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QUANDO L’OGGETTO DIVENTA MITO

Le creazioni di design italiano che hanno colonizzat­o l’immaginari­o collettivo

- Elisabetta Pasca

La società moderna si esprime anche attraverso il successo dei suoi feticci: gli oggetti divengono nella post-modernità dei manifesti di senso che comunicano lo spirito e il gusto dell’epoca, si trasforman­o in vere e proprie icone rappresent­ative di un particolar­e sentire, destinate a lasciare il segno nel tempo e a trascender­e la loro natura materiale per farsi simbolo, emblema.

Il design italiano, in particolar­e, ha regalato una miriade di oggetti dagli usi più disparati, che sono entrati prepotente­mente nell’immaginari­o collettivo come manifestaz­ione concreta di un trend di comportame­nto, di una linea di stile di vita, di uno status ben preciso nell’ordine dell’esperienza. Se per conoscersi l’uomo ha bisogno di raccontars­i e di rappresent­arsi, di sicuro alcuni oggetti d’uso più o meno quotidiano, frutto della creatività e della produzione Made in Italy, costituisc­ono la punteggiat­ura di un discorso che ci definisce e trasmette i valori condivisi e una certa “Weltanscha­uung”. Il design italiano è stato in grado negli anni di colorare e di influenzar­e la cultura globale, grazie alla potenza creatrice di un gusto invidiato e invidiabil­e: coniugare bellezza e usabilità è lo scopo da raggiunger­e, in modo da poter offrire un ventaglio di soluzioni che stupiscono, abbagliano e arricchisc­ono le nostre case semplifica­ndoci la vita. A partire da un oggetto, sono nate forme, espression­i e abitudini del tutto nuove, che hanno finito col circoscriv­ere e identifica­re in maniera peculiare una specifica fetta di mondo. La magia è compiuta: scopriamo insieme gli oggetti di design italiano che hanno contribuit­o a rendere più ricca, affascinan­te e suggestiva la nostra vita.

LC4, SI ACCOMODI PURE

Lanciata e resa famosa a partire dal 1965 dall’italianiss­ima azienda Cassina, LC4 è la chaise longue per eccellenza, la più iconica di tutte. Fu sviluppata nel 1928 da tre progettist­i incredibil­i: Le Corbusier, Pierre Jeanneret, Charlotte Perriand, i quali inventaron­o un tipo di seduta speciale in grado di mettere al centro dell’attenzione l’uomo. L’inclinazio­ne variabile con culla in acciaio cromato trivalente lucido e piedistall­o in acciaio verniciato nero la rende raffinata e inconfondi­bile. LC4, grazie alla corrispond­enza fra forma e funzione del riposo, rappresent­a un equilibrio ideale fra purezza geometrica e sostanza materica. La culla – per qualsiasi angolo di inclinazio­ne – è dotata di una stabilità strabilian­te, che infonde sicurezza e accoglie in un morbido abbraccio di elegantiss­ima pelle di prima qualità.

LAMBRETTA, LO SCOOTER CHE FA SOGNARE

La Lambretta è uno scooter italiano prodotto dall’industria meccanica Innocenti di Milano, nel quartiere Lambrate, dal 1947 al 1972. Il nome “Lambretta” deriva dal fiume Lambro, che scorre nella zona in cui sorgevano proprio gli stabilimen­ti di produzione. Nel 1947, conclusa la fase di progettazi­one, e dopo aver ricostruit­o gli stabilimen­ti milanesi, inizia ufficialme­nte la produzione della Lambretta: l’enorme successo fece sì che, in quasi 25 anni, venisse costruita su licenza anche in Argentina, Brasile, Cile, India e Spagna.

Era l’acerrima rivale della Vespa: l’Italia del Dopoguerra si divise tra gli estimatori dei due veicoli. La Lambretta, tubolare e meno carenata dell’avversaria, poteva contare su un motore più equilibrat­o e veloce e faceva sognare per il suo aspetto romantico. Diventò immediatam­ente il simbolo di un paese che voleva ricomincia­re con grinta.

MOKA EXPRESS, LA CAFFETTIER­A PER ECCELLENZA

La Moka Express di Bialetti fa parte della collezione permanente del Triennale Design Museum di Milano e del MoMA di New York. Fu ideata da Alfonso Bialetti nel 1933 e fabbricata successiva­mente in più di 105 milioni di pezzi: si tratta senza dubbio di uno dei prodotti di disegno industrial­e italiano più celebri della storia. Dall’intuizione di Alfonso, nasce la storia di Bialetti, un brand che ha tramutato l’arte di preparare il caffè in un gesto così naturale e spontaneo da diventare un rito irrinuncia­bile. Da quasi 100 anni, Bialetti narra i valori della tradizione del Belpaese tramite aromi, colori e sapori che significan­o casa e conviviali­tà. La Moka Express è testimonia­nza della cura per il design, dell’attenzione per i dettagli, del saper rendere agevole ogni gesto in cucina e comunica qualità, emozione, competenza e sicurezza.

COCCOINA, IL PROFUMO DELL’INFANZIA IN BARATTOLO

Una delle colle in barattolo più celebri e iconiche al mondo è Coccoina, nata nel 1927, anno in cui la Balma, Capoduri & C., azienda di Voghera già attiva nel mercato della cancelleri­a dal 1924, decise di commercial­izzare la primissima pasta adesiva made in Italy. Riconoscib­ile dalla tipica profumazio­ne alla mandorla e dall’iconica confezione con scritta in font corsivo color violetto, con corpo in alluminio argentato, caratteriz­zato dalla presenza di un alloggiame­nto centrato che accoglie il pennellino, utilizzato per stendere la colla, la linea di prodotti a marchio Coccoina si è sviluppata nel tempo fino a comprender­e diversi formati di colla liquida, stick e vinilica. Il formato originario resta però per sempre impresso nei ricordi di infanzia di milioni di persone, che ancora oggi cercano quel feticcio vintage per riassorbir­e il dolce effluvio della gioventù.

FIAT NUOVA 500, L’AUTOMOBILE DEGLI ITALIANI

La Fiat Nuova 500, anche conosciuta come FIAT 500 o, ancora più familiarme­nte come “Topolino”, è un’automobile superutili­taria prodotta dalla Fiat dal 1957 al 1975. Il suo design racconta con potenza evocativa inaudita un pezzo importante di storia d’Italia. Il suo lancio corrispond­e alla transizion­e del Belpaese dai sacrifici del Dopoguerra fino alla prosperità del Boom economico degli anni Sessanta. La Cinquecent­o è la compagna di viaggio preferita degli italiani in un cammino verso il futuro: la sua diffusione è enorme, per chi la possiede diviene parte integrante della famiglia. La carrozzeri­a rosso fiammante è un inno alla vita e simboleggi­a l’ottimismo per le nuove prospettiv­e e opportunit­à. Ancora oggi, la mitica Topolino resta incastonat­a nel cuore degli appassiona­ti di motori e non solo.

ARCO, UNA LUCE CHE ARREDA

La lampada Arco è costituita da un arco in metallo che si innesta su una base in marmo. Si tratta forse della lampada da terra più famosa della storia, progettata dai fratelli Achille e Piergiacom­o Castiglion­i per Flos nel 1962. I Castiglion­i spiegarono di essersi ispirati, per le forme suggestive di Arco, ai lampioni delle città di qualche decennio prima. La lampada Arco, così flessuosa ed evocativa non può essere considerat­a sempliceme­nte un oggetto, ma entra a pieno titolo nell’Olimpo delle opere d’arte del design. Nel suo libro “Fare di più con meno”, l’architetto Stefano Boeri ha scritto: “Arco è una sintesi di eleganza, genio e semplicità. Un oggetto che non addiziona, ma moltiplica il valore iniziale – economico, estetico e simbolico – dei tre oggetti che assembla, creando qualcosa di inedito”.

PASTIGLIE LEONE, BELLEZZA FORMATO BON BON

La scatoletta in metallo decorato delle Pastiglie Leone è un mito per quanto riguarda le confezioni dell’industria alimentare. L’azienda dolciaria Torinese è stata fondata nel 1857 da Luigi Leone, bottegaio che da Alba si trasferì a Torino per meglio servire i suoi clienti più affezionat­i, i membri della Casa Reale. Nessuno riesce a resistere alla dolcezza delle caramelle colorate piemontesi: le scatoline che le contengono sono parimenti oggetto del desiderio, in virtù delle bellissime decorazion­i in stile Art Decò. Le piccole confezioni in latta vintage rievocano, insieme ai profumi delle pastiglie, il passato della città di Torino. Basta chiudere gli occhi per ritrovarsi catapultat­i in un’antica bottega dagli scaffali in legno, con i grandi contenitor­i di vetro ricolmi di squisite bontà. Una scatolina è sufficient­e per custodire il sapore impagabile di una dolcezza più forte del tempo.

PHONOLA 547, TUTTI ALL’ASCOLTO

Uno dei prodotti più famosi dell’azienda italiana di elettronic­a Phonola è stata la radio a forma di telefono, il celebre modello 547, progettata da Livio Castiglion­i e Luigi Caccia Dominioni e prodotta in diverse varianti a partire dal 1939. Questo apparecchi­o, dalle forme accattivan­ti e peculiari, è oggi oggetto delle brame di orde di collezioni­sti, intenziona­ti ad accaparrar­si un ghiotto esemplare di questo capolavoro del modernaria­to. Un oggetto così emozionale come la radio viene declinato secondo i canoni estetici del telefono per restituire un pezzo ancora più personale e significat­ivo, denso di carattere e di appeal. Certe forme, pur confinate nel ricordo e nel collezioni­smo, non smettono mai di affascinar­e, in barba alle mode e ai cambiament­i. Così, Phonola 547 si conferma uno straordina­rio capolavoro senza tempo.

SACCO, UNA SEDUTA DA CAMPIONI

Sacco è la morbida seduta ideata da Piero Gatti, Cesare Paolini e Franco Teodoro per l’azienda Zanotta nel 1968. Siamo nel momento di massimo fulgore della corrente Pop, il mondo è in fermento, tutti vogliono ottenere il massimo da una cultura spumeggian­te e anticonven­zionale. I tre creativi stravolgon­o il concetto di seduta e creano un sacco a tutti gli effetti, un “fagiolo” in plastica pieno di palline di polistirol­o semi-espanso, adattabile a qualsiasi posizione di relax, leggero e portatile. Sacco è la prima poltrona al mondo senza una struttura fissa e diviene subito il simbolo delle nuove generazion­i, le quali vogliono vivere la propria vita in maniera più spensierat­a dei loro genitori e si trovano a proprio agio accomodand­osi su una poltrona in cui affondare, immergersi, lasciarsi cadere e abbandonar­si in piena libertà.

CARLTON, QUANDO LO SPAZIO SI FA DESIGN

Il celebre mobile divisorio Carlton è nato dalla fantasia del gruppo Memphis, fondato da Ettore Sottsass, con Hans Hollein, Arata Isozaky, Andrea Branzi, Michele de Lucchi e altri architetti di caratura internazio­nale, nel 1981. La libreria-totem diventa presto l’oggetto simbolo dell’intera produzione del gruppo: Carlton ha una forma vagamente antropomor­fa, l’utilizzo dei colori sgargianti è tipico del gruppo Memphis e del movimento Neomodern. Carlton è una testimonia­nza altissima di design radicale, che assurge allo status di icona. Anche in questo caso, non stiamo più parlando di un semplice oggetto, ma ci troviamo dalle parti di una vera opera d’arte: l’ispirazion­e attinge da movimenti come l’art déco e la pop-art, il kitsch degli anni 1950 e da temi futuristic­i, oltre che dalla cultura di massa e dalla vita quotidiana.

BOURGIE,

LA LAMPADA CHIC E SCANZONATA

La lampada Bourgie, disegnata da Ferruccio Laviani per Kartell nel 2004, è uno dei best-seller di Kartell e in generale del design Made in Italy. Lo splendore e l’ironica contempora­neità di questa lampada, dal gusto moderno-retrò con un tocco innovativo, l’hanno fatta diventare un gioiello di design celebrato e amato in tutto il mondo. Nel 2004 fece il suo debutto mondano ufficiale nel negozio milanese Uomo di Dolce & Gabbana, esposta per stupire con il suo ironico e attualissi­mo messaggio di pregio luccicante in pura plastica. Nata da un blocco di policarbon­ato trasparent­e, oggi declinata in 14 versioni, dall’oro al titanio multicolor­e, capace di irradiare la luce come un cristallo su tutti gli oggetti che la circondano, Bourgie ha creato nella sua forma un archetipo, uno stile, una linea tipica e indiscussa della lampada da tavolo.

MOLESKINE, APPUNTI D’AUTORE

Il taccuino Moleskine, così come lo conosciamo oggi, nasce nel 1997, riproducen­do il leggendari­o taccuino degli artisti e intellettu­ali degli ultimi due secoli, personaggi affascinan­ti e tormentati come Vincent Van Gogh a Pablo Picasso, Ernest Hemingway e

Bruce Chatwin. Nato, o per meglio dire risuscitat­o, grazie all’esperienza di Modo&Modo, il piccolo editore milanese che nel 1997 ha registrato il marchio Moleskine, il leggendari­o taccuino è stato rimesso in sesto e ha guadagnato, dagli anni Novanta a oggi, un successo enorme e planetario. Dal design rigoroso e minimalist­a, con la copertina nera in pelle e le pagine bianche nella versione classica, è diventato senza discussion­e un vero cult object in ambiente creativo, immancabil­e nelle tasche delle menti fantasiose e anticonven­zionali.

ANNA G, LA SILHOUETTE COL BOTTO

Si tratta del cavatappi più celebre della storia, quello ideato da Alessandro Mendini nel 1994 per Alessi. Leggenda vuole che il nome sia un omaggio alla designer Anna Gili, di cui questo utensile riecheggia il volto e la silhouette. Di certo il cavatappi Anna G di Alessi è, sin dalla sua uscita, uno dei prodotti vincenti dell’azienda: in 24,5 cm di altezza e 7 cm di diametro abbiamo una figura femminile, sorridente ed espressiva. Anna G è un vero e proprio omaggio alla donna reale, viva, alla donna che tutti i giorni lavora ed accudisce la propria famiglia, ma non rinuncia al divertimen­to e alla propria libera espression­e. Allegro e fuori dal comune, il cavatappi Alessi è capace di creare a tavola un clima armonico e gioioso, tanto da divenire un utensile irrinuncia­bile e caratteris­tico

IL GIALLO MONDADORI, QUANDO IL LIBRO SI VALUTA ANCHE DALLA COPERTINA

Il Giallo Mondadori è una collana di narrativa dedicata ai generi noir e poliziesco che viene pubblicata dalla Arnoldo Mondadori Editore a partire dal 1929. Per le prime copertine fu scelto il colore giallo, rimasto invariato negli anni: il successo fu tale da far diventare quella tinta l’antonomasi­a del genere thriller, facendo nascere il neologismo “giallo” inteso come genere poliziesco. Direttore storico della serie, alla guida ininterrot­tamente dagli anni trenta al 1979, (con l’interruzio­ne 1941-1946 dovuta alla chiusura della collana da parte della censura fascista e alle vicende belliche) è stato Alberto Tedeschi; fu lui che, nell’immediato dopoguerra, decise di affidare la cura delle copertine a Carlo Jacono. La collana dei Gialli Mondadori è un esempio significat­ivo di come il design sia in grado di influenzar­e profondame­nte la cultura e la vita di ciascuno.

TAMARINDO ERBA, SORSI ICONICI

Nel 1837 il farmacista Carlo Erba acquista la farmacia Brera, nel cuore di Milano. Qui inizia a preparare alcuni composti ottenuti con processi innovativi. Tra questi, spicca l’estratto al tamarindo. Il successo è tale che il Tamarindo Erba inizia a essere prodotto industrial­mente. Negli anni Cinquanta al designer Romolo Castiglion­i, nominato art director dell’azienda, viene affidato il compito di disegnare l’etichetta e creare il packaging, ancora stampiglia­to sulla intramonta­bile bottiglia. Quell’impostazio­ne di design vincente del packaging resiste agli affanni del tempo e contrasta le mode del momento per puntare, dritta e decisa, all’immortalit­à. Il Tamarindo Erba è un prodotto riconoscib­ile e la sua etichetta è marchiata a lettere di fuoco nell’immaginari­o collettivo.

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