VIAGGI
Città cosmopolite, storia e terre selvagge
Israele
Hubdi arrivo e partenza di un viaggio in Isreale Tel Aviv è la città dell’uguaglianza, un esempio e simbolo per molte città che aspirano ad una società che garantisce pari diritti per tutti. Giovane, 110 anni portati splendidamente, e moderna Tel Aviv è attiva 24 ore al giorno: sensazionale e colorata ha saputo, nel corso degli anni, risolvere le differenze politico-religiose degli abitanti, promuovendo una politica di libertà individuale e tolleranza verso il prossimo, riconoscendo già nel lontano 1975 la totale libertà della comunità LGBT locale. Un’autentica metropoli, cosmopolita, dove tradizione e modernità s’incontrano, tra architettura contemporanea e vicoli dei tempi antichi. Una città dalle tante contraddizioni, dove un turista non si sente mai solo: basta avere una mappa della città e l’aria smarrita per trovarsi circondati da cordiali abitanti che forniscono tutte le indicazioni necessarie, liquidandoti con un “welcome in Israel!”. È qui che si è celebrato il Gay Pride 2018, che ha portato da tutto il mondo oltre 250.000 persone giunte per partecipare ai numerosi eventi organizzati per l’occasione, e celebrare l’uguaglianza. E’ sempre qui, a Tel Aviv, che nel 1948 David Ben Gurion ha dichiarato l’indipendenza dello Stato di Israele. Estesa per circa 14 km sul Mediterraneo, una delle più grandi attrattive cittadine sono le sue spiagge che si dispiegano lungo tutta la costa cittadina: qui si trova una delle più importanti spiagge gay friendly del Mar Mediterraneo, la Hilton Beach, la spiaggia “ufficiale”, ma non l’unica, dal momento che ovunque ci si sente a proprio agio. La città però è anche altro: Akhuzat Bayit, l’area che si estende da Montifiori Street a Yehuda HaLevi Street, costituisce il suo nucleo storico, affiancato a ovest dal Neve Tzedek, il primo quartiere ebraico esterno a Jaffa costituito nel
Un viaggio nell’uguaglianza, l’ombelico del mondo e il suo meraviglioso deserto.
1887 e completamente rinnovato nel 1980, oggi affascinante zona dove sono rimaste intatte molte delle costruzioni originali. Nei dintorni di Akhuzat Bayit, sono sorti numerosi palazzi nell’eclettico stile in voga a Tel Aviv negli anni ’20, visibile a Nakhlat Binyamin e all’interno del “cuore della città”, l’area triangolare che si estende tra Shenkin Street, Rothschild Boulevard e Allenby Street: qui si percepisce come l’architettura della città ha subito l’influenza di numerose correnti, tra cui la Bauhaus, la famosa scuola tedesca le cui opere sono caratterizzate da forme geometriche pulite e asimmetriche, che si sono diffuse nella zona intorno agli anni ’30, concentrandosi in quelle che oggi sono le attuali aree di Rothschild Boulevard e Dizengoff Center. Con oltre 20 musei, Tel Aviv è anche il centro nazionale della cultura. I principali da non perdere sono il Museo della Terra di Israele (Ha’aretz) e il famosissimo museo d’Arte di Tel Aviv, ma la varietà è infinita. Nonostante la sua giovane età la linea di confine della città è più a sud: il porto di Jaffa e la sua storia di oltre 5000 anni. L’attuale città vecchia risale al periodo ottomano, con le sue case di pietra e gli stretti vicoli che ospitano oggi il pittoresco quartiere degli artisti e il centro turistico. Tra le sue attrazioni il Gan HaPisga, il Summit Garden, con i suoi ristoranti, gallerie, negozi dall’atmosfera unica, la passeggiata lungo il mare, le mura della città vecchia, il porto di pesca e il centro turistico nella vecchia corte. Qui si trovano anche alcuni importanti luoghi della cultura cristiana, tra cui la chiesa di San Pietro, datata al XVII secolo, la casa di Simone il conciatore, dove Pietro ebbe una visione di animali proibiti e la tomba di Tabitha, la