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DIREZIONE TROPICO DEL CAPRICORNO

- By Greta Vanzulli, in collaboraz­ione con Rolling Pandas

In attesa di poter ricomincia­re a viaggiare lanciamoci alla scoperta dei tesori dei pirati tra le palme di Île Sainte-Marie, isolotto incontamin­ato a due passi dal Magadascar.

Per essere un’isola tanto piccola Île Sainte-Marie ha una storia lunga e interessan­te. Scoperta da navigatori portoghesi intorno al 1506, fu inizialmen­te nominata “Santa Maria” e nessuno avrebbe mai potuto immaginare cosa sarebbe diventata quasi due secoli dopo. Di recente l’isola dei pirati ha guadagnato una crescente popolarità tanto da competere con la sorella Nosy Be per l’attenzione dei turisti che vengono in Madagascar anche solo per ammirare i suoi paesaggi da cartolina. Con spiagge bianche che nulla hanno da invidiare a quelle delle Maldive, l’Île Sainte-Marie è un vero paradiso naturale che aspetta solo di essere visitato. Al largo delle coste orientali del Madagascar, Île Sainte-Marie non sempre è stata una tranquilla isoletta di resort vacanze. Tra XVI e XVIII secolo divenne la casa di oltre mille pirati tra cui anche i leggendari Robert Culliford, Olivier Levasseur, Christophe­r Condent,

Henry Every, Abraham Samuel, Thomas Tew e William Kidd. Si pensa che proprio Kidd, uno dei corsari più celebri, abbia nascosto il suo immenso tesoro sull’isola e nonostante siano trascorsi più di 300 anni, la gente viene ancora in Madagascar sperando di ritrovare qualche doblone d’oro nascosto sotto la sabbia. Ma perché Île Sainte-Marie fu scelta dai pirati come roccaforte? Ovviamente per la sua posizione strategica. L’isola malgascia si trova in una collocazio­ne perfetta nell’Oceano Indiano, poco distante dalle rotte per il commercio di spezie che si dirigevano verso l’India. Con le sue baie protette, non poteva esserci un posto migliore come rifugio a cui fare ritorno con i ricchi carichi saccheggia­ti alle navi inglesi.

L’Île Sainte-Marie, pur non dimentican­do il suo passato piratesco, oggi è completame­nte sicura. A parte qualche resort per accogliere i turisti, l’isola conserva da sempre un’atmosfera rurale e poco intaccata dalla mano dell’uomo. Quello in Madagascar è un viaggio, anzi un’esperienza unica. Unica per la sua natura, con la quale la popolazion­e locale convive in un rapporto autentico, e che nella sua rarità non può essere vista altrove se non in Madagascar.

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