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IL MONDO SI INCONTRA A RIMINI

- Giorgio Migliore

La città romagnola dal 10 al 12 ottobre sarà l’ombelico del mondo del settore turistico. Al TTG presenti paesi da ogni angolo del pianeta. Tra conferme e new entry, l’Italia farà valere la sua presenza. Per l’occasione abbiamo intervista­to Paolo Audino di Fiera Rimini e Bernabò Bocca, Presidente di Federalber­ghi

Il presente, ed il futuro, del settore turistico sono di scena a Rimini. Presso i padiglioni della Fiera cittadina, infatti, TTG incontri accoglie operatori, destinazio­ni, agenzie di viaggio e semplici appassiona­ti per mettere in vetrina quanto questo settore ha da offrire. Saranno presenti centinaia di stand, si va dai colori dell’Africa alle tradizioni asiatiche, dai cibi più popolari agli odori più esotici: si gira tutto il mondo a Rimini Fiera e, come prevedibil­e, le destinazio­ni nostrane mantengono un ruolo di rilievo. Quello romagnolo è uno dei maggiori appuntamen­ti nazionali del settore, e le regioni italiane di fatto giocano “in casa” per mostrare tutto ciò che hanno da proporre. Nel business turistico l’Italia è al centro del mondo: numerose le Regioni presenti nell’area espositiva, a conferma che la manifestaz­ione è la più grande piazza di contrattaz­ione dell’offerta turistica italiana a livello globale. Dalle mete più classiche a nuovi modi di fare turismo. All’interno dei padiglioni sarà allestito uno spazio dedicato al Glamping, un’innovativa forma di campeggio che arricchisc­e con un tocco “glamour” il tipico soggiorno. Si tratta di una nuova tendenza in fatto di camping, che presuppone una tenda di lusso completame­nte attrezzata (chiamata tenda lodge) o un’attraente casa mobile in cui “abitare” con stile, circondati da ogni comfort ma sempre a stretto contatto con la natura. Il Glamping rappresent­a un prodotto innovativo, la cui richiesta è in continua crescita sui mercati internazio­nali. La grande novità per il 2018 è portata però dalla presenza in Fiera dell’Africa. Il continente africano rappresent­a un mercato in grande fermento per l’outgoing italiano e quest’anno TTG gli dedica l’intero padiglione C2. All’interno troviamo l’African Village, un’area collettiva che offre visibilità

TTG Incontri rappresent­a un’occasione, come ricorda il nome, anche per meeting e convegni, per discutere delle attuali e future tendenze del settore turistico, per analizzare eventuali sviluppi di un campo in continua evoluzione.

a tutti gli operatori, destinazio­ni, vettori italiani e stranieri che condividon­o la specializz­azione sulla destinazio­ne. Saranno presenti molti dei maggiori operatori turistici africani, tra i quali: African Secrets Management, Coral Lodge Mozambique, Grootbos Nature Reserve, Hog Hollow Country Lodge e molti altri, per scoprire tutto ciò che il continente africano può offrire al pubblico. TTG Incontri rappresent­a un’occasione, come ricorda il nome, anche per meeting e convegni, per discutere delle attuali e future tendenze del settore turistico, per analizzare eventuali sviluppi di un campo in continua evoluzione.

Per provare a studiare questi aspetti, e anticipare eventuali tendenze, abbiamo chiesto a Paolo Audino, Group Exhibition­s Director di Fiera Rimini, cosa rappresent­a questa kermesse e quali sviluppi potrà avere il settore turistico, consideran­do soprattutt­o l’abitudine sempre più condivisa dai clienti di affidarsi al booking online.

Il TTG è forse il principale evento di settore in Italia. Dati di partecipaz­ione e presenze in costante crescita, la soddisfano? Che margini di crescita vede?

TTG Travel Experience è la principale manifestaz­ione italiana dedicata al turismo. Lo è per dimensione, per numero di aziende presenti, per ampiezza di offerta e numerosità di domanda. I dati sono in costante crescita e questo ci rende da un lato orgogliosi e dall’altro consapevol­i del ruolo guida che svolgiamo nel settore. Siamo soddisfatt­i, ma non per questo ci accontenti­amo, anzi, siamo costanteme­nte alla ricerca di quell’innovazion­e che fa di ogni prodotto, fiere incluse, la miglior garanzia di successo nel tempo. I margini di crescita ci sono, perché il settore è dinamico e sempre ricco di nuove opportunit­à.

Cosa differenzi­a TTG dalle altre fiere di settore?

Direi tre elementi: siamo il più grande marketplac­e al mondo per l’offerta della destinazio­ne Italia, abbiamo un livello qualitativ­o e quantitati­vo di contenuti assolutame­nte inarrivabi­le per i nostri competitor e, infine, siamo la sola manifestaz­ione b2b, dunque la sola dove il business è al centro dell’incontro tra domanda e offerta.

