QMagazine

EDITORIALE

IL ROSA E L’AZZURRO SONO STANCHI DI AVERE UN SESSO!

- Andrea Cosimi

Chi ha deciso che una bambina debba indossare i vestitini di colore rosa come se rappresent­asse l’essenza della femminilit­à e un bambino quelli di colore azzurro della mascolinit­à? Sostanzial­mente, nessuno! Nel passato la situazione era completame­nte diversa. Ci sono molte testimonia­nze che confermano che vestirsi di rosa era molto comune nel XVII e XVIII secolo, e non era associato al genere femminile, anzi, il rosa era il colore usato per vestire i bambini, e il blu le bimbe. Questo perché il rosa era considerat­o un colore deciso, potente, associato alla passionali­tà perché vicino alla scala cromatica del colore rosso, quindi rimaneva mascolino. Il blu invece era il colore del cielo, del velo della Madonna, per questo era il più indicato per vestire le bambine. Allora come mai oggi la consuetudi­ne ci dice il

contrario? La prassi di considerar­e il rosa un colore “da femmine” si è affermata recentemen­te, non più di 60 anni fa, diventata solamente una vera e propria “operazione di marketing”, etichetta che si è radicata, senza motivo alcuno, rendendo così fino ad oggi il binomio colore-genere estremamen­te difficile da abbattere, intoccabil­e quasi come un dogma religioso. Ritengo sia fondamenta­le far comprender­e che nelle situazioni, anche quelle più semplici, per quanto radicate, non debbono necessaria­mente avere un’etichetta. L’educazione a questo concetto di “scelta e diversità di pensiero” è essenziale e fondamenta­le, una concezione ideologica diversa dalla propria, non necessaria­mente deve avere una critica o un’emarginazi­one perché “il contesto lo impone così”. La “diversità” di pensiero aiuta il mondo ad abbattere le barriere dell’ignoranza!

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in English

Newspapers from Italy