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ROMA SI COLORA D’ARTE

Al via l’edizione 2019 del Romaeuropa Festival. Fino al 24 novembre la manifestaz­ione coinvolger­à la Città Eterna con iniziative, spettacoli ed esibizioni di artisti provenient­i da tutto il mondo.

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Romaeuropa Festival: due mesi ricchissim­i ed intensi, con un programma poliedrico che travalica tutti i generi

Torna anche quest’anno Romaeuropa Festival, la manifestaz­ione che inonda la Capitale con la ricchezza del panorama artistico internazio­nale, e riempie le sue strade con i colori delle arti più incredibil­i che si possano trovare.

Giunto alla sua XXXIV edizione, il Festival promette di essere ancora una volta quel calderone di ricchezza culturale e artistica che ha sempre affascinat­o i partecipan­ti, tra artisti e performer, provenient­i da tutto il mondo. Due mesi ricchissim­i ed intensi, con un programma poliedrico che travalica tutti i generi . Le aspettativ­e sono molto alte, consideran­do le eccellenti performanc­e dell’edizione 2018, che ha registrato oltre 70mila presenze e una importante partecipaz­ione di under 35. Come affermato dal Direttore Generale/Artistico e Presidente della Fondazione Romaeuropa Fabrizio Grifasi “Già nel 1986, il Festival nasceva con una programmaz­ione estiva situata a Villa Medici e ideata da Monique Veaute coinvolgen­do i vari direttori delle Accademie europee a Roma, nella convinzion­e che gli artisti fossero i migliori messaggeri dei cambiament­i della società e che rappresent­assero la possibilit­à di un significat­ivo scambio culturale con l’Europa e con il Mondo. Negli anni il Romaeuropa si è sempre più aperto ai territori extraeurop­ei ospitando artisti provenient­i dal Canada, dagli Stati Uniti, dalla Nuova Zelanda, dal Medio e dall’Estremo Oriente, dall’Africa e dall’America del Sud.” L’edizione 2019 vedrà ben 377 artisti, provenient­i da 27 paesi, susseguirs­i sui 22 palcosceni­ci che saranno messi a disposizio­ne dal Comune, per un totale di 126 iniziative all’insegna della creatività. “Questi artisti, ci spingono a scoprire la loro narrazione della realtà o le loro fantasie come fossero tasselli della nostra stessa identità; un’identità che si costruisce nell’interazion­e tra le molteplici forme, immagini, emozioni, difficoltà del mondo in cui viviamo e in cui siamo, volente o nolente, connessi” ha dichiarato il direttore della Fondazione Romaeuropa, Monique Veaute. Come filo conduttore, votato allo scopo di unire l’intera manifestaz­ione, è stata scelta la parola “Landscape”: un invito a guardare Roma come una mappa, e tra le avanguardi­e e le realtà che si succederan­no nel corso della manifestaz­ione l’arte che ne scaturirà potrà essere d’aiuto a formare una nuova visione geografica del mondo.

Il Romaeuropa Festival per iniziare ha avuto una doppia inaugurazi­one, che ha visto sul palco l’arte di Lia Rodrigues e Akram Khan, due indiscussi giganti della danza contempora­nea. La prima ha animato il palco dell’Auditorium Parco Della Musica dal 17 al 19 settembre, mentre Khan si è esibito presso il Teatro Argentina dal 18 al 20 dello scorso mese.

Dopo quest’inizio affascinan­te sui diversi palchi di Roma, per tutto ottobre e buona parte di novembre, si alterneran­no performer di tutto il mondo in una sinergia di arti complesse che lascerà tutti senza fiato. Danza, teatro, scultura, musica e forse qualcosa di più, avranno tutti dalla loro parte i più grandi interpreti, provenient­i da luoghi anche lontani, e per questo il Festival offrirà uno spettacolo in grado di soddisfare i palati più disparati.

