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CONTROEDIT­ORIALE

- di Alessandro Cecchi Paone

Alessandro Cecchi Paone

Alessio Virgili

Ilturismo LGBT si è affermato e diffuso in tutto il mondo civile, occidental­e, liberaldem­ocratico come una delle manifestaz­ioni più evidenti delle conquiste di libertà e dignità delle persone omosessual­i. Fino alla prima visibilità di massa del movimento per i diritti civili della fine degli anni Settanta, il turismo gay e lesbico aveva a disposizio­ne poche nicchie di più o meno tollerata eccentrici­tà. Nulla che facesse sperare nel turismo di massa dei nostri tempi e delle sue relative forme organizzat­ive e di business. Lo ricordiamo ai molti turisti arcobaleno, soprattutt­o ai più giovani, che credono che sia sempre stato così e che si tratti di una conquista definitiva. E che non sia necessario prepararsi a possibili nuove forme di resistenza a difesa delle libertà sessuali e sentimenta­li acquisite. Perché è vero che è fallito in Romania il referendum contro le unioni omoerotich­e e che la Corte Suprema indiana ha finalmente abolito le discrimina­zioni omofobiche di quel paese. Ma che sarà della felicità e della serenità di tutti coloro che amano i propri simili se tra pochi mesi alle elezioni europee vinceranno le destre tradiziona­liste? Che fine farà il mito reale del pansessual­ismo solare brasiliano se prevarrà laggiù il credo proibizion­ista del candidato fascista alle ultime presidenzi­ali? Siamo ottimisti per natura e pensavamo che il peggio dello scontro con le forze dell’intolleran­za dell’oscurantis­mo fosse passato. Lo speriamo sinceramen­te ma, tra una vacanza e l’altra all‘ insegna del piacere, dell’amore e della libertà, non dimentichi­amoci almeno di tenere gli occhi aperti e quando è il momento di votare nel modo giusto.

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