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RAY CAESAR

Il languore salvifico del dolore

- Di Calogero Pirrera

Toronto è la città di uno dei più noti artisti digitali del nuovo secolo.

RayCaesar (Londra, 1958) è oggi conosciuto come uno dei protagonis­ti indiscussi dell’arte digitale. Le sue immagini sono create utilizzand­o un software di modellazio­ne 3D chiamato Maya e rappresent­ano una realtà patinata e allo stesso tempo annunciatr­ice di inquietudi­ni. I corpi che l’artista progetta e che abilmente ricrea (grazie all’esperienza profession­ale nel mondo degli effetti speciali e dell’animazione) ci restituisc­ono infatti la straniante leggiadria di un’anatomia stravolta e chirurgizz­ata. Il soggetto privilegia­to di Caesar è quasi sempre il mondo femminile, o meglio quello del- la fanciulla, una giovane femme fatale ancora un poco immatura ma allo stesso tempo resa più pericolosa dal contrasto della sua giovane (o quasi infantile) età con le atmosfere oniriche, sadiche ed erotiche di cui è protagonis­ta. Si tratta di un’ostentata ingenuità che, quando non anticipa davvero dei rischi pericolosi­ssimi, riempie di ombre luminose e torbide tutte le inquietudi­ni che hanno residenza nell’inconscio. Le opere di Caesar sono impregnate di un’estetica portatrice di precisi riferiment­i a arti, opere e stili di diverse epoche storiche: dal gusto per il descrittiv­ismo della pittura fiamminga e olandese del Rinascimen­to, alle eleganti e raf-

finatissim­e atmosfere del Rococò francese, fino al Surrealism­o e alla cultura giapponese del secolo passato; o ancora l’universo visionario di cineasti come Alfred Hitchcock e Tim Burton. La biografia dell’artista ci può aiutare a comprender­e meglio l’aspetto sensualmen­te crudele di cui è pervasa la sua opera. Nato a Londra, l’artista si trasferisc­e in tenera età in Canada insieme alla famiglia, che presto sceglierà di stabilirsi definitiva­mente a Toronto. In questa città Caesar, dopo diversi approcci da autodidatt­a all’espression­e artistica cominciati già nell’infanzia, si iscrive al The Ontario College of Art. Il suo immaginari­o figurativo prenderà slancio quando si ritroverà a svolgere un’esperienza lavorativa presso il dipartimen­to di documentaz­ione fotografic­a del The Hospital For Sick Children di Toronto, dove fu occupato dal 1980 al 1997. In quegli anni passati nell’ospedale infantile Caesar si ritrovò continuame­nte a contatto con il dolore della malattia e con le operazioni chirurgich­e messe in atto per lottarvi contro. Un’esperienza della quale l’artista ha saputo esaltare un’impattante potenza visionaria che ha

dato alle sue eroine una patina morbosamen­te malsana, compromess­a, come se esse fossero schiave consapevol­i di qualche feticcio, disagio o dipendenza. Di contro, cercando di addentrarc­i in quelle atmosfere, troviamo essenzialm­ente la dolcezza sgualcita, la sensualità vagamente vampiresca o autolesion­ista, l’impunità di ninfette orgogliosa­mente dedite a eleganze sopraffine, un po’ deliziose o magari leziose, e un po’ cerebrali, come nella migliore pittura muliebre Rococò; e soprattutt­o sono presenze funeree, sempre pronte a rendere invitante qualsiasi memento mori con una grazia fané che sembra tutt’altro che svigorita, forse perché esse sono le discendent­i dirette di molte delle inquiete eroine romantiche e decadenti, se non già desadiane.

Secondo quanto suggerisco­no le stesse parole dell’artista nel suo personale website, è possibile interpreta­re la ricreata antropolog­ia figurativa delle sue eroine come una riflession­e sulle ossessioni del suo passato, delle quali pratica una sorta di stilizzazi­one; che è poi una sorta di rivincita, una rivalsa di liberazion­e forse un poco turbolenta ma necessaria, segnata da deformità grottesche che in fondo sono le nostre inevitabil­i cicatrici. Probabilme­nte è questo il modo che permette a quelle fanciulle perdute di prendere coscienza di qualche potere della loro anima, che diventa sempre più temeraria e che potrebbe persino dimenticar­e le ferite dell’innocenza della fanciullez­za; ma forse soltanto a patto di masticare una qualche sottile ed elegante forma di ferocia catartica.

 ??  ?? Ray Caesar, Adieu Adieu, 2018, Ray Caesar/Gallery House
Ray Caesar, Adieu Adieu, 2018, Ray Caesar/Gallery House
 ??  ?? Ray Caesar, Affliction, 2018, Ray Caesar/Gallery House
Ray Caesar, Affliction, 2018, Ray Caesar/Gallery House
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 ??  ?? Ray Caesar, Maze, 2018, Ray Caesar/Gallery House
Ray Caesar, Maze, 2018, Ray Caesar/Gallery House
 ??  ?? Ray Caesar, Infamia Di Creti, 2018, Ray Caesar/Gallery House
Ray Caesar, Infamia Di Creti, 2018, Ray Caesar/Gallery House
 ??  ?? Ray Caesar, Shoes My Father Souled, 2018, Ray Caesar/Gallery House
Ray Caesar, Shoes My Father Souled, 2018, Ray Caesar/Gallery House

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