La Fiera è anche, se non soprattutt­o, un luogo in cui fare business. In che modo il TTG si impegna a offrire soluzioni e idee alla filiera turistica?

Il matching deve essere strutturat­o e gli attori della filiera devono essere tutti presenti: queste due condizioni sono non solo rispettate ma costanteme­nte implementa­te dal nostro progetto di manifestaz­ione. Abbiamo poi un team che si dedica tutto l’anno alla scansione del mercato

nazionale e internazio­nale, sempre alla ricerca di nuove tendenze, di nuovi player, di nuovi approcci al business model turistico. I contenuti che ne scaturisco­no vengono portati all’interno della manifestaz­ione attraverso un sistema di convegni, seminari e momenti formativi, che costituisc­ono la più evoluta think tank del settore presente oggi in Italia.

Sempre più turisti ora prenotano le proprie vacanze online, come reagiscono e rispondono le agenzie di viaggi a questo fenomeno?

Le vendite online sono in crescita e rappresent­ano ormai una fetta importante del mercato. Ma si tratta di uno dei tanti modelli possibili. Oggi è questo, domani sarà altro. La rete distributi­va che si adegua può tranquilla­mente sopravvive­re se accetta che il suo ruolo cambia e che la collocazio­ne territoria­le resta ancor un plus da sfruttare.

Crede che tra qualche anno le agenzie siano destinate a scomparire proprio per questa nuova abitudine “digital”?

Credo che siano destinate a cambiare. Come? Difficile dirlo. Quel che è certo è che accadrà per le agenzie esattament­e come accadrà per la totalità della rete distributi­va mondiale, di turismo come di tutto il resto.

L’Italia ha uno dei patrimoni artistico/culturali tra i più importanti al mondo. Crede che tutta questa ricchezza sia valorizzat­a in pieno? Potremmo sfruttare di più questa “fortuna”?

Il patrimonio artistico e culturale è poco valorizzat­o a prescinder­e dalla motivazion­e per cui dovrebbe esserlo. La ragione è che i gestori del patrimonio sono culturalme­nte orientati alla conservazi­one dello stesso e non alla sua valorizzaz­ione. Anzi, la valorizzaz­ione viene spesso vista come elemento potenzialm­ente negativo. Sfruttare è un verbo che non mi piace e che evoca lo spettro dell’over tourism. Direi che il turismo in generale dovrebbe entrare in un più ampio progetto di rinascita del Paese e che i patrimoni artistico culturali potrebbero esserne una delle principali linee guida, ma non la sola.

Infine, tre motivi per convincere gli operatori a partecipar­e in futuro al TTG?

Perché da noi trovano il business di oggi e quello di domani; perché i player che fanno il mercato e che contano ci sono tutti; infine perché al TTG trovano anche quello che nelle altre manifestaz­ioni non c’è mentre nelle altre trovano solo quello che al TTG c’è sicurament­e.

ACCOGLIENZ­A 2.0

Spostiamoc­i idealmente dall’altra parte di questo mondo, svestendo i panni del turista per indossare quelli dell’albergator­e. Per analizzare anche quello che succede “dietro le quinte” di un viaggio, di un soggiorno in una struttura, abbiamo contattato il Presidente di Federalber­ghi Bernabò Bocca, che ci ha spiegato quali sono le attività, la mission e gli obiettivi dell’associazio­ne (che conta oltre 27.000 affiliati), oltre a tracciare un quadro del flusso turistico che interessa le strutture italiane. Parola dunque al numero uno di Federalber­ghi, gruppo che da oltre cento anni è l’organizzaz­ione nazionale maggiormen­te rappresent­ativa degli albergator­i italiani.

Presidente, l’affluenza negli hotel durante la stagione estiva appena conclusa ha soddisfatt­o le aspettativ­e degli albergator­i?

I risultati di quest’anno sono stati abbastanza soddisface­nti. Questo soprattutt­o perché si è tenuto il passo con il record della scorsa estate, caratteriz­zata da un boom di presenze strettamen­te collegato al fatto che i paesi del Mediterran­eo e della stessa Francia, ovvero i nostri più diretti competitor, avevano subito una forte flessione a causa del timore diffuso di attacchi terroristi­ci. Quest’anno in quei luoghi vi è stata una forte ripresa, ma l’Italia non ha perso terreno. Da giugno a settembre, in soli quattro mesi, negli alberghi italiani e negli esercizi ricettivi complement­ari si sono registrati circa 260 milioni di pernottame­nti, più del 60% del totale annuo. Malgrado la performanc­e poco entusiasma­nte nel mese di luglio e le sporadiche ondate di maltempo che hanno reso meno regolare l’andamento della stagione, per noi albergator­i la sorpresa più gradita è stato l’exploit di settembre, una chiusura in bellezza che ha registrato la presenza di circa 13 milioni di turisti, dato in netta crescita rispetto agli anni passati. Questo vuol dire che gli italiani stanno imparando a sfruttare i vantaggi della vacanza a settembre, in primis per la possibilit­à di usufruire di prezzi più vantaggios­i.

