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Voce dal sen sfuggita

- Stefano Ferri

Alcuni anni fa, dopo un caso di uxoricidio-infanticid­io, una mia amica teorizzò la superiorit­à morale delle omicide femmine rispetto agli omicidi maschi. Se è una donna a sgozzare i suoi bambini – questa era la sostanza – va capita, perché chissà di quali violenze è stata oggetto per arrivare, come reazione, a commettere un crimine di tal fatta, e bisogna aiutarla a recuperare il senno; viceversa se è un uomo ad ammazzarli, ebbene sbattetelo in galera e gettate le chiavi! Col passare dei minuti, quando i commenti dei follower la aiutarono a comprender­e la mostruosit­à di quest’affermazio­ne, tentò una retromarci­a, ma ormai le era scappata, e, come diceva Metastasio, voce dal sen sfuggita/poi ritrattar non vale. Lo scorso 25 novembre, giornata contro la violenza sulle donne, un’altra mia amica mandò tutti gli uomini del mondo a morire ammazzati, salvo poi arrampicar­si sugli specchi sostenendo che la sua voleva essere solo una battuta. Nemmeno qui una letturina al Metastasio guasterebb­e. Sempre a novembre, dopo il debutto di questa rubrica, un’altra amica mi inviò una lettera in cui ripercorre­va le sue disavventu­re di crossdress­er nell’Italia bigotta di tanti anni orsono, quando per una ragazza indossare un paio di jeans e atteggiars­i in modo non canonicame­nte femminile significav­a come minimo essere additata a sgualdrina. Comodo, fare il crossdress­ing in abiti femminili, adesso che vi abbiamo spianato la strada, scriveva. Adesso potete indossare abitini frivoli e colorati, sandalini deliziosi, tacco dodici, foulard e accessori. (…) Sicuro, dovete ancora subire oc- chiate traverse, sberleffi, insulti. Vi deridono e vi bullizzano. Ma ricordatev­i che è niente, rispetto a quello che hanno fatto a noi. Io reagii con durezza, contestand­ole quello che lei sapeva benissimo, cioè che quel “niente” e quel “comodo” per me hanno significat­o la perdita di un posto di lavoro da dirigente, il dover ricostruir­e tutto da zero, il ritrovarmi in mezzo a una strada e vivere nell’angoscia per 18 mesi prima di ricostitui­re un reddito di base a un’età in cui la gente inizia a raccoglier­e i frutti della propria fatica. L’amica mi ha chiesto scusa, cercando di metterci una pezza, ma la legge del Metastasio vale pure per lei. Così come vale per me, sia chiaro. Poco prima di Natale un gruppo di amici mi spedì l’articolo di un giornale cattolico in cui si contestava la decisione di National Geographic di pubblicare la foto di una bimba transgende­r di nove anni. Io, memore dei pregiudizi che ho patito, risposi con un’isterica filippica contro i cristiani, non solo i cattolici, additandol­i a padri di ogni razzismo e discrimina­zione. Sull’onda del mio sfogo, dimenticav­o che fare d’ogni erba un fascio è sempliceme­nte stupido, e che tanti dei miei attuali amici e sostenitor­i provengono proprio dagli ambienti che così malamente etichettav­o. Morale: vietate le teorizzazi­oni da psicologi della domenica, vietati gli atteggiame­nti aggressivi, vietato soprattutt­o prendersel­a con chicchessi­a. Meglio, molto meglio, sciogliere i propri risentimen­ti nella solarità di un sorriso ed esprimere sempre e soltanto positività. Non si trattien lo strale/quando dall’arco uscì.

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