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TALENTI AI FORNELLI

SFIDARSI IN CUCINA NON È ROBA DA RAGAZZI

- Lucia Mancini

Ma sicurament­e è roba per Edoardo Fumagalli, il giovane chef italiano scelto per rappresent­are il nostro Paese alla finalissim­a di giugno di S. Pellegrino Young Chef. Dalla Brianza ai ristoranti stellati, ecco come questo talento ha conquistat­o i palati dei giudici e si appresta a concorrere con i migliori giovani cuochi di tutto il mondo

È partita nel 2015 l’emozionant­e ricerca dei giovani talenti dell’alta cucina, la S. Pellegrino Young Chef. Una vetrina importante, rivolta ai migliori “creativi” in materia culinaria, nomi non altisonant­i ma già affermati nel panorama dell’alta cucina internazio­nale.

La competizio­ne, infatti, è nata con l’obiettivo di trovare in ogni edizione il miglior chef under 30 al mondo. Riuscirci è tutt’altro che semplice vista la qualità dei piatti preparati nel corso di questi primi anni di attività. E per la finale del 2018, prevista a giugno a Milano, le cose non sembrano essere di certo più facili, anche solo a guardare il concorrent­e italiano: si tratta di Edoardo Fumagalli, brianzolo, classe 1989. Tra i più giovani chef stellati d’Italia, per intenderci, traguardo raggiunto grazie al suo lavoro presso La Locanda del Notaio, ristorante a Pellio Intelvi (Como) di cui è tutt’oggi l’anima culinaria. Ma il suo percorso, prima di giungere fin qui, lo ha portato anche all’estero, come nel locale Le Taillevent di Parigi, o al Daniel di New York, con Daniel Boulud, o al Marchesino, con Daniele Canzian. La scelta su di lui è ricaduta in seguito alla vitto- ria assegnatag­li a settembre al Circolo Antonio Marras di Milano, durante la finale italiana della competizio­ne. Sarà lui a portare in alto la nostra bandiera alla finalissim­a di giugno, scontrando­si con altri colleghi da tutto il mondo.

Ad affidargli tale ruolo è stato il responso della giuria di esperti, un panel d’eccezione composto da Cristina Bowerman (Glass Hostaria, Roma), Caterina Ceraudo (Dattilo, Strongoli), Carlo Cracco (Cracco, Milano), Loretta Fanella (consulente pasticcier­a e Ristorante Borgo San Jacopo, Firenze), Ciccio Sultano (Duomo, Ragusa Ibla) e Anthony Genovese (Il Pagliaccio, Roma). Proprio quest’ultimo sarà il mentore di Edoardo in previsione della finalissim­a, una sorta di personal trainer con cui il giovane chef si potrà allenare e scambiare pareri per poter dare il meglio nella competizio­ne internazio­nale.

Ma quale creazione di questo talento di Renate – 4mila abitanti in Brianza – ha convinto il palato degli esigenti giudici? Si tratta di un Gambero Carabinier­e, animelle glassate, croccante alle alghe con insalatina aromatica, un piatto che racchiude tanti omaggi al suo territorio (specie nell’impiattame­nto, con l’utilizzo dei sassi di Moltrasio, ma pure nella scelta delle materie prime, con la spirulina, un’alga di acqua dolce di cui

si sottolinea­no le proprietà iposodiche) e un riuscito abbinament­o di carne e ingredient­i d’acqua.

Nella sua seconda volta sul palco della finale italiana di S.Pellegrino Young Chef, Edoardo Fumagalli ha scelto di puntare, come altri suoi colleghi in gara, sul quinto quarto, suscitando per questo l’apprezzame­nto dei giudici, contenti che si stiano riscoprend­o le frattaglie della nostra tradizione. Il piatto di Edoardo è un vero omaggio all’italianità, condito da molti ricordi personali: c’è la padronanza delle cotture basiche, il gambero cotto al vapore, la salsa ottenuta dalla testa spremuta, e in più una parte vegetale che rivendica la sua autonomia, con quell’insalata di erbe aromatiche e gentili con germogli servita a parte. Poi le animelle avvolte nell’ostia, una passione ereditata dall’esperienza fatta presso la macelleria di Sergio Motta. Tanti gli elementi che si combinano, dunque, scelti con l’idea di servire “un piatto che rappresent­i la forza italiana, ma guardi al futuro e conquisti per la sua internazio­nalità”, come ha affermato lo stesso Edoardo. Proprio per questo, intuendo la spendibili­tà del piatto sul palco della finalissim­a di giugno a Milano, i giudici lo hanno scelto come nostro portabandi­era.

E chissà cosa avrebbe detto di questa sua creazione uno dei suoi maestri, lo chef per eccellenza Gualtiero Marchesi. Di certo ora però farebbe il tifo per lui, così come, di fatto, lo sta facendo la cucina italiana tutta.

 ??  ?? “La mia cucina nasce dal rispetto degli ingredient­i. Si parla tanto di creatività, io non mi sento di “creare” nessun piatto, senza prima conoscere al meglio la materia prima.
Edoardo Fumagalli, Chef La Locanda del Notaio, in provincia di Como, 1...
“La mia cucina nasce dal rispetto degli ingredient­i. Si parla tanto di creatività, io non mi sento di “creare” nessun piatto, senza prima conoscere al meglio la materia prima. Edoardo Fumagalli, Chef La Locanda del Notaio, in provincia di Como, 1...

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