LA MIA VITA DA MASTERCHEF
A 19 anni è diventato il sesto Masterchef italiano, ha proposto i suoi piatti in giro per il mondo e sogna di diventare uno chef stellato.
Valerio Braschi (21) è uno dei talenti emergenti della cucina italiana e ha ben chiari i programmi per il suo futuro professionale, ma è consapevole che per raggiungere gli obiettivi dovrà lavorare, cucinare, e non sentirsi mai arrivato.
La strada tracciata, partita da Santarcangelo di Romagna, è quella giusta e per lui possiamo già immaginare un grande avvenire. Personalità, carisma e un pizzico di spensieratezza (o incoscienza, che a quest’età non può mancare): questa è la ricetta di Valerio, che ci ha raccontato la sua cucina, e la sua nuova vita.
Valerio, come è cambiata la tua vita dopo Masterchef?
La mia vita è completamente cambiata. Ora ho la possibilità di studiare e fare cucina, che del resto è il mio sogno, ma in più ho avuto anche l’opportunità di viaggiare tanto e imparare qualcosa di nuovo da ogni mia tappa in Italia e all’estero.
Quanto è diverso quello che vediamo in tv da quello che accade nella cucina di Masterchef? E da quello che succede in una vera cucina?
Il programma è tutto realistico, i tempi delle gare sono quelli e le sorprese che si vedono in tv sono sorprese anche per noi, forse l’unica cosa che cambia è il tempo che passa fra la fine della gara e l’assaggio, lì passano varie ore. In trasmissione inoltre devi fare un piatto perfetto, in un ristorante viene preparato un quantitativo ben diverso e bisogna imparare anche a salvaguardare gli ingredienti.
Nell’ultima edizione sei anche tornato in trasmissione, stavolta da giudice…
Mi è piaciuto un sacco tornare, magari sarebbe bello partecipare di nuovo come concorrente per scontrarmi contro gli altri vincitori. Spero succeda prima o poi, ma per ora non è previsto.
In questo dilagare di cucine esotiche, pensi che la nostra cucina stia perdendo la sua identità?
La cucina italiana non verrà mai contaminata, manterrà sempre la sua identità: tradizionale, saporita e diversa per ogni regione. Le persone ora vogliono provare anche qualcosa di nuovo, ecco il perché della contaminazione della cucina giapponese, indiana e così via. La nostra cucina però è forte e tale rimarrà.
Come ti vedi tra 10 anni?
Conto di lavorare in un locale mio e avere una stella Michelin. So che è durissima ma voglio perseverare!