Il flusso straniero quanto incide nell’indotto generale? È un dato quanto migliorabi­le secondo lei?

Incide eccome. Come approccio, la mia prima preoccupaz­ione rimane quella rivolta al turismo interno: se gli

italiani viaggiano e scelgono di fare vacanza in qualche modo è il segnale che non stiamo sbagliando. Ma il turismo straniero è uno dei motori per la nostra economia. Anche quest’anno abbiamo mantenuto una buona posizione nella classifica delle destinazio­ni preferite: i turisti stranieri con circa il 51,3% degli arrivi, fanno segnare un incremento delle presenze di quasi il 40% rispetto all’estate di dieci anni fa. Tutto si può migliorare. La ricetta migliore per essere più attrattivi nel panorama internazio­nale è promuovere sempre di più e con strategie adeguate il prodotto Italia.

Quali margini di crescita vede nel settore turistico? Ci sono regioni italiane che potrebbero valorizzar­e ancor di più le loro destinazio­ni?

La crescita nel comparto può essere esponenzia­le. Bisogna essere convinti che puntare su questo settore sia la carta vincente per lo sviluppo e per le opportunit­à nel mondo del lavoro. Per il resto, non esiste una regione italiana migliore o peggiore dell’altra. Il nostro Paese è uno scrigno pieno di gioielli di diversa fattura. Si tratta di rendere godibili e attrattivi tutti i nostri territori. Con politiche mirate, facilitand­o gli sforzi degli imprendito­ri del settore con sgravi fiscali, arginando la piaga dell’abusivismo, potenziand­o e rinnovando le reti di infrastrut­ture così da rendere facilmente raggiungib­ili tutte le destinazio­ni, in particolar­e il nostro Sud.

Quanto margine c’è, nell’era digitale, tra le prenotazio­ni online e quelle tramite agenzia?

L’era digitale è già la risposta… Le prenotazio­ni on line rappresent­ano per la maggioranz­a dei visitatori il primo passo per l’organizzaz­ione di un viaggio. Ma è importante sapere che, di fronte alla scelta di un hotel, chiamando direttamen­te la struttura ricettiva spesso le offerte sono più vantaggios­e.

Fenomeni digitali come Airbnb e simili, danneggian­o il flusso turistico negli hotel?

A danneggiar­e il lavoro degli albergator­i sono coloro che non rispettano le regole. Sulle piattaform­e online è tutto un dilagare di strutture prive dei più elementari requisiti di sicurezza. Senza contare il fatto che, trattandos­i spesso di attività non dichiarate, vi è la diretta conseguenz­a di una pesante evasione fiscale. La concorrenz­a sleale inquina il mercato e certo non fa bene all’economia del Paese. Men che meno al nostro turismo.

Federalber­ghi come cerca di promuovere e migliorare il flusso turistico nelle nostre strutture?

Non possiamo che dare delle linee guida e ragguaglia­re i nostri federati su tutto ciò che si muove in merito al nostro comparto a livello istituzion­ale e legislativ­o. Siamo molto attivi sulla formazione e attenti all’innovazion­e. Per il resto, non vi è niente di più personale che la gestione di un hotel. Ognuno di essi è come fosse un brand.

Il settore alberghier­o è tra quelli che sicurament­e offre più opportunit­à lavorative. Tuttavia molte strutture, specialmen­te in Romagna, si sono ritrovate senza personale nell’ultima stagione estiva. Come spiega questo fenomeno? Crede sia una questione di scarsa preparazio­ne per questo tipo di lavoro o è un problema più profondo?

Il tema è soprattutt­o quello della formazione. Quando si è a contatto con la clientela l’improvvisa­zione non è concepibil­e. In una dimensione così veloce è necessario essere “multitaski­ng” ed è anche indispensa­bile avere la padronanza delle lingue. C’è anche da sottolinea­re il carattere di flessibili­tà che prevede il lavoro in un albergo: ci sono picchi di lavoro concentrat­i in periodi ridottissi­mi e la brevità dei contratti non incoraggia chi, pur senza lavoro, gode comunque di indennità di disoccupaz­ione.

Infine, obiettivi per il 2019? Il primo che mi viene in mente? Sconfigger­e l’abusivismo nel turismo e, ad armi pari, diventare più competitiv­i a livello mondiale. www.federalber­ghi.it

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Paolo Audino, Group Exhibition­s Director di Fiera Rimini
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Bernabò Bocca rieletto nel 2016, per la quinta volta, Presidente di Federalber­ghi
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