IL MONDO SI INCONTRA A RIMINI
La città romagnola dal 10 al 12 ottobre sarà l’ombelico del mondo del settore turistico. Al TTG presenti paesi da ogni angolo del pianeta. Tra conferme e new entry, l’Italia farà valere la sua presenza. Per l’occasione abbiamo intervistato Paolo Audino di Fiera Rimini e Bernabò Bocca, Presidente di Federalberghi
Il presente, ed il futuro, del settore turistico sono di scena a Rimini. Presso i padiglioni della Fiera cittadina, infatti, TTG incontri accoglie operatori, destinazioni, agenzie di viaggio e semplici appassionati per mettere in vetrina quanto questo settore ha da offrire. Saranno presenti centinaia di stand, si va dai colori dell’Africa alle tradizioni asiatiche, dai cibi più popolari agli odori più esotici: si gira tutto il mondo a Rimini Fiera e, come prevedibile, le destinazioni nostrane mantengono un ruolo di rilievo. Quello romagnolo è uno dei maggiori appuntamenti nazionali del settore, e le regioni italiane di fatto giocano “in casa” per mostrare tutto ciò che hanno da proporre. Nel business turistico l’Italia è al centro del mondo: numerose le Regioni presenti nell’area espositiva, a conferma che la manifestazione è la più grande piazza di contrattazione dell’offerta turistica italiana a livello globale. Dalle mete più classiche a nuovi modi di fare turismo. All’interno dei padiglioni sarà allestito uno spazio dedicato al Glamping, un’innovativa forma di campeggio che arricchisce con un tocco “glamour” il tipico soggiorno. Si tratta di una nuova tendenza in fatto di camping, che presuppone una tenda di lusso completamente attrezzata (chiamata tenda lodge) o un’attraente casa mobile in cui “abitare” con stile, circondati da ogni comfort ma sempre a stretto contatto con la natura. Il Glamping rappresenta un prodotto innovativo, la cui richiesta è in continua crescita sui mercati internazionali. La grande novità per il 2018 è portata però dalla presenza in Fiera dell’Africa. Il continente africano rappresenta un mercato in grande fermento per l’outgoing italiano e quest’anno TTG gli dedica l’intero padiglione C2. All’interno troviamo l’African Village, un’area collettiva che offre visibilità
TTG Incontri rappresenta un’occasione, come ricorda il nome, anche per meeting e convegni, per discutere delle attuali e future tendenze del settore turistico, per analizzare eventuali sviluppi di un campo in continua evoluzione.
a tutti gli operatori, destinazioni, vettori italiani e stranieri che condividono la specializzazione sulla destinazione. Saranno presenti molti dei maggiori operatori turistici africani, tra i quali: African Secrets Management, Coral Lodge Mozambique, Grootbos Nature Reserve, Hog Hollow Country Lodge e molti altri, per scoprire tutto ciò che il continente africano può offrire al pubblico. TTG Incontri rappresenta un’occasione, come ricorda il nome, anche per meeting e convegni, per discutere delle attuali e future tendenze del settore turistico, per analizzare eventuali sviluppi di un campo in continua evoluzione.
Per provare a studiare questi aspetti, e anticipare eventuali tendenze, abbiamo chiesto a Paolo Audino, Group Exhibitions Director di Fiera Rimini, cosa rappresenta questa kermesse e quali sviluppi potrà avere il settore turistico, considerando soprattutto l’abitudine sempre più condivisa dai clienti di affidarsi al booking online.
Il TTG è forse il principale evento di settore in Italia. Dati di partecipazione e presenze in costante crescita, la soddisfano? Che margini di crescita vede?
TTG Travel Experience è la principale manifestazione italiana dedicata al turismo. Lo è per dimensione, per numero di aziende presenti, per ampiezza di offerta e numerosità di domanda. I dati sono in costante crescita e questo ci rende da un lato orgogliosi e dall’altro consapevoli del ruolo guida che svolgiamo nel settore. Siamo soddisfatti, ma non per questo ci accontentiamo, anzi, siamo costantemente alla ricerca di quell’innovazione che fa di ogni prodotto, fiere incluse, la miglior garanzia di successo nel tempo. I margini di crescita ci sono, perché il settore è dinamico e sempre ricco di nuove opportunità.
Cosa differenzia TTG dalle altre fiere di settore?
Direi tre elementi: siamo il più grande marketplace al mondo per l’offerta della destinazione Italia, abbiamo un livello qualitativo e quantitativo di contenuti assolutamente inarrivabile per i nostri competitor e, infine, siamo la sola manifestazione b2b, dunque la sola dove il business è al centro dell’incontro tra domanda e offerta.
