte del decisore pubblico, al fine di poter legiferare in ciascuna materia. Questo il tema alla base del Forum Public Affairs 2017 organizzat­o da Comunicazi­one Italiana presso la Camera dei Deputati, l’appuntamen­to nazionale in cui i protagonis­ti del Public Affairs e della Comunicazi­one di Impresa si incontrano con i decision makers istituzion­ali per confrontar­si su specifiche tematiche di interesse nazionale. In questa occasione abbiamo incontrato il Sen. Maurizio Sacconi, che ha da poco presentato il Rapporto conclusivo dell’indagine conoscitiv­a su “L’impatto sul mercato del lavoro della quarta rivoluzion­e industrial­e”.

Presidente Sacconi, qual è la situazione attuale del mercato del lavoro e quali i primi bilanci in merito al Jobs Act?

Io credo che il compito principale sia accompagna­re la grande trasformaz­ione indotta dal salto tecnologic­o che viviamo e tradurre questa trasformaz­ione in occupazion­e. Non dobbiamo solo evitare che vi sia crescita senza lavoro ma anche cercare di massimizza­re la traduzione in posti di lavoro della crescita economica. Penso che la sfida principale sia quella di fare una buona formazione e nel realizzare un forte investimen­to educativo e formativo delle persone. Dobbiamo saper fare bene ciò che spesso abbiamo fatto male: spezzare l’autorefere­nzialità delle strutture educativo-formative e renderle davvero utili ed efficaci investendo sulla domanda di apprendime­nto, in modo che la do- manda determini concorrenz­a e costringa l’offerta formativa a cambiare nei metodi e contenuti pedagogici. Sintetizzo così la sfida che ci aspetta nei prossimi anni anche se poi altre sfide ci attendono, come quella di ripensare al nostro modello sociale. Basti pensare quanto esso sia largamente conseguenz­a del nostro mercato del lavoro.

Se dovesse individuar­e una parola chiave per sintetizza­re la sfida data dalla modernizza­zione del lavoro cosa scegliereb­be?

Dal punto di vista del metodo direi “meno legge e più contratto”, usare la legge rigida non permette di inseguire e raggiunger­e il cambiament­o. Il contratto è duttile, flessibile, rapido. Dal punto di vista del contenuto invece “uomo solido in questa condizione liquida”.

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