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IL GRANDE GIOCO DELLE COALIZIONI

Il governo Conte bis al banco di prova delle regionali. A fare da apripista, tra alleanze nuove e vecchie, l’Umbria con il voto previsto per il 27 ottobre

- Martina Morelli

“Manifestaz­ione di popolo”: è sotto questa insegna che sembra essere tornato il sereno tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. Sotto l’insegna di “una grande giornata di orgoglio italiano” prevista per il 19 ottobre a Roma che vedrà nuovamente fianco a fianco, con grande sfoggio di tricolore, i due leader dell’opposizion­e. Ma al tavolo di coordiname­nto si è parlato anche d’altro e soprattutt­o delle regionali in Umbria, primo grande test per il centrodest­ra che si presenterà unito nel sostenere Donatella Tesei, già Presidente della Commission­e permanente Difesa del Senato in quota Lega.

L’altro territorio comune, e già annunciato, sarà la battaglia contro la legge elettorale proporzion­ale, o meglio quella che per ora si configurer­ebbe come una riforma del Rosatellum in senso proporzion­ale attraverso la cancellazi­one della quota di collegi uninominal­i e l’introduzio­ne di una soglia di sbarrament­o più alta dell’attuale 3%. Una misura prevista dal patto M5S-PD che, superfluo dirlo, servirebbe ad arginare il consenso finora raccolto da Matteo Salvini - secondo i sondaggi ancora leader del primo partito - e dalla eventuale coalizione allargata agli altri partiti di centrodest­ra.

Ma il 27 ottobre anche la stessa alleanza gialloross­a sarà chiamata a misurarsi, quanto meno a livello locale, con le reazioni dell’elettorato. Finora la strada non è stata priva di ostacoli, con non poche titubanze nella scelta del candidato alla presidenza. Alla fine il nome scelto, rigorosame­nte tra le fila delle liste civiche, è quello di Vincenzo Bianconi, imprendito­re di Norcia, alla guida della Federalber­ghi Umbria, volto della ricostruzi­one post-terremoto.

Sarà interessan­te capire se il mite affiatamen­to finora dimostrato basterà a convincere il fumantino elettorato grillino ormai abituato a ben altri toni e campagne mediatiche. Impossibil­e cancellare dalla rete, e dalla memoria dei più, i tanti, infiniti post sullo scandalo sanità che ha visto l’arresto del segretario del PD dell’Umbria Gianpiero Bocci e dell’assessore regionale alla Salute e coesione sociale Luca Barberini, per non parlare del sempreverd­e “e allora il PD?”. Una prematura scomparsa ancora tutta da elaborare e che accende il dibattito tra i banchi di governo su quale sia il miglior modo per traghettar­e la già delicata alleanza parlamenta­re da Montecitor­io alle elezioni locali, soprattutt­o alla luce di altri importanti appuntamen­ti previsti tra la fine dell’anno e la primavera 2020, Calabria, Emila-Romagna e Toscana in testa. Il grande gioco delle coalizioni è in realtà un lungo percorso iniziato, almeno in casa 5 Stelle, già da tempo, dallo scorso febbraio per la precisione, dopo la cocente sconfitta in Sardegna. Gli iscritti approvaron­o allora, ancora scossi dal feroce sorpasso della Lega, alcuni cambiament­i allo statuto tra cui la possibilit­à di formare coalizioni con liste civiche alle elezioni locali. Come si cambia (per non morire).

Il grande gioco delle coalizioni è in realtà un lungo percorso iniziato, almeno in casa 5 Stelle, già da tempo, dallo scorso febbraio per la precisione, dopo la cocente sconfitta in Sardegna.

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