La Fiera è anche, se non soprattutto, un luogo in cui fare business. In che modo il TTG si impegna a offrire soluzioni e idee alla filiera turistica?
Il matching deve essere strutturato e gli attori della filiera devono essere tutti presenti: queste due condizioni sono non solo rispettate ma costantemente implementate dal nostro progetto di manifestazione. Abbiamo poi un team che si dedica tutto l’anno alla scansione del mercato
nazionale e internazionale, sempre alla ricerca di nuove tendenze, di nuovi player, di nuovi approcci al business model turistico. I contenuti che ne scaturiscono vengono portati all’interno della manifestazione attraverso un sistema di convegni, seminari e momenti formativi, che costituiscono la più evoluta think tank del settore presente oggi in Italia.
Sempre più turisti ora prenotano le proprie vacanze online, come reagiscono e rispondono le agenzie di viaggi a questo fenomeno?
Le vendite online sono in crescita e rappresentano ormai una fetta importante del mercato. Ma si tratta di uno dei tanti modelli possibili. Oggi è questo, domani sarà altro. La rete distributiva che si adegua può tranquillamente sopravvivere se accetta che il suo ruolo cambia e che la collocazione territoriale resta ancor un plus da sfruttare.
Crede che tra qualche anno le agenzie siano destinate a scomparire proprio per questa nuova abitudine “digital”?
Credo che siano destinate a cambiare. Come? Difficile dirlo. Quel che è certo è che accadrà per le agenzie esattamente come accadrà per la totalità della rete distributiva mondiale, di turismo come di tutto il resto.
L’Italia ha uno dei patrimoni artistico/culturali tra i più importanti al mondo. Crede che tutta questa ricchezza sia valorizzata in pieno? Potremmo sfruttare di più questa “fortuna”?
Il patrimonio artistico e culturale è poco valorizzato a prescindere dalla motivazione per cui dovrebbe esserlo. La ragione è che i gestori del patrimonio sono culturalmente orientati alla conservazione dello stesso e non alla sua valorizzazione. Anzi, la valorizzazione viene spesso vista come elemento potenzialmente negativo. Sfruttare è un verbo che non mi piace e che evoca lo spettro dell’over tourism. Direi che il turismo in generale dovrebbe entrare in un più ampio progetto di rinascita del Paese e che i patrimoni artistico culturali potrebbero esserne una delle principali linee guida, ma non la sola.
Infine, tre motivi per convincere gli operatori a partecipare in futuro al TTG?
Perché da noi trovano il business di oggi e quello di domani; perché i player che fanno il mercato e che contano ci sono tutti; infine perché al TTG trovano anche quello che nelle altre manifestazioni non c’è mentre nelle altre trovano solo quello che al TTG c’è sicuramente.
ACCOGLIENZA 2.0
Spostiamoci idealmente dall’altra parte di questo mondo, svestendo i panni del turista per indossare quelli dell’albergatore. Per analizzare anche quello che succede “dietro le quinte” di un viaggio, di un soggiorno in una struttura, abbiamo contattato il Presidente di Federalberghi Bernabò Bocca, che ci ha spiegato quali sono le attività, la mission e gli obiettivi dell’associazione (che conta oltre 27.000 affiliati), oltre a tracciare un quadro del flusso turistico che interessa le strutture italiane. Parola dunque al numero uno di Federalberghi, gruppo che da oltre cento anni è l’organizzazione nazionale maggiormente rappresentativa degli albergatori italiani.
Presidente, l’affluenza negli hotel durante la stagione estiva appena conclusa ha soddisfatto le aspettative degli albergatori?
I risultati di quest’anno sono stati abbastanza soddisfacenti. Questo soprattutto perché si è tenuto il passo con il record della scorsa estate, caratterizzata da un boom di presenze strettamente collegato al fatto che i paesi del Mediterraneo e della stessa Francia, ovvero i nostri più diretti competitor, avevano subito una forte flessione a causa del timore diffuso di attacchi terroristici. Quest’anno in quei luoghi vi è stata una forte ripresa, ma l’Italia non ha perso terreno. Da giugno a settembre, in soli quattro mesi, negli alberghi italiani e negli esercizi ricettivi complementari si sono registrati circa 260 milioni di pernottamenti, più del 60% del totale annuo. Malgrado la performance poco entusiasmante nel mese di luglio e le sporadiche ondate di maltempo che hanno reso meno regolare l’andamento della stagione, per noi albergatori la sorpresa più gradita è stato l’exploit di settembre, una chiusura in bellezza che ha registrato la presenza di circa 13 milioni di turisti, dato in netta crescita rispetto agli anni passati. Questo vuol dire che gli italiani stanno imparando a sfruttare i vantaggi della vacanza a settembre, in primis per la possibilità di usufruire di prezzi più vantaggiosi.
