SCENARI CONTEMPORANEI
UNA PROMESSA È UNA PROMESSA
Dall’abolizione del canone RAI e dei vaccini obbligatori, al salario minimo legale, passando per reddito di cittadinanza e aumento delle pensioni minime: il punto sulla legislatura che verrà
Sale il termometro politico in vista dell’appuntamento elettorale del 4 marzo e non mancano le chiamate alle urne. «Nessuno deve chiamarsi fuori o limitarsi a guardare» aveva detto il Presidente della Repubblica parlando del rischio astensionismo, ma il gigantesco puzzle delle proposte elettorali, ad oggi, è ben lontano dall’essere completato o, almeno, ricongiunto.
Una campagna elettorale che ricorderemo a lungo, noi spettatori più o meno entusiasti dell’affannosa e affannata corsa a chi spara la promessa più grossa.
Per ora possiamo immaginarla così questa XVIII legislatura della Repubblica italiana, un paradiso in Terra dove saremo sollevati dal peso del canone RAI, delle tasse universitarie e dove potremo godere di reddito di cittadinanza, salario e pensioni minime.
Un mondo possibile? Probabilmente no, se si scosta la cortina del populismo e si fa qualche conto.
Prendiamo il caso di quello che Pd, Forza Italia e M5s rispettivamente chiamano reddito di inclusione (Rei), reddito di dignità e reddito di cittadinanza. L’unico già disponibile dall’inizio di gennaio è, appunto, il Rei varato dal governo Renzi e attuato da Gentiloni che andrà a non più di 700mila famiglie per un costo fino a 1,7 miliardi l’anno. Del reddito di dignità godrebbero, invece, 2 milioni di nuclei, ma per la modica cifra di 29 miliardi e, quanto al reddito di cittadinanza, secondo l’Istat di miliardi ne basterebbero 14,8, previsione comunque non delle più rosee se si considera che gli 80 euro renziani costano circa 10 miliardi all’anno e che l’eventuale introduzione di un sussidio universale inciderebbe sul deficit, anno per anno. 1,7 miliardi di euro sarebbero, invece, necessari per abolire totalmente il canone RAI(un’imposta che nel panorama europeo pesa meno che altrove). Anche l’idea tutta renziana di introdurre un salario minimo legale tra i 9 e i 10 euro l’ora è stata messa in discussione da molti osservatori che vedono un rischio altissimo per i dipendenti, con la reazione delle aziende all’innalzamento del costo del lavoro con licenziamenti o con esternalizzazioni verso il sommerso.
Anche il leader della Lega, Matteo Salvini, non perde occasione di rilanciare, promettendo di cancellere le norme Lorenzin sui vaccini, additati come un rischio per la salute. “Dire che dieci vaccini sono un rischio enorme infatti è una bugia. Una bugia pericolosa, un’affermazione che va contro il consenso scientifico di tutta la comunità medica mondiale. Una bugia che se creduta può fare diminuire la copertura vaccinale (altro che corretta informazione) e può causare malattie e morti” - ha tuonato su Facebook Roberto Burioni, l’immunologo del San Raffaele da tempo impegnato in una campagna pro-vax, uno che di campagna elettorale di certo ne sa ben poco, ma che ha dato più volte prova di non mancare di buon senso e che ha poi sentenziato - “Ma parli della riapertura dei postriboli, che fa meno danni”. Sì perché c’è anche questo, ma non vogliamo rovinarvi tutte le sorprese.