CONTRIBUTI E RICONOSCIMENTI: I NOBEL DEL 2017
Una storia di malintesi e rimorsi, di scambi di persona e di riscatto sociale. Quella sull’origine del Premio Nobel è una vicenda che neanche la migliore sceneggiatura avrebbe potuto ideare.
Al caso, o meglio, a una disattenzione, dobbiamo la nascita del Premio Nobel: quando cioè Alfred Nobel, mercante d’armi svedese inventore della dinamite, nel 1888 in un necrologio fu scambiato per il fratello.
A morire infatti fu Ludwig ma un giornale parigino finito tra le mani di Alfred confuse i due. Ecco che leggendo ante mortem un necrologio non proprio lusinghiero Alfred Nobel decise di dare una svolta alla sua vita. “Il mercante della morte è morto” titolava il pezzo, un’apertura che turbò il chimico, facendogli prendere la decisione di dare un taglio ai loschi affari per offrire un significativo contributo all’umanità. Qui l’idea di investire i suoi soldi in un fondo che avrebbe finanziato i personaggi che si sarebbero contraddistinti nei campi decisi dallo stesso Nobel: fisica, chimica, medicina, letteratura e pace (economia sarebbe stata istituita solo nel 1968). La prima premiazione di un riconoscimento che avrebbe fatto la storia del mondo risale al 10 dicembre 1910.
Siamo ormai alle porte dell’annuale cerimonia di premiazione e nelle scorse settimane sono stati resi noti i nomi dei vincitori: per l’Economia è stato premiato Richard H. Thaler, La Compagnia Internazionale per l’abolizione delle armi nucleari si è aggiudicata il Nobel per la Pace, lo scrittore anglo-giapponese Kazuo Ishiguto riceverà il Nobel per la letteratura, mentre per la chimica sono stati premiati Jacques Dubochet, Joachim Frank e Richard Henderson. In campo medico sono stati insigniti del riconoscimento Jeffrey C. Hall, Michael Rosbash e Michael W. Young.
La Banca di Svezia ha premiato Richard H. Thaler dell’Università di Chicago per il suo studio sull’economia comportamentale, lavoro che ha analizzato il rapporto tra la nostra tendenza a fare supposizioni realistiche e le scelte economiche. Thaler, classe 1945, ha messo in risalto le scelte dei singoli nella loro fallacia, irrazionalità e mancanza di autocontrollo. Alla base della teoria del professore dell’Università di Chicago c’è la consapevolezza che gli esseri umani sbagliano così spesso che è possibile prevedere gli errori e costruire dei modelli di comportamento alternativi a quelli derivati dall’economica classica. Attraverso l’analisi delle conseguenze della “razionalità