Il flusso straniero quanto incide nell’indotto generale? È un dato quanto migliorabile secondo lei?
Incide eccome. Come approccio, la mia prima preoccupazione rimane quella rivolta al turismo interno: se gli
italiani viaggiano e scelgono di fare vacanza in qualche modo è il segnale che non stiamo sbagliando. Ma il turismo straniero è uno dei motori per la nostra economia. Anche quest’anno abbiamo mantenuto una buona posizione nella classifica delle destinazioni preferite: i turisti stranieri con circa il 51,3% degli arrivi, fanno segnare un incremento delle presenze di quasi il 40% rispetto all’estate di dieci anni fa. Tutto si può migliorare. La ricetta migliore per essere più attrattivi nel panorama internazionale è promuovere sempre di più e con strategie adeguate il prodotto Italia.
Quali margini di crescita vede nel settore turistico? Ci sono regioni italiane che potrebbero valorizzare ancor di più le loro destinazioni?
La crescita nel comparto può essere esponenziale. Bisogna essere convinti che puntare su questo settore sia la carta vincente per lo sviluppo e per le opportunità nel mondo del lavoro. Per il resto, non esiste una regione italiana migliore o peggiore dell’altra. Il nostro Paese è uno scrigno pieno di gioielli di diversa fattura. Si tratta di rendere godibili e attrattivi tutti i nostri territori. Con politiche mirate, facilitando gli sforzi degli imprenditori del settore con sgravi fiscali, arginando la piaga dell’abusivismo, potenziando e rinnovando le reti di infrastrutture così da rendere facilmente raggiungibili tutte le destinazioni, in particolare il nostro Sud.
Quanto margine c’è, nell’era digitale, tra le prenotazioni online e quelle tramite agenzia?
L’era digitale è già la risposta… Le prenotazioni on line rappresentano per la maggioranza dei visitatori il primo passo per l’organizzazione di un viaggio. Ma è importante sapere che, di fronte alla scelta di un hotel, chiamando direttamente la struttura ricettiva spesso le offerte sono più vantaggiose.
Fenomeni digitali come Airbnb e simili, danneggiano il flusso turistico negli hotel?
A danneggiare il lavoro degli albergatori sono coloro che non rispettano le regole. Sulle piattaforme online è tutto un dilagare di strutture prive dei più elementari requisiti di sicurezza. Senza contare il fatto che, trattandosi spesso di attività non dichiarate, vi è la diretta conseguenza di una pesante evasione fiscale. La concorrenza sleale inquina il mercato e certo non fa bene all’economia del Paese. Men che meno al nostro turismo.
Federalberghi come cerca di promuovere e migliorare il flusso turistico nelle nostre strutture?
Non possiamo che dare delle linee guida e ragguagliare i nostri federati su tutto ciò che si muove in merito al nostro comparto a livello istituzionale e legislativo. Siamo molto attivi sulla formazione e attenti all’innovazione. Per il resto, non vi è niente di più personale che la gestione di un hotel. Ognuno di essi è come fosse un brand.
Il settore alberghiero è tra quelli che sicuramente offre più opportunità lavorative. Tuttavia molte strutture, specialmente in Romagna, si sono ritrovate senza personale nell’ultima stagione estiva. Come spiega questo fenomeno? Crede sia una questione di scarsa preparazione per questo tipo di lavoro o è un problema più profondo?
Il tema è soprattutto quello della formazione. Quando si è a contatto con la clientela l’improvvisazione non è concepibile. In una dimensione così veloce è necessario essere “multitasking” ed è anche indispensabile avere la padronanza delle lingue. C’è anche da sottolineare il carattere di flessibilità che prevede il lavoro in un albergo: ci sono picchi di lavoro concentrati in periodi ridottissimi e la brevità dei contratti non incoraggia chi, pur senza lavoro, gode comunque di indennità di disoccupazione.
Infine, obiettivi per il 2019? Il primo che mi viene in mente? Sconfiggere l’abusivismo nel turismo e, ad armi pari, diventare più competitivi a livello mondiale. www.federalberghi.it