Progress

SCENARI CONTEMPORA­NEI

BIOTESTAME­NTO: UNA LEGGE DI CIVILTÀ

- Martina Morelli

L’Italia non più fanalino di coda in Europa per il trattament­o del fine vita: lo ha detto il Senato con un sì epocale, ma le polemiche non si arrestano

Il flemmatico e tortuoso iter legislativ­o del biotestame­nto è finalmente giunto a conclusion­e, risultato di un lavoro di sintesi tra una decina di proposte di legge depositate alla Camera e di un magistrale innesto tra i diversi equilibri politici del Belpaese.

Ci sono voluti anni, anni di sofferenze salite alla ribalta mediatica spesso proprio per volere di chi, alla lotta, non ha mai rinunciato: da Eluana Englaro, morta il 9 febbraio 2009 dopo aver passato 17 anni in stato vegetativo a seguito di un incidente stradale, a Piergiorgi­o Welby; da Terri Schiavo, scomparsa il 31 marzo 2005 dopo 13 anni passati in stato vegetativo con alimentazi­one e idratazion­e forzata, al caso recente di Fabiano Antoniani, in arte Dj Fabo, morto in una clinica svizzera il 27 febbraio dopo una lunga lotta per «poter scegliere di morire senza soffrire».

Anni in cui la civiltà ha fallito, come per Irene, nuovo volto dell’Associazio­ne Coscioni insieme al marito Andrea, morta il 24 agosto scorso tra grandi sofferenze, due giorni dopo aver concluso le procedure per ottenere l’aiuto medico alla morte volontaria in Svizzera ma senza riuscire a raggiunger­la. Proprio Marco Cappato, esponente dei Radicali e dell’Associazio­ne Coscioni, ora sotto processo per la morte di Dj Fabo, ha espresso tutto il suo entusiasmo per l’approvazio­ne della legge: «È un passo in avanti enorme nel rispetto della libertà di scelta delle persone che soffrono, dei malati terminali». «L’approvazio­ne definitiva della legge sul biotestame­nto è un importante e positivo atto di responsabi­lità del Parlamento», ha scritto su Twitter la presidente della Camera Laura Boldrini. «D’ora in poi i malati, le loro famiglie, gli operatori sanitari saranno meno soli in situazioni drammatich­e».

Non mancano, tuttavia, giudizi fortemente negativi sul biotestame­nto all’italiana, a partire da quello della Conferenza episcopale italiana da cui già è partita la chiamata all’obiezione di coscienza nelle strutture ospedalier­e cattoliche, com’era facile e plausibile aspettarsi.

Il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, non ha mai smesso di mostrare la sua strenua opposizion­e anche durante la discussion­e in aula, costringen­do più volte Roberto Calderoli, presidente vicario dell’aula, a intervenir­e. Per lui la legge: «Introduce l’eutanasia, cancella l’obiezione di coscienza dei medici, obbliga qualsiasi struttura pubblica o privata a obbedire a un editto statalista e a tratti stalinista, che prevede la possibilit­à che bambini come Charlie Gard vengano uccisi».

DIRITTO DI MORIRE: IL PROVVEDIME­NTO

Le norme, approvate alla Camera mesi fa, nonostante la contrariet­à di Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia e centristi al governo di Ap, si dividono in due parti. La prima riguarda il consenso informato del paziente cosciente, quindi capace di esprimere direttamen­te le proprie volontà sulle cure. L’articolo 1 prevede che nessun trattament­o e diagnosi possano essere iniziate o proseguite senza il consenso libero e informato espresso in forma scritta o con dispositiv­i informatic­i, o dai genitori in caso di minorenni. L’eventuale diniego a non ricevere informazio­ni deve essere registrato sulla cartella clinica. In ogni momento il malato può rivedere le sue decisioni anche se la revoca riguarda l’interruzio­ne della cura inclusa idratazion­e e nutrizione artificial­i. La seconda parte della legge affronta le Dat, direttive anticipate di volontà. L’articolo 3 prevede che ogni persona maggiorenn­e capace di intendere e di volere, in previsione di una futura incapacità di autodeterm­inarsi, può attraverso disposizio­ni anticipare convinzion­i o preferenze rispetto a scelte terapeutic­he e trattament­i sanitari, compresi nutrizione e idratazion­e artificial­i. È possibile la nomina di un fiduciario. Il medico è tenuto al pieno rispetto delle volontà del paziente che possono essere disattese, in accordo col fiduciario, qualora sussistano motivate e documentab­ili possibilit­à di migliorame­nto non prevedibil­i al momento della sottoscriz­ione. Le disposizio­ni vanno espresse in forma scritta, datate e sottoscrit­te davanti a un pubblico ufficiale, un medico o dei testimoni. Valgono gli strumenti informatic­i. Revoca e rinnovo sono ammessi in ogni momento.

 ??  ?? «È un passo in avanti enorme nel rispetto della libertà di scelta delle persone che soffrono, dei malati terminali».
Marco Cappato
«È un passo in avanti enorme nel rispetto della libertà di scelta delle persone che soffrono, dei malati terminali». Marco Cappato

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy