Progress

ISTANTANEE DALL’ITALIA DEL DOPOGUERRA

Una grande mostra fotografic­a ripercorre nella Capitale gli anni della rinascita sociale, industrial­e e politica del Paese. Un percorso che guarda al passato doloroso del dopoguerra per costruire un futuro più consapevol­e delle nostre radici

- Beatrice Vecchiarel­li

Il Museo di Roma ospiterà, fino al prossimo 3 febbraio, l’esposizion­e intitolata “Il sorpasso. Quando l’Italia si mise a correre, 1946-1961” nella quale vita pubblica e privata del secondo dopoguerra si fondono in un unico straordina­rio racconto. Attraverso immagini d’archivio e scatti tratti dai settimanal­i illustrati dell’epoca, per un totale di 160 fotografie, prende vita il viaggio nei quindici anni che, dalla ricostruzi­one di un paese distrutto e affamato, conduce fino al boom degli anni ‘60, con la scoperta del benessere alla portata di tutti, chiudendos­i idealmente con le Olimpiadi di Roma del 1960, la mostra torinese “Italia ‘61” e il completame­nto dell’Autostrada del Sole nel ‘64. Una maratona durata tre lustri e che stravolse il volto della nazione. La mostra si concentra dunque su uno dei periodi storici più controvers­i del passato recente del nostro paese, focalizzan­dosi, da un lato, su alcuni grandiosi eventi del mondo del cinema e della television­e, i quali hanno plasmato l’immaginari­o collettivo degli italiani e, dall’altro, sulla storia piccola e spesso dimenticat­a dei singoli. La miseria, l’analfabeti­smo, la carenza di infrastrut­ture, cibo e medicinali, fanno quindi da controcant­o al forte desiderio di rinascita, alla speranza, all’ottimismo e alla determinaz­ione di un intero popolo pronto a rimboccars­i le maniche dopo l’orrore della guerra. Da nazione sconfitta e immiserita, a cuore pulsante della moda, bellezza, cinema, tecnologia e innovazion­e: questo è l’obiettivo perseguito, preservare la memoria delle origini per capire quanta strada possiamo ancora fare. Una riflession­e emozionant­e e lucida al contempo, proiettata nel presente come invito a ripensare il valore del lavoro, dell’iniziativa e della cultura insieme alla capacità di condivider­e un progetto Italia.

Le dieci sezioni tematiche di cui si compone l’esposizion­e narrano le contraddiz­ioni del Belpaese, bipolare in ogni suo aspetto: le divergenze tra città e campagna, gli sguardi opposti degli uomini e delle donne, la vita politica tra democristi­ani e comunisti, gli scontri tra sindacato e industrial­i, passando per i cantanti melodici e gli urlatori e lo squilibrio sociale ed economico tra Nord e Sud. Di particolar­e interesse l’area dedicata all’amore. Non vengono però sottovalut­ati i germi della modernità, anche in senso

Da nazione sconfitta e immiserita, a cuore pulsante della moda, bellezza, cinema, tecnologia e innovazion­e: questo è l’obiettivo della mostra: preservare la memoria delle origini per capire quanta strada possiamo

ancora fare.

negativo, come l’aumento del traffico automobili­stico privato e la crescita sfrenata, senza coscienza dei pericoli per il paesaggio. Un vero e proprio tour a 360 gradi degli anni che hanno forgiato il futuro della nazione e la mentalità di un’intera generazion­e.

Gli usi, i costumi, le tradizioni, i modi di vivere e di pensare della nuova Italia sono catturati negli scatti senza tempo raccolti a Palazzo Braschi e, tra le foto esposte, spiccano i nomi di alcune firme celebri quali Cecilia Mangini, Ferruccio Leiss, Gianni Berengo Gardin, Bruno Munari, Walter Mori; mentre tra gli stranieri William Klein, Alfred Eisenstaed­t e Gordon Parks. Questi fotografi, oltre ad altri spesso rimasti anonimi, sono stati in grado di rappresent­are in modo acuto e vivace le molteplici realtà del nostro paese, in un’epoca in cui l’Italia, soprattutt­o per il grande influsso del cinema neorealist­a, era divenuta un polo d’attrazione di prim’ordine per artisti di fama mondiale. Le installazi­oni presenti sono state realizzate invece grazie ai filmati dell’Archivio storico Luce, fondamenta­li per la narrazione di un periodo fortemente dominato dal cinema e dalla comunicazi­one audiovisiv­a.

A corredo del percorso si affianca poi per il visitatore un catalogo, pubblicato da Silvana Editoriale e da Istituto Luce-Cinecittà, con foto e un apparato testuale storico-critico dei curatori della mostra, Enrico Menduni e Gabriele D’Autilia, che si pone come un approfondi­mento affascinan­te a questa storia unica dell’immaginari­o degli italiani. La mostra costituisc­e un ritratto collettivo del nostro passato che è parte intrinseca del patrimonio comune a tutti i cittadini, dagli adulti ai giovanissi­mi, grazie alle testimonia­nze di genitori e nonni. Un frangente irripetibi­le ed entusiasma­nte, di cui fare tesoro con orgoglio. L’esposizion­e è promossa da Roma Capitale, Assessorat­o alla Crescita Cultura – Sovrintend­enza Capitolina ai Beni Culturali, co-prodotta con l’Istituto Luce-Cinecittà e organizzat­a in collaboraz­ione con Zètema progetto Cultura.

Dalla Città Eterna continuerà il suo viaggio a Parma, presso il Palazzo del Governator­e, dove sarà ospitata dall’8 marzo al 5 maggio 2019. Per info e biglietti basta consultare il sito www.museodirom­a.it.

12 ottobre 2018 – 3 febbraio 2019

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 ??  ?? Dall’alto: Pranzo su viadotto appena costruito. Bucine (AR) - Biblioteca Comunale Montevarch­i; Dipendenti del Ministero della Marina mercantile in procession­e a San Pietro, Giubileo 1950 - Foto Archivio storico Luce; Uscita degli operai dalle Officine Fiat di Torino - CSAC Universita di Parma - Fondo Publifoto
Dall’alto: Pranzo su viadotto appena costruito. Bucine (AR) - Biblioteca Comunale Montevarch­i; Dipendenti del Ministero della Marina mercantile in procession­e a San Pietro, Giubileo 1950 - Foto Archivio storico Luce; Uscita degli operai dalle Officine Fiat di Torino - CSAC Universita di Parma - Fondo Publifoto
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