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A BRIEF INQUIRY INTO ONLINE RELATIONSH­IPS

by “THE 1975” (Dirty Hit - 2018)

- by Riccardo Cavrioli

Fioccano i 9 per il disco dei 1975. Stampa inglese in ginocchio, ma era prevedibil­e: i 4 ragazzi di Manchester sono un vanto nazionale e anche frasi balorde come “questo disco sarà ai livelli di ‘Ok Computer’ e ‘The Queen Is Dead’ “non sono guardate con sospetto, ma anzi, i giornali ora fanno di tutto per trovare le assonanze su questo album e il terzo lavoro dei Radiohead. Niente di più sbagliato. Sgomberiam­o l’equivoco in cui molte recensioni cadono, parlando di un disco che segna la nuova via del rock. I 1975 sono un gruppo pop, che ama fare un po’ di tutto (da questo punto di vista sono una band perfetta per l’epoca in cui viviamo, sia nella proposta, che passa dalla ballata acustica, al funk, dall’ R’n’B a soluzioni più oniriche ed elettronic­he, sempre con una produzione accuratiss­ima, sia nel modo di porsi, sia nel look sempre in divenire, sia nell’uso dei social), ma sopratutto che ricicla (con bravura e furbizia) canoni già in voga, mentre i Radiohead nel loro terzo album avevano realmente inventato un nuovo codice, con sagacia e voglia di sperimenta­re in ambito, appunto, rock. Differenza non da poco. Il terzo album della formazione di Matt Healy è comunque, tra alti e bassi, il loro migliore e si dimostra ben piacevole all’ascolto. Ma gridare al miracolo ci pare eccessivo.

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