donna che Pietro resuscitò dalla morte. Nei dintorni di Jaffa si trovano la torre dell’orologio di epoca Ottomana, un vivace mercato delle pulci che è consigliabile visitare, e il quartiere di Ajami. Un viaggio in Israele, specialmente il primo, non è perfetto senza visitare Gerusalemme, la citta d’oro che non ha paragoni in tutto il mondo. Sacra alle tre grandi religioni monoteiste, e contesa per millenni da una varietà di popoli e nazioni, Gerusalemme si potrebbe dire che sia il centro della terra. I punti di riferimento tra le sue antiche mura sono molti, tanto che si può passare dall’uno all’altro senza vagare a lungo. Osservando le fondamenta del Muro Occidentale si può vedere tutto quello che rimane del Tempio di Salomone, distrutto dai Babilonesi nel 587 a.C. Qui si possono incontrare dagli ebrei in abito tradizionale hassidico alle adolescenti che si av-
vicinano alla sezione femminile del muro, giunti da ogni angolo del mondo mentre eseguono le preghiere rituali quotidiane, lasciando i loro messaggi rivolti a Dio, scritti su pezzi di carta e nascosti tra le pietre del muro. La visita al Santo Sepolcro, luogo dove si dice che Gesù sia stato giustiziato e sepolto, fa comprendere quante varietà di cristiani ci siano: basta fermarsi qualche secondo in una delle 30 cappelle all’interno per trovarsi circondati da sacerdoti cattolici, greci, russi, armeni, copti ed etiopi. L’altro simbolo della città è la Cupola della Roccia sul Monte del Tempio, che domina ogni veduta di Gerusalemme, esempio dell’architettura Islamica. La roccia è ritenuta, da tutte le tre religioni, il luogo, dove Abramo si accinse a sacrificare il figlio a Dio, con quell’atto che divenne poi il fondamento del monoteismo. Qualunque sia la visione personale ogni passo fatto tra le strade di questa città sacra ci rammenta di essere in un luogo che ha avuto un profondo effetto nella storia del mondo, e che sicuramente è destinato ad avere un ruolo primario nel futuro. Sulla via Dolorosa, la rete di strade attraverso la
Gesù portò la croce prima di essere giustiziato, si può ascoltare il richiamo alla preghiera dei musulmani che si alterna con i canti cristiani e le grida dei mercanti di spezie. Gerusalemme è collegata a Tel Aviv attraverso un comodo shuttle numero 480 che parte ogni 15 minuti dal Terminal Nord della città e in circa 50 minuti raggiunge la città d’oro. Il biglietto si può fare a bordo e una volta giunti al terminal di Gerusalemme una comoda metropolitana di superficie conduce a uno degli accessi della città vecchia. Un viaggio in Israele non può che concludersi nel Negev, il nowhere: canyon, crateri, dune sabbiose, montagne desolate e pareti di roccia a strapiombo. Chi arriva qui vuole assaporare e vivere il senso di vuoto infinito, quello in grado di riempire ogni anima, avvolgendo tutto di un fascino irresistibile. Un tempo il Negev era il cuore dell’Impero Nabateo, un popolo di commercianti dell’Arabia antica: qui transitavano le carovane di spezie e incenso. Sempre qui si trova il cratere più grande al mondo, ben 40 km di lunghezza per 10 di larghezza e una profondità di circa 500 metri: si tratta del Maktesh Ramon, che da il nome anche all’omonima cittadina sorta su un suo declivio. Cosa si può fare in questo luogo dove si produce più del 60% delle esportazioni agricole di Israele? I visitatori in questa desolata porzione di mondo possono sperimentare la mountain bike, oppure un tour in sella ai cammelli, per terminare con il free climbing. Ma è la contemplazione la migliore attività consigliata: lasciate la mente volare libera di fronte alla grande maestosità che il luogo offre, in particolare all’alba e al tramonto i due momenti clou per meditare, ispirati dalla luce e dal silenzio. new.goisrael.com