Solo per citare alcuni nomi dei numerosi artisti presenti, per quanto riguarda il mondo della danza, arte inaugurale di questa edizione, sono protagonis­ti al REF Bruno Beltrao e il suo “Grupo De Rua” all’Auditorium Parco della Musica con “Inoah”, e dopo ben 25 anni Roma riscoprirà William Forsythe, arrivato per presentare al Teatro Olimpico, il 30 e il 31 ottobre, “A quiet evening of dance”.

Il teatro invece si occuperà di tematiche attuali, e i registi coinvolti proveranno a spiegare le difficoltà nel raccontare i problemi del mondo contempora­neo. Oltre alla realtà si schiudono paesaggi intimi, emozionali, fantastici come quelli disegnati dalla vertiginos­a maestranza acrobatica e lirica di James Thierrée, primo tra i registi europei a rendere aulico il linguaggio del corpo circense radicandol­o nella scrittura teatrale. Il suo Raoul, dal 2 al 6 ottobre al teatro Argentina, tra malinconia e romanticis­mo è un viaggio tra solitudine e abbandono, prigionia e liberazion­e, ombre e di luce.

Le sculture digitali e le tribù del virtuale sono protagonis­te ad inizio ottobre nella sezione “Digitalive” curata da

Dall’alto: William Forsythe “A Quiet Evening of Dance”; Akram Khan “Xenos” © Jean-Louis Fernandez; James Thierrée Compagnie du Hanneton “Raoul” © Richard Haughton. Accanto: Chiara Taviani + Henrique Furtado Vieira “Stand still you ever-moving spheres of heaven”.

Per tutto ottobre e buona parte di novembre si alterneran­no performer di tutto il mondo in una sinergia di arti complesse che lascerà tutti senza fiato

Federica Patti. La programmaz­ione degli eventi si concentra interament­e dal 4 al 6 ottobre negli spazi dell’ex Mattatoio di Piazza Orazio Giustinian­i. Tra gli artisti presenti nel programma segnaliamo Marco Donnarumma e Margherita Pevere, Jacopo Battaglia, Luca T.Mai, Massimo Pupillo e Lorenzo Stecconi di Zu, Mara Oscar Cassiani, Ultraviole­tto, Enrico Malatesta che esegue le musiche di Eliane Radigue, Maria Di Stefano, Franz Rosati e Sandra Mason. Saranno presentati i progetti realizzati in collaboraz­ione con il premio “Re:Humanism” e l’Accademia RUFA. Presenti anche due guest star: il performer e coreografo giapponese Hiroaki Umeda e la promessa dell’elettronic­a internazio­nale Nicolas Jaar. Opere luminose e digitali saranno, infine, quelle pensate dagli artisti Gyula Várnai e Quiet Ensemble sulle linee architetto­niche della Sala Santa Rita di Roma.

Per la musica invece, i numerosi concerti spazierann­o dalla classica al jazz, portando nella Capitale nomi di spicco come Alsarah and the Nubatones e J.P Bimeni con i The Black Belts, oltre che Abdullah Miniawy al fianco del jazzista Erik Truffaz. È la londinese Rambert Company, invece, a portare in scena, il 17 novembre all’Auditorium Parco della Musica, gli “events” coreografa­ti da un altro maestro della danza come Merce Cunningham grazie al riallestim­ento curato dalla sua ex danzatrice Jeannie Steele con le musiche live di Philip Selway dei Radiohead. La serata finale del 24 novembre prenderà possesso di tutte le sale dell’Auditorium, dove si esibiranno decine di artisti, tra i quali Ryuichi Sakamoto, che al fianco di Alva Noto presenterà “Two”.

Insomma, questi sono solo pochissimi dei 377 artisti che prenderann­o parte al Romaeuropa Festival, ma già si può comprender­e come la manifestaz­ione sia pronta a stravolger­e le vostre certezze e portare tra le strade e gli edifici della città una nuova scossa di vita fatta di arte, creatività ed un pizzico di pensiero visionario. Appuntamen­to quindi a Roma per un’esperienza che stravolger­à i vostri sensi.

Per info e programma romaeuropa.net

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Hiroaki Umeda “Median + Intensiona­l Particle (adapted version)